Giornalista professionista freelance, ha collaborato con Ansa, QN-Il Giorno e con Wired Italia. Scrive di economia, digitale e sostenibilità, affiancando uffici stampa e agenzie di comunicazione come copywriter e consulente editoriale sui temi della trasformazione digitale e della transizione ecologica. Ha una laurea di secondo grado in Comunicazione all’Università degli Studi di Milano, città dove risiede, e ha conseguito un master in Giornalismo presso l’Università Cattolica.
evoBuild, il brand di Heidelberg Materials per cementi e calcestruzzi sostenibili debutta a Ecomondo 2024
Una prima volta assoluta, davanti al pubblico delle grandi occasioni: Heidelberg Materials ha scelto Ecomondo 2024 per presentare in Italia evoBuild, il nuovo brand globale per cementi e calcestruzzi a basse emissioni di CO₂. Un debutto per il gruppo come espositore nell’evento leader dedicato all’economia green e circolare, 27esima edizione, che si è tenuto a Riminifiera dal 5 all’8 novembre. Centinaia di persone interessate alle soluzioni per l’edilizia sostenibile hanno visitato lo spazio espositivo di Heidelberg Materials, nel settore Circular & Healthy Cities.
La sostenibilità della gamma evoBuild ruota intorno al “numero magico” del 30%, su due requisiti. Da un lato, cementi e calcestruzzi a basse emissioni devono apportare una riduzione della CO₂ emessa pari ad almeno il -30% rispetto al valore di riferimento. Dall’altro, i prodotti circolari del calcestruzzo devono contenere al proprio interno almeno il 30% di inerti riciclati.
L’obiettivo è contenere le emissioni inquinanti causate dal consumo di energia necessaria per “cuocere” il clinker, componente base del cemento, in forni ad altissime temperature (1.450 °C), nonché diminuire il consumo di risorse naturali estratte dal suolo grazie all’utilizzo di materia prima seconda. evoBuild entrerà sul mercato da metà 2025 e da qui al 2030 la roadmap di Heidelberg Materials prevede la progressiva diminuzione di cementi non low-carbon, aumentando la quota evoBuild, con la qualità di sempre.
«Forti di una conoscenza del prodotto e orgogliosi di ereditare in Italia 160 anni di storia nel settore costruzioni di Italcementi, entrata nel gruppo internazionale di Heidelberg Materials, abbiamo cercato di innovare il prodotto e i processi per sviluppare il nostro business nella direzione della sostenibilità con azioni concrete» racconta Stefano Gallini, Amministratore Delegato di Heidelberg Materials Italia. «Da questo punto di vista siamo il gruppo più ambizioso del settore e ci siamo posti l’obiettivo di raggiungere la Carbon neutrality entro il 2050 e di generare il 50% dei ricavi da prodotti sostenibili entro il 2030, come target di medio termine. La decisione di presentare evoBuild in una fiera come questa è un risultato di questa ambizione».
Ecomondo è stato il palcoscenico per incontrare gli stakeholder interessati alle strategie di sviluppo sostenibile nel settore delle costruzioni, responsabile del consumo di quasi il 40% delle risorse energetiche del pianeta. L’industria del cemento è fonte dell’8% delle emissioni industriali di CO₂, e al tempo stesso il comparto cemento-calcestruzzo rappresenta il 13% del Pil globale. Da qui, la necessità che le città si dotino di infrastrutture costruite in modo sostenibile, anche attraverso materiali innovativi come evoBuild di Heidelberg Materials, prima azienda nel settore a utilizzare i criteri standard della Global Cement & Concrete Association, per etichettare i prodotti sostenibili. Dal 2019 gli impianti di produzione sono certificati dal Concrete Sustainability Council, nel segno della trasparenza per filiere sicure, responsabili e sostenibili.
Grazie a un impegno costante, il gruppo ha già ridotto del -7,5% le emissioni di CO₂ per tonnellata di cemento, rispetto al 2019. L’impiego di energia green nel processo di produzione è fondamentale ai fini della transizione energetica. Sono in corso accordi di fornitura di energia rinnovabile, realizzando sia impianti adiacenti allo stabilimento, sia off-site, mediante l’acquisto di energia prodotta da impianti situati altrove, per contribuire al mix energetico del gruppo.
«Per unire la sostenibilità ambientale e di business serve un pieno appoggio alle strategie di decarbonizzazione con il supporto normativo» sottolinea Gallini. «Nel 2023 abbiamo evitato la produzione di 213 mila tonnellate di CO₂ con utilizzo di combustibili alternativi ma potevano essere di più con un processo autorizzativo meno complicato tra le varie regioni. Difficoltà come questa si traducono, nel nostro settore, in una media di utilizzo del combustibile alternativo del 22,5% in Italia, mentre in Europa è del 57,6%, con punte dell’80%».
L’altra leva di sostenibilità in evoBuild è l’utilizzo di materie prime alternative per preservare le risorse naturali e promuovere l’economia circolare. I cementi possono contenere sottoprodotti industriali come loppe d’altoforno (scarto della produzione d’acciaio), ceneri volanti (dalle centrali termoelettriche a carbone) e pozzolana (di origine vulcanica), che contribuiscono a ridurre il contenuto di clinker. Tra i materiali alternativi si aggiungono quelli non classificati come rifiuti, come i sottoprodotti di altre attività ed End Of Waste preparati in modo specifico da partner qualificati. Le caratteristiche di tali materiali assicurano l’apporto dei componenti minerali fondamentali per la formazione del clinker, riducendo del -30% la CO₂ emessa dalla decarbonatazione della “farina” calcarea che impatta per due terzi sulle emissioni legate alla fase di cottura.
A parità di rapporto acqua/cemento, le miscele evoBuild contribuiscono al miglioramento della resistenza meccanica e della durabilità del calcestruzzo, grazie all’effetto pozzolanico dei materiali alternativi (SCM). Diminuendo la quantità di acqua nella miscela di calcestruzzo la matrice risulta più compatta, resistente, meno porosa e meno permeabile agli agenti aggressivi che ne attivano il degrado. Tale metodologia ha permesso di risparmiare il 42% di acqua nella produzione di calcestruzzo, ne aumenta la durabilità e impatta positivamente sui costi energetici nel ciclo di vita della struttura, limitando il degrado e la necessità di restauro.
Se finora cemento e calcestruzzo sono stati visti come commodity, Stefano Roncan, direttore commerciale di Heidelberg Materials, spiega: «Spesso la filiera considera questi prodotti dal punto di vista dei prezzi ma la sostenibilità porta inevitabilmente un costo maggiore a livello industriale. evoBuild crea un valore aggiunto distintivo e confidiamo che l’approccio possa cambiare grazie a un cono d’offerta similare ad altri prodotti già utilizzati dai nostri clienti, mantenendo caratteristiche tecniche eccezionali. La vendita di questi prodotti è aumentata di 800mila tonnellate negli ultimi tre anni, speriamo che questo sforzo sia condiviso dai costruttori e che la filiera inizi a parlare di sostenibilità».
A offrire il polso del mercato sono Giuseppe Matera e Fabio Di Fabio, manager area vendite per il Nord Est e l’Adriatico: «Portiamo sul mercato il messaggio della sostenibilità, con seminari e incontri con costruttori e progettisti. Se prima la clientela guardava soltanto all’aspetto tecnico ora è aumentata la sensibilità ai temi green e all’economia circolare. Quasi tutti i nostri stabilimenti oggi offrono evoBuild, un fiore all’occhiello che prima era disponibile solo per produzioni limitate. Inoltre, ci sono richieste in virtù dei Criteri Ambientali Minimi, che hanno reso obbligatorio l’utilizzo di almeno il 5% di materie riciclate, recuperate o di sottoprodotti, nelle strutture in calcestruzzo per gli appalti pubblici, come scuole e ospedali».
Un’altra linea di sostenibilità è l’utilizzo di aggregato riciclato, estratto da attività di costruzione e demolizione selettiva di edifici, ristrutturazioni e lavori stradali, come alternativa agli aggregati naturali (sabbia, ghiaia), con una minore produzione di rifiuti destinati alle discariche a vantaggio dell’economia circolare. Attualmente il riciclo è poco diffuso in Italia e il tasso di sostituzione degli aggregati naturali è dello 0,46%. Nei primi nove mesi del 2024, Heidelberg Materials ha impiegato oltre 31mila t di aggregati industriali, per la produzione di 221.115 m³ di calcestruzzo (pari al 10,8% della produzione totale in Italia) e recuperato quasi 19.600 t di aggregati riciclati, per fabbricare 76.771 m³ di calcestruzzo (il 3,7% del totale in Italia).
Ma Heidelberg Materials ha altre frecce nell’arco della sostenibilità: evoZero, evoBuild 3D printable e i.idro DRAIN. evoZero è il primo cemento a bilancio di emissioni zero al mondo, prodotto nel cementificio di Brevik, in Norvegia. Qui, la tecnologia Carbon capture and storage (CCS) permette di catturare la CO₂ mantenendo intatte le qualità del prodotto net-zero, disponibile in acquisto diretto oppure attraverso il sistema book-and-claim. «Pionieri su scala mondiale, abbiamo 3-4 anni di vantaggio competitivo su questa tecnologia ma non intendiamo fermarci qui» annuncia Gallini; «è in fase iniziale di studio un impianto CCS simile anche in Italia, in partnership con Snam ed Eni sfruttando l’hub di stoccaggio della CO2 di Ravenna».
evoBuild 3D printable è il materiale cementizio 100% riciclabile e adattabile per la tecnologia di stampa 3D. Studiato nei laboratori di ricerca e innovazione all’epoca di Italcementi sin dal 2015, può essere miscelato, trasportato con una pompa da cantiere ed estruso attraverso ugelli dalla testa di una macchina di stampa, posta su un carroponte o un braccio robotico. Il materiale si deposita per strati sovrapposti, mantenendo la forma prevista dal modello 3D progettato su software, assicurando uno sviluppo rapido delle resistenze meccaniche. Le fasi di costruzione simultanee possono abilitare un risparmio di tempo potenziale fino al 50%.
«evoBuild 3D printable rientra nei parametri di sostenibilità fissati dall’azienda per l’utilizzo del 30% di materiale in meno, rispetto ai valori di riferimento» spiega Anna Borroni, senior architect del Global innovation hub di Heidelberg Materials. «È un’innovazione di prodotto e di processo, che permette di utilizzare stampi avanzati su layer sottili e sinusoidi che consentono di creare vuoti di muratura, con una flessibilità maggiore rispetto alle casseforme. La stampa 3D apre spazi di personalizzazione e creatività, con una resa estetica riconoscibile grazie alla texture e alle pigmentazioni. Migliora la sicurezza in cantiere, dove è sufficiente la presenza tre tecnici specializzati, meno mezzi di lavoro, minor rumore e riduzione dei materiali di scarto».
Positivo anche il parere dei visitatori. Anthony Belgianni e Immacolata Bianco di Hydro Growth 3D, una startup agrotech che progetta serre idroponiche: «Ecomondo è una fiera dedicata alla sostenibilità e all’ecologia, il posto giusto per trarre ispirazione nella nostra attività» spiegano. «Difficilmente ci saremmo aspettati la presenza di realtà provenienti dal settore di Heidelberg Materials, ma vediamo che anche il nome e il logo di questa compagnia offrono riferimenti alla sostenibilità. In particolare, evoBuild 3D ha attirato la nostra attenzione per la stampa in 3D edifici o per applicazioni più piccole, come il design o l’arredo di interni che potremmo valutare per la nostra startup».
A Ecomondo non poteva mancare i.idro DRAIN, il calcestruzzo per pavimentazioni con capacità drenante 100 volte superiore rispetto a quella di un normale terreno, per il deflusso delle acque e una temperatura superficiale ridotta del 20% rispetto all’asfalto. Un materiale riciclato fino al 30% e fino al 30% di emissioni in meno, che ha incuriosito Nanni Palmisano e Daniela Salsedo, rispettivamente presidente e direttore di Legambiente Puglia: «Il problema maggiore in Puglia è la siccità, c’è bisogno di drenare l’acqua per alimentare il terreno. Questo tipo di pavimentazione è anche accettato dalle sovrintendenze nei parchi e nelle zone vincolate, perché è flessibile come colorazioni e riesce a fondersi con il territorio».
«È interessante scoprire come una pavimentazione in calcestruzzo anziché in asfalto possa migliorare l’ambiente e il benessere delle persone, grazie all’effetto sull’isola di calore», osserva Giuliano Salzillo, di Idea Energia, una società attiva nel fotovoltaico ed efficientamento energetico. «Da decenni assistiamo al crollo ambientale causato dall’inquinamento. Soluzioni tecnologiche come quelle di Heidelberg Materials rappresentano innovazioni interessanti e dimostrano una necessità: che tutti ci muoviamo nella stessa direzione, quella del green e dell’ecosostenibilità».
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