Federico Zonca, diplomato in ottica, ha fondato Happy Vision nel 2001. Si occupa in particolare della parte tecnica e commerciale dell’azienda. Elabora la filosofia che sta alla base della progettazione dei percorsi tattili guida a terra e della segnaletica tattile a rilievo. Patrizia Fumagalli, Laureata in giurisprudenza, è socia in Happy Vision dal 2008. Si occupa prevalentemente degli aspetti giuridici e contrattuali, oltre che delle risorse umane. Con Federico Zonca indirizza la politica aziendale.
L’idea imprenditoriale alla base dell’azienda nasce dall’esperienza personale di Federico Zonca, fondatore di Happy Vision nonché suo responsabile tecnico e commerciale, a cui all’età di sei anni era stata diagnosticata una retinite pigmentosa, degenerazione progressiva e bilaterale della retina e dell’epitelio pigmentato, che lo avrebbe portato inesorabilmente alla cecità all’età di trent’anni. Diplomato in ottica e figlio di imprenditori in questo stesso settore, Zonca ha vissuto tutte le fasi dall’ipovedenza alla totale perdita della vista iniziando fin da subito a immaginare soluzioni che consentissero a sé stesso e poi anche a coloro che si trovano in condizioni simili di continuare a muoversi in maniera autonoma e sicura.
Il primo prodotto creato da Happy Vision è stato una mappa tattile, ovvero una rappresentazione in rilievo di uno spazio, studiata per favorire l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo a chiunque e in particolare a persone non vedenti e ipovedenti. Brevettata nel 2001 e insignita del premio europeo “The Breaking Barriers Award- Design for All” a Bruxelles nello stesso anno, la mappa riassumeva in sé le caratteristiche che ancora oggi, oltre venti anni dopo la fondazione dell’azienda, ne rappresentano la filosofia progettuale e i caratteri guida: bellezza del prodotto, durata nel tempo e universalità d’uso. Tutt’ora un unicum per il mercato di riferimento. La mappa era stata realizzata in un unico corpo in alluminio, materiale scelto tutt’ora per garantirne la durata nel tempo, e lavorata e spazzolata interamente a mano per essere piacevole al tatto senza pungere o graffiare i polpastrelli durante l’uso. Il contenuto, infine, era stato presentato non solo in braille, il linguaggio dei non vedenti, ma anche con le lettere dello stampatello perché le persone diventate cieche spesso non conoscono il braille, ma ricordano le lettere che hanno conosciuto da vedenti.