Laureata in economia e commercio all’Università Cattolica di Milano, è giornalista professionista dal 2004. Nei primi anni della sua carriera ha lavorato per tv locali e nazionali sviluppando le tecniche video. Successivamente, ha collaborato con differenti testate online e agenzie di comunicazione specializzandosi nel linguaggio SEO. È esperta in temi economici, legali e immobiliari, con particolare focus sui nuovi modelli produttivi sostenibili. Le sue passioni? Il pianoforte e i puzzle.
Green Building e PNRR: tecnologie e materiali innovativi per un’edilizia sostenibile
Green Building e edilizia sostenibile sono termini che sintetizzano una nuova concezione abitativa che punta sia alla riduzione dell’impatto ecologico delle costruzioni sia a un maggiore benessere di chi gli edifici li vive. Ma perché non rimangano solo concetti astratti occorrono ingenti investimenti per la promozione di nuove costruzioni a basso impatto e per la riqualificazione del patrimonio edilizio. È esattamente questo il ruolo del PNRR. Ma prima vediamo il contesto anche normativo nel quale si inserisce.
Cos’è il Green Building e il suo ruolo nella transizione ecologica
Un edificio è considerato un “Green Building” quando è altamente performante da un punto di vista costruttivo e sostenibile a livello ambientale. Significa che ogni singolo step costruttivo punta a ridurre al minimo l’impronta ecologica soprattutto in termini di emissioni di CO₂ e di consumo delle risorse naturali. Il tutto accompagnato dalla ricerca di un maggiore benessere e comfort abitativo per una migliore qualità della vita.
Il risultato è che tutti gli attori della filiera costruttiva sono coinvolti nel raggiungimento del medesimo obiettivo: ingegneri, architetti, progettisti, imprese di costruzione e industrie di materiali edilizi (come il cemento e il calcestruzzo). Inoltre l’impatto ambientale delle opere edilizie deve essere valutato non soltanto nella fase di progettazione e costruzione, ma anche in quella abitativa e della futura demolizione e smaltimento (e riciclo) dei materiali.
Tutto questo ha fatto sì che si predisponessero protocolli e certificazioni internazionali e nazionali da seguire; standard che rappresentano un valido punto di riferimento perché, appunto, considerano l’intero ciclo di vita degli edifici (LCA — Life Cycle Assesment).
Questo approccio è alla base di due importanti norme europee che regolano la valutazione ambientale degli edifici e dei materiali da costruzione: UNI EN 15804 e UNI EN 15978. La UNI EN 15804 stabilisce i criteri per la valutazione dell’impatto ambientale dei prodotti da costruzione (come il cemento, il legno, l’acciaio, ecc.) e indica una griglia uniforme per la redazione delle EPD (Environmental Product Declaration), cioè le dichiarazioni ambientali di prodotto. La UNI EN 15978, invece, fornisce i criteri per valutare la sostenibilità ambientale di un intero edificio considerando il suo ciclo di vita completo; definisce metodi di calcolo e indicatori ambientali per misurare l’impronta ecologica degli edifici considerando fattori come il consumo energetico, le emissioni di CO₂, l’uso delle risorse naturali e i rifiuti prodotti.
Altrettanto importanti sono le certificazioni, ovvero un sistema di valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici, basato su criteri di efficienza energetica, uso responsabile delle risorse e qualità degli ambienti interni. Secondo il primo Impact Report, realizzato da Green Building Council Italia in collaborazione con The European House Ambrosetti, i benefici ambientali ed economici annui, al 2030, abilitati dai protocolli di certificazione LEED-GBC sono:
- 474.672 tonnellate di CO₂ e 3,6 miliardi di litri d’acqua potenzialmente risparmiati ogni anno per un valore di 189 milioni di euro di esternalità negative potenzialmente evitate all’Italia;
- 928.442 tonnellate di rifiuti potenzialmente risparmiati nel prossimo decennio per un valore di 125 milioni di euro di esternalità negative evitate al nostro Paese durante le fasi di costruzione/manutenzione.
Ma è anche grazie al PNRR che l’Italia è entrata nel pieno della rivoluzione verde.

Gli obiettivi specifici del PNRR per l’edilizia sostenibile
Con il Green Deal, l’Unione Europea punta alla neutralità climatica entro il 2050 ed è in questo contesto che si inserisce il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Uno dei pilastri del PNRR, infatti, è proprio l’edilizia sostenibile che è trasversale alle differenti Missioni del Piano.
Il focus della seconda Missione “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, per la quale sono stati stanziati complessivamente 55,52 miliardi di euro, è il miglioramento dell’efficienza energetica del patrimonio edilizio pubblico e privato; la riduzione dei consumi e delle emissioni di CO₂ con l’obiettivo di avere edifici a energia quasi zero (NZEB – Near Zero Energy Buildings). E sempre la seconda Missione prevede investimenti per favorire l’uso di tecnologie innovative e di materiali ecocompatibili e riciclabili al fine di ridurre l’uso di risorse non rinnovabili.
Le azioni programmate nel PNRR a tale scopo sono:
- incentivare l’utilizzo di biomateriali e materiali a basso impatto ambientale;
- promuovere l’LCA (Life Cycle Assessment) per la scelta dei materiali da costruzione;
- sviluppare tecnologie smart per l’edilizia (come l’IoT e il BIM).
Ma l’obiettivo della sostenibilità edilizia è perseguito anche nella Missione 5 “Inclusione e coesione sociale” che prevede la riduzione del degrado urbano attraverso interventi di rigenerazione sostenibile e la realizzazione di smart city, per le quali il PNRR ha stanziato 900 milioni di euro a cui vanno aggiunti altri 210 milioni dal Piano complementare. Vanno in questa direzione interventi quali la creazione di spazi verdi e infrastrutture sostenibili, lo sviluppo di una mobilità sostenibile attraverso piste ciclabili ed ecobus e l’utilizzo di materiali a basso impatto di CO₂ o altamente drenanti per gestire gli eventi meteorologici estremi.

franco ricci - stock.adobe.com
Tecnologie e materiali innovativi per l’edilizia sostenibile
Risulta evidente come il raggiungimento della sostenibilità ambientale nell’edilizia sia cruciale dato che il settore delle costruzioni assorbe quasi il 40% delle risorse energetiche globali. Per questo Heidelberg Materials investe da diversi anni su nuovi materiali che siano contemporaneamente altamente performanti e sostenibili.
Una delle strade possibili è creare un cemento net-zero carbon captured (evoZero), cioè prodotto con un impatto ambientale neutro. Durante il processo di lavorazione, infatti, l’anidride carbonica prodotta per la realizzazione dei prodotti cementizi viene catturata e stoccata in modo da non essere sprigionata nell’atmosfera. Ciò consente di ridurre notevolmente le emissioni per la produzione di clinker, componente base del cemento.
Una seconda soluzione è quella di produrre cementi e calcestruzzi low carbon (la gamma evoBuild presentata alla fiera Ecomondo 2024). In questo caso, la riduzione della CO₂ emessa durante la produzione si ottiene dall’utilizzo di materiali alternativi (come pozzolane naturali, ceneri volanti, loppa d’altoforno e argille calcinizzate) oppure da riciclo, provenienti dalle demolizioni.
Un altro aspetto costruttivo che potrebbe impattare positivamente sull’ambiente è l’utilizzo di calcestruzzi drenanti per le pavimentazioni urbane. La loro caratteristica principale è la capacità drenante, anche maggiore rispetto a un terreno naturale. Ciò consente di ottenere diversi vantaggi per la collettività: la riduzione del rischio di allagamenti in caso di eventi estremi, l’abbassamento dell’effetto “isola di calore urbana” e, quindi, della temperatura del suolo, e l’abbattimento degli inquinanti atmosferici attraverso la fotocatalisi. Il calcestruzzo più conosciuto è i.idro DRAIN.
La transizione ecologica nell’edilizia è ineludibile e deve essere guidata da innovazioni tecnologiche. Il PNRR accelera questa trasformazione promuovendo edifici sostenibili e resilienti, all’insegna di un impegno congiunto tra industria e istituzioni per un futuro più green ed efficiente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA