Nel 2004 si laurea in Architettura conseguendo nel 2010 il Dottorato di ricerca in "Scienze del Rilievo e della Rappresentazione" e nel 2012 il Master di II livello in "Recupero, riabilitazione strutturale e fruizione dell’edilizia storica". Nel 2017 fonda a Palermo la startup innovativa Revive srl. Già professoressa di Economia ed Estimo civile presso l’Università di Trento e di Palermo.
Sostenibilità è agire attivamente per il futuro con strumenti adatti ai nostri tempi
Viviamo in tempi di grandi cambiamenti. Negli ultimi anni abbiamo sperimentato situazioni che ci hanno fatto toccare con mano quanto la nostra vita, per come siamo stati abituati a intenderla, sia destinata a modificarsi e in parte lo stia già facendo. Di fronte a questo scenario possiamo decidere di accettarne passivamente il disagio o vivere la transizione come un’opportunità per riportare l’attenzione sul benessere e la salute dell’uomo, per recuperare una visione antropocentrica in senso autentico. Io ho scelto di abbracciare questa seconda prospettiva e come professionista nel campo delle costruzioni ho deciso di mettere al centro delle mie azioni progettuali e dei miei obiettivi di lavoro e sviluppo un concetto di sostenibilità che vada oltre la sua prima formulazione elaborata dall’ONU negli anni 80. Sostenibilità, infatti, non può più semplicemente intendersi come “soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni” (definizione di Sostenibilità tratta dal testo del 1982 della Commissione ‘Brundtland’ per l’Ambiente e lo Sviluppo presso l’ONU). Non siano più nella fase del non compromettere. Bisogna andare oltre al “non nuocere” e pensare la sostenibilità come forma di responsabilità attiva che abbiamo verso le nuove generazioni, una azione concreta volta a riparare i danni fatti in passato agendo non solo sul piano economico ma anche ambientale e sociale insieme.
È con questo proposito in mente che ho deciso di fondare nel 2017 Revive, una start-up ad alto contenuto tecnologico nel cui nome, in latino, ho voluto richiamare il senso del ridare la vita, fare rivivere attraverso l’azione del recuperare e valorizzare, e nel cui logo, una farfalla realizzata come un origami, ho trovato la metafora perfetta della trasformazione per antonomasia, quella verso la bellezza in una visione di ciclo di vita infinito.
L’Italia, come tutti i paesi del Vecchio Continente, possiede un grande patrimonio immobiliare che deve essere recuperato, riportato in vita attraverso una riqualificazione e valorizzazione sostenibili dell’esistente, e Revive nasce proprio con questo scopo. Sviluppare e applicare nuovi modelli tecnologici basati su processi e tecnologie di Building Information Modeling (BIM), per ottimizzare la pianificazione, realizzazione e gestione di costruzioni, e orientati a standard ambientali internazionali quali i protocolli di Leadership in Energy and Environmental Design (LEED) ed alla gestione del ciclo di vita (LCA). Il tutto finalizzato alla sostenibilità ambientale e alla gestione dell’efficienza energetica dell’intera filiera costruttiva: progettazione, appalto e costruzione (EPC), con un focus privilegiato al settore dell’ospitalità.
L’idea alla base della mia attività nasce con un progetto che avevo immaginato quando ancora insegnavo “Economia ed estimo civile” presso l’Università di Trento e che nell’ottobre 2016 mi era valso il premio Mirna Terenziani agli Awards 2016 del Green Building Council Italia dato ai migliori progetti finalizzati all’edilizia sostenibile certificata in Italia. Nelle mie intenzioni doveva essere un progetto pilota, un modello tecnico con standard ad alte prestazioni, replicabile e trasferibile, in grado di portare risultati prevedibili e controllabili per il recupero e la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente.
Oggi la sua prima applicazione ha preso vita nella siciliana Valderice, in provincia di Trapani, dove dall’estate del 2021 ha aperto la prima struttura ricettiva cinque stelle lusso frutto del recupero di una abitazione rurale a supporto di attività agricole e costruita secondo un concetto di sostenibilità legato a standard ambientali ed energetici sfidanti, con l’obiettivo di ottenere il LEED Platinum. Il riconoscimento, che contiamo di ottenere entro il primo semestre del prossimo anno, rappresenta un unicum in Italia per uno stabile recuperato da struttura privata e destinato alla ricettività.
“Luna del raccolto”, questo il nome scelto a evocare le tradizioni della terra e la luna piena più vicina all’equinozio d’autunno che con suo chiarore permetteva in passato di raccogliere i cereali anche di notte, dimostra concretamente come, dopo anni di forte disagio e sofferenze dovute prima alla pandemia e poi anche alla siccità, la sostenibilità rappresenti una risposta efficace alle nuove sfide che dobbiamo fronteggiare perché è in grado di aumentare la qualità del contesto in cui si inserisce con miglioramenti energetici, economici, ambientali e di salute quantificabili. Questo intervento di riqualificazione, mettendo a sistema le realtà locali e investendo quanto recuperato sulle vocazioni dei territori, che in Sicilia vuol dire principalmente turismo, ha infatti contribuito a rivitalizzare l’area circostante dando vita a un esempio concreto di Rigenerazione Urbana Sostenibile (Ri.U.So.).
Il coinvolgimento del territorio è avvenuto in diverse occasioni e a diversi livelli. Dal momento in cui è iniziato il recupero della struttura preesistente fino alla sua gestione, affidata a risorse umane residenti nella zona che sono state opportunamente formate per utilizzare al meglio le innovazioni tecnologiche poste in campo e massimizzare l’investimento fatto.
Per la realizzazione della struttura, in particolare, ho collaborato con molti partner locali dotati di certificazioni ambientali e ho lavorato con materiale del posto, proveniente al massimo da 250 km rispetto al sito dei lavori, così da abbattere la produzione di CO2. Penso in particolare alla decisione di usare solo marmo Perlatino, noto anche come Botticinio di Sicilia, cavato interamente dall’area trapanese di Custonaci, primo bacino marmifero d’Europa.
Per ottemperare alle richieste del protocollo LEED Platinum ho anche attenzionato i parametri legati all’acustica, alla qualità dell’aria indoor, al consumo energetico e al contenimento del fenomeno delle isole di calore e dell’inquinamento luminoso notturno, scegliendo lampade da esterno che consentissero di abbassare l’intensità luminosa.
Oggi la parola lusso, in un’ottica di sostenibilità attiva, vuol dire garantire salute, attenzione per l’ambiente, risparmio di materie prime e fonti di energia non rinnovabile. Aver cura dell’acqua più che servire con posate d’argento ed educare l’ospite a entrare in quest’ottica di attenzione per le risorse naturali.
Proprio affrontando il tema della gestione dell’acqua, pensando in un’ottica di tutela e utilizzo ragionato di questa risorsa, nel 2019 ho deciso di contattare Italcementi con cui mi sono trovata subito in sintonia e ho avviato una collaborazione che si è rivelata di grande soddisfazione.
La mia esigenza era di recuperare l’acqua meteorica per immagazzinarla e usarla successivamente per gli sciacquoni dei wc, creando una vasca di raccolta e risolvendo al contempo un dislivello del terreno presente nella proprietà. Quando avevo iniziato a lavorare a questo progetto, vista la sua vocazione e gli alti standard qualitativi in gioco, avevo deciso di coinvolgere realtà produttive che condividessero con me l’idea che la sostenibilità passa attraverso l’uso di materiali innovativi e Italcementi, una azienda i cui prodotti sono all’avanguardia in questo senso, ha rappresentato la risposta perfetta alle mie esigenze.
Grazie alla fattiva collaborazione con gli uomini dell’azienda ho analizzato le caratteristiche specifiche del territorio dove doveva insistere l’opera e insieme abbiamo cercato di capire come metter in atto quanto avevo immaginato. Ho quindi scelto e apprezzato particolarmente l’innovativo cemento i.idro DRAIN, che con la sua caratteristica struttura a porosità elevata, si è rivelato perfettamente adatto allo scopo. Con il supporto tecnico, assolutamente all’altezza della situazione così come l’assistenza, ho lavorato insieme a professionisti sempre disponibili a monitorare le rese, i risultati e le risposte del prodotto per capire se “correggere il tiro” su qualcosa o porre attenzione a qualche altro aspetto. Grazie a questo cemento, che ho richiesto in un colore grigio chiarissimo perché contribuisse anche ad abbattere il fenomeno delle isole di calore, ho realizzato un intervento nel giardino esterno, quello più a ridosso dell’uscita degli ospiti dalla struttura, da dove poi si accede nel giardino d’inverno, e agli ospiti non manco mai di raccontare cosa è i.idro DRAIN, a cosa serve e perché è così speciale per la raccolta e riutilizzo dell’acqua piovana.
La mia spiegazione è sempre molto apprezzata e sono convinta contribuisca a diffondere una sensibilità forte sull’uso di una risorsa, l’acqua, che è a forte suscettibilità di esaurimento. La sostenibilità, quando si affronta seriamente, costituisce l’unica risposta, l’unico investimento sensato a protezione del futuro. Un investimento sull’uomo e sulle future generazioni a cui dobbiamo un mondo più armonioso, sano e ricco di bellezza.