Laureata in Culture Moderne Comparate presso l’Università degli Studi di Bergamo con una tesi inerente le esperienze museografiche delle valli bergamasche, ha proseguito il suo lavoro d’indagine con la pubblicazione di articoli ed è stata co-curatrice del numero 21 di Elephant&Castle, monografico sul futuro dei musei. Dal 2018 è parte del comitato organizzativo dell’associazione Nature, Art & Habitat Residency, per la quale nel giugno 2019 è stata coordinatrice del Workshop “Grasses and Pastures: Imagining a regenerative Economy of Cheese“. Collabora con il Consorzio per la Tutela dello Strachìtunt Valtaleggio nel campo dell’informazione e promozione prodotti di qualità. Dal 2020 è membro del comitato scientifico del Museo Ca' Martì, il museo e la valle dei muratori. Attenta ai temi della valorizzazione territoriale, nello specifico del contesto Orobico, ha collaborato con diversi enti locali e musei.
DOL dei Tre Signori, un cammino che crea relazioni tra storie e territori
La DOL dei Tre Signori è una via di collegamento tra territori diversi, una dorsale che mette in relazione territori, persone e narrazioni.
Nata negli anni Novanta, per volontà della neoistituita Provincia di Lecco, con l’incarico di realizzazione affidato all’Azienda Regionale Foreste (oggi ERSAF), la Dorsale Orobica Lecchese si poneva l’intento di creare un itinerario che unisse il territorio provinciale lungo il crinale orientale. Il progetto, ad altissima densità di valenze storiche, culturali e paesaggistiche, non poteva assolutamente essere abbandonato e il suo rilancio è avvenuto grazie ad amatori e appassionati che, unitamente alle istituzioni, hanno portato avanti il sogno di trasformare un sentiero in un cammino. A sancire questa forte volontà di valorizzazione, nel 2017, la rivista Orobie ha organizzato un viaggio sulla DOL, che nel frattempo si era evoluta, prolungandosi fino a Morbegno e con la variante da Premana a Colico, proprio per evitare i tratti più difficoltosi e meno agibili. Nel 2020 è stata pubblicata, con l’obiettivo di far conoscere questo cammino ampliato e rivisto, la nuova guida “DOL dei Tre Signori”. Scritta da Sara Invernizzi, Ruggero Meles e Luca Rota, presentata da Orobie e sostenuta da Italcementi, è un piccolo scrigno nel quale sono narrati (quasi) tutti i segreti di questo vario e interessante cammino, oltre che tutte le indicazioni per compiere il percorso in totale sicurezza e serenità.
Il Pizzo dei Tre Signori indica la rotta: icona delle Prealpi Lombarde dal forte carisma morfologico, è il fulcro geografico della nuova DOL. Questa cima caratterizza fortemente il paesaggio umano e la storia politica, infatti ancora oggi segna il contatto tra le province di Bergamo, Lecco e Sondrio, ma già dal Settecento rappresentava il confine di tre stati: Repubblica di Venezia, Ducato di Milano e l’elvetica Repubblica delle Tre Leghe.
Un cammino che principia e finisce nelle stazioni ferroviarie (Bergamo, Colico, Morbegno e la variante da Lecco), per un approccio connesso a una mobilità sensibile ai temi ambientali, consigliato lungo tutto l’itinerario. La partenza dalle stazioni ferroviarie consente inoltre una modalità differente di percorrere il cammino. La dorsale infatti ha la peculiarità di porsi in stretta relazione con il contesto pedemontano, altamente antropizzato, dove sono presenti elementi di spicco, culturali e artistici, spesso in stretta relazione con quanto si incontra a quote più elevate. Il costante contatto monte-piano è reso evidente dalle narrazioni, ma anche dai panorami.
L’area pedemontana, attraversata dalle prime e ultime tappe, accessibile durante tutto l’anno, permette di indagare alcuni contesti inusitati. La guida contribuisce a stimolare i viaggiatori a compiere letture approfondite di questi paesaggi così interessanti e complessi. Un esempio è rappresentato dalla cava Italcementi di Colle Pedrino, che si attraversa percorrendo la seconda tappa Roncola-Morterone. Progetto di ripristino che va di pari passo con quello di estrazione, con attenzione e impegno nella valorizzazione della biodiversità che caratterizza quest’area e che rappresenta l’esempio di come l’azione dell’uomo contribuisca a modificare il territorio. Lungo il cammino i segni e le tracce umane si susseguono e la stessa azione del camminare del viaggiatore contribuisce a riscriverne la storia e le geografie. Essere nel luogo diviene quindi il fare i luoghi, per questo nella guida “DOL dei Tre Signori” gli autori si appellano al viaggiatore affinché sia presenza attenta e consapevole.
Non solo il contesto pedemontano, ma nella guida si pone attenzione anche agli accessi secondari, affluenti del “fiume di pietra” che scorre in alto, valli e viabilità che nel tempo hanno apportato vita, cultura, economia in montagna. Sono percorsi alternativi che meritano di essere conosciuti, perché contribuiscono a comprendere la complessità di questo itinerario.
Complessità, ma anche grande diversità che si scopre nel paesaggio reale, scolpito nella mutevole progressione di differenti litotipi o nella varietà di essenze e specie botaniche, che deve essere narrata nel succedersi delle stagioni. Fioriture di aglio orsino che a marzo tappezzano le umide vallette dei Colli di Bergamo, a maggio le distese dei bianchi e profumatissimi narcisi di Valcava, le bellissime fioriture estive di velenosi aconiti ai Piani di Artavaggio, i cupi assembramenti di mughi sempreverdi dello Zuccone Campelli. L’invito è di percorrere il cammino prestando attenzione alle sfumature cromatiche che si alternano sulle rocce, per poter ammirare la bellezza delle terrose colorazioni delle argilliti dei Colli di Bergamo, delle pallide pareti dolomitiche dei Piani di Artavaggio e di Bobbio. Il suono delle scricchiolanti e frammentate pietre grigio-verdi del Passo del Toro, o le rocce cupe del Pizzo dei Tre Signori, annerite dallo scivolare quieto di acque superficiali, tra muschi e infidi cespi di erba olina.
Un cammino dalla varietà infinita anche di narrazioni, leggende, storie, che possono essere lette nei segni lasciati dall’uomo. Gli alpeggi abbandonati, con mucchi di pietre da spietramento, che narrano il vivere lento e pacato, simbolo di una cultura complessa e articolata, a cui sono connesse le storie della transumanza (e la forte relazione tra la montagna orobica e la pianura lombarda). I rifugi che, con le loro storie, raccontano anche della nascita dell’alpinismo d’èlite ottocentesco, poi mutatosi in una frequentazione turistica popolare. Oggi i rifugi sono gestiti da persone con ideali, che hanno fatto coraggiose scelte di vita. Come coraggiosi erano i minatori, che attendevano alla “coltivazione” delle miniere, di cui sono ancora visibili le tracce delle vecchie baracche e il cui terribile lavoro riecheggia in toponimi quali Val d’Inferno e Lago del Diavolo. Le leggende, talvolta ispirate o fonte di ispirazione per i nomi dei luoghi. Le dighe del lago d’Inferno e del lago di Trona, esempi di un paesaggio alpino di matrice industriale di innegabile fascino, sorto agli inizi del Novecento con la creazione delle centrali idroelettriche. L’arte, da Città Alta al Romanico degli Almenno, ai borghi affrescati della Valle del Bitto di Gerola, con l’eccelso esempio della Camera Picta di Casa Vaninetti a Sacco.
La guida invita a cogliere gli intrecci che hanno reso questi luoghi quello che sono e ne hanno forgiato il carattere culturale. Lo stesso presente è il momento in cui il territorio si modifica, attualizzandosi: alcuni dei borghi che vennero abbandonati negli anni ’60 tornano oggi a rinascere, giovani imprenditori agricoli occupano i pascoli d’altura, laddove nuove tecnologie compaiono (i carrelli di mungitura, i pannelli fotovoltaici sulle vecchie baite), affiancandosi alle mucche ruminanti sui “piani alti”.
Un cammino quindi capace di cucire, con il filo dei sentieri, punti di contatto tra le tre province, con un tracciato vario e agevole. Un itinerario che si può compiere in un unico viaggio, oppure con una frequentazione lenta, assidua, appassionata.
Da venedì 18 giugno trovate la guida “DOL dei Tre Signori” nelle edicole valtellinesi in allegato al quotidiano “La Provincia di Sondrio” e nelle librerie della catena Libraccio delle province di Bergamo, Lecco, Brescia, Monza-Brianza, Lodi, Varese, Como e Milano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA