Architetto e Ingegnere, Docente presso la facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Brescia. Laureato in Ingegneria all’Università degli Studi di Brescia e in Architettura al Politecnico di Milano. Con il proprio studio di architettura svolge attività di progettazione e di ricerca occupandosi prevalentemente di tematiche legate all’involucro dell’edificio, all’efficienza energetica e all’innovazione tecnologica nell’architettura, sia per nuovi edifici che nell’ambito della riqualificazione architettonica. È stato membro del comitato scientifico e autore di articoli per diverse riviste di architettura.
Orizzonti di cemento: le case al mare nell’architettura contemporanea
L’idea di una casa al mare evoca immagini di leggerezza, materiali naturali, legno sbiancato dal sole e grandi vetrate che si aprono sul blu infinito. Ma cosa succede quando a questo scenario idilliaco si aggiunge un protagonista inaspettato come il cemento? L’architettura contemporanea ha ridefinito il concetto stesso di abitazione costiera, abbracciando il calcestruzzo non solo come struttura portante invisibile, ma come elemento espressivo primario, capace di creare rifugi sorprendenti che dialogano intensamente, a volte in modo sorprendente, con il paesaggio marino.
Il calcestruzzo oltre lo stereotipo: un materiale per la costa
Per molti, l’associazione tra cemento e mare potrebbe sembrare insolita, persino stridente. L’immaginario comune spesso relega il calcestruzzo a strutture industriali o urbane grigie e massicce. Eppure, nelle mani di architetti visionari, il cemento si è rivelato un materiale straordinariamente versatile e profondamente adatto per le abitazioni in contesti costieri. Lontano dalla sua immagine più tradizionale, il calcestruzzo nell’architettura contemporanea si trasforma in superfici levigate o audacemente texturizzate, volumi puri e forme scultoree che si integrano armoniosamente, o al contrario contrastano in modo voluto e drammatico, con l’ambiente circostante.
Questa scelta non è mai solo estetica. Le case al mare in cemento spesso rompono con la tradizione costruttiva locale, proponendo un’architettura che può spaziare dal minimalismo più rigoroso al brutalismo raffinato, fino alla pura espressione scultorea. Questa direzione progettuale è alimentata dalle qualità intrinseche del calcestruzzo, che lo rendono ideale per affrontare le sfide uniche e spesso estreme dell’ambiente marino. È un materiale che non teme il confronto con gli elementi, ma anzi li accoglie, diventando parte integrante del paesaggio stesso.

Diego Opazo, Fran Silvestre Arquitectos, House of the Cliff
Resilienza e durabilità: le sfide dell’ambiente costiero
Vivere in riva al mare significa confrontarsi quotidianamente con elementi naturali potenti e potenzialmente corrosivi. L’umidità salmastra, la salsedine portata dal vento, le mareggiate impetuose e l’esposizione costante ai raggi UV mettono a dura prova qualsiasi materiale da costruzione. In questo contesto così aggressivo, il calcestruzzo emerge non solo come un’opzione valida, ma come materiale performante in termini di resilienza e durabilità, offrendo risposte concrete a queste sfide. In particolare:
- Resistenza alla corrosione e agli agenti atmosferici: a differenza di molti altri materiali che possono subire degrado, deformazione o corrosione accelerata in un ambiente salino, il calcestruzzo, se opportunamente formulato con miscele ad alte prestazioni e additivi specifici, offre un’eccezionale resistenza all’azione corrosiva del sale e dell’umidità. Questo garantisce una vita utile prolungata all’edificio con esigenze di manutenzione significativamente ridotte nel tempo. La sua superficie compatta limita l’infiltrazione di acqua e agenti aggressivi, preservando l’integrità strutturale.
- Stabilità strutturale e protezione dai fenomeni estremi: la sua intrinseca robustezza e massa rendono il calcestruzzo il materiale ideale per affrontare le forti raffiche di vento tipiche delle zone costiere, spesso soggette a tempeste e uragani. La sua inerzia strutturale permette di realizzare edifici che offrono un forte senso di sicurezza e solidità, resistendo a eventuali mareggiate e alla forza del moto ondoso, specialmente se le fondazioni e le prime elevazioni sono progettate per tale scopo.
- Inerzia termica ed efficienza energetica: il calcestruzzo è un eccellente materiale con elevata inerzia termica. Questo significa che ha la capacità di accumulare e rilasciare calore lentamente. Nelle case al mare, ciò si traduce in un notevole vantaggio: gli interni si mantengono freschi durante le calde giornate estive, riducendo la necessità di climatizzazione, e mantengono il calore in inverno, se l’edificio è adeguatamente isolato. Questa proprietà contribuisce significativamente a ridurre i consumi energetici, allineandosi ai moderni requisiti di sostenibilità.
- Isolamento acustico: la densità del calcestruzzo offre anche un eccellente isolamento acustico, proteggendo gli abitanti dai rumori del vento forte, delle onde fragorose o di eventuali attività turistiche, garantendo un’oasi di pace e tranquillità.
Queste caratteristiche non solo rendono il calcestruzzo una scelta estetica di pregio, ma una soluzione profondamente funzionale ed economicamente vantaggiosa nel lungo termine per le abitazioni in contesti marini, dove altri materiali potrebbero deteriorarsi più rapidamente o richiedere interventi manutentivi costosi e frequenti.
Estetica e integrazione paesaggistica: un dialogo tra puro e naturale
L’uso del cemento nelle case al mare non è mai casuale; è una scelta consapevole che mira a creare un’architettura di forte impatto visivo e sensoriale, che stabilisce un dialogo profondo con il paesaggio.
- Minimalismo, purezza formale e contatto con la natura: il calcestruzzo a vista consente la creazione di volumi puri, linee essenziali e forme geometriche quasi scultoree. Spesso, queste architetture sembrano emergere organicamente dal paesaggio roccioso circostante, fondendosi con la geologia del luogo. In altri casi, si stagliano come elementi di architettura pura e meditativa, un contrasto voluto con la morbidezza delle dune sabbiose o la mutevolezza del mare, creando un effetto di quiete e contemplazione. La sua neutralità cromatica, un grigio che varia dalle tonalità più chiare alle più scure, si sposa con le infinite sfumature del cielo, del mare e della terra, permettendo all’architettura di essere un sottile fondale per i colori della natura.
- Superfici, texture e sensorialità: le possibilità di lavorazione del calcestruzzo sono quasi infinite, offrendo una ricchezza tattile e visiva sorprendente. Può essere levigato fino a ottenere una finitura setosa e riflettente che quasi assomiglia al marmo, oppure lasciato grezzo (“béton brut”) per enfatizzare la sua matericità e le tracce della cassaforma, trasmettendo un senso di autenticità e forza. Può anche essere trattato con particolari tecniche di sabbiatura, bocciardatura o mediante l’uso di matrici, per creare texture complesse che catturano la luce in modo dinamico, modificando la percezione dell’edificio a ogni ora del giorno. Questo permette agli architetti di giocare con le percezioni visive e tattili, creando atmosfere uniche e profondamente immersive.
- Dialogo intenso con la luce naturale: le superfici in cemento, siano esse lisce o texturizzate, riflettono e assorbono la luce in modi particolari, creando giochi di ombre e chiaroscuri che cambiano costantemente con il movimento del sole e le condizioni atmosferiche. Questo dinamismo trasforma le pareti in tele mutevoli. Grandi aperture, ampie vetrate scorrevoli e sapienti tagli nella massa permettono alla luce marina, così vibrante e intensa, di inondare gli interni, esaltando la matericità del calcestruzzo e creando una connessione visiva ininterrotta e profonda con l’esterno, abbattendo le barriere tra interno ed esterno.
- Colori e pigmentazione. Il cemento che svela nuove tonalità: nonostante l’immagine comune di un materiale monocromatico, il calcestruzzo può essere pigmentato in massa per ottenere una vasta gamma di colori. Dai toni sabbiosi e terrosi che richiamano la spiaggia e la roccia locale, ai grigi-blu che si fondono con le tonalità dell’acqua, fino a colori più audaci per un impatto maggiore e una personalizzazione estrema. Questa flessibilità cromatica lo rende un materiale ancora più adattabile alle visioni architettoniche più diverse.

Case iconiche: esempi di cemento costiero nel mondo
Numerosi architetti di fama internazionale hanno esplorato e celebrato il potenziale del calcestruzzo in contesti marini, creando opere che sono diventate veri e propri punti di riferimento nell’architettura contemporanea. Ogni progetto racconta una storia diversa di integrazione, innovazione e sfida al paesaggio, dimostrando la versatilità del materiale.
Un esempio emblematico è il lavoro di Marcio Kogan e del suo Studio MK27 in Brasile. Le sue case al mare, spesso immerse in paesaggi tropicali, utilizzano il cemento a vista in modo magistrale per creare volumi puri e linee orizzontali nette che si aprono su panorami mozzafiato. Progetti come la “Casa Branca” o la “Casa Mororó” mostrano come il cemento, abbinato a grandi vetrate e elementi in legno, possa definire spazi ampi e fluidi, in un dialogo costante tra interno ed esterno. La massa del calcestruzzo fornisce una base solida e protettiva, mentre la sua superficie pulita permette alla natura circostante di essere la vera protagonista.
Lo studio spagnolo Fran Silvestre Arquitectos è un altro esponente di spicco di questa tendenza. Le sue opere, spesso situate su scogliere a picco sul Mediterraneo, sono caratterizzate da un minimalismo estremo e da una purezza formale quasi astratta. Progetti come la “House on the Cliff” (Casa sull’Acantilado) in Spagna, sebbene rivestita in bianco, rivela la sua struttura e la sua logica volumetrica in calcestruzzo, che le permette di “galleggiare” audacemente sul pendio. La scelta del cemento permette a Silvestre di realizzare sbalzi impressionanti e volumi che sembrano sospesi, creando un’esperienza spaziale drammatica e ininterrotta verso l’orizzonte. Il cemento, qui, è l’ossatura invisibile e potente che rende possibile questa leggerezza visiva.
Anche lo studio israeliano Pitsou Kedem Architects si distingue per il suo uso raffinato del calcestruzzo in abitazioni che si affacciano sul mare. Le loro creazioni, spesso in Israele, combinano una geometria rigorosa con una sensibilità per la luce e i materiali naturali. Progetti come la “House on the Sea” o la “Concrete House” dimostrano come il calcestruzzo, con le sue superfici lisce e le sue tonalità neutre, possa creare spazi di grande serenità e lusso minimale. Le loro case spesso si aprono sul Mediterraneo con ampie vetrate, bilanciando la solidità monolitica del cemento con la trasparenza del vetro, creando un dialogo tra forza e delicatezza.
Lo studio australiano-italiano MORQ, fondato da Matteo Monteduro, Emiliano Roia e Andrea Quagliola, ha esplorato l’uso del calcestruzzo in contesti naturali e costieri con una sensibilità unica, che valorizza la matericità grezza e l’interazione con la luce. Esemplare in tal senso è “Villa RA”, un progetto che incarna la loro filosofia. Situata in un paesaggio roccioso, la villa si caratterizza per il rivestimento in cocciopesto che permette di fondere letteralmente l’edificio nel paesaggio risultando cromaticamente simile al terreno, effetto ottenuto utilizzando le stesse finiture per gli interni e una resina a pavimento dello stesso colore e texture. Le sue pareti massicce non sono solo strutturali, ma diventano una pelle protettiva e meditativa che filtra il mondo esterno, creando interni intimi e un profondo senso di radicamento nel sito. Il loro uso del calcestruzzo non è solo strutturale, ma diventa un elemento sensoriale che invecchia con grazia, acquisendo carattere nel tempo, e che si integra profondamente con il paesaggio attraverso un linguaggio tattile e visivo.

Diego Opazo, Fran Silvestre Arquitectos, House of the Cliff
Infine, lo studio svedese-greco OOAK Architects (Office Of Architecture in Komi) ha realizzato progetti notevoli sulle isole greche, dove il calcestruzzo è spesso protagonista. Le loro case si integrano con il paesaggio roccioso attraverso volumi netti e un uso materico del cemento che richiama la pietra locale, quasi come se fossero elementi geologici emersi dal terreno stesso. La “Casa Karpathos” in Grecia è un esempio eccellente di come il calcestruzzo può fondersi con la morfologia del terreno, quasi scomparendo alla vista da alcune angolazioni, offrendo al contempo un rifugio solido e contemporaneo.
A questi si aggiungono i cileni Pezo von Ellrichshausen, il cui lavoro è un inno alla forma pura e alla monumentalità materica. Le loro case, spesso erette in contesti naturali isolati, incluse alcune sulle coste cilene, si presentano come blocchi monolitici di calcestruzzo, talvolta pigmentato o levigato. Progetti come la “Casa Gago” o la “Casa Poli” esprimono una ricerca quasi archetipica dell’abitazione, dove il cemento a vista non è un rivestimento ma l’essenza stessa della struttura. Le loro architetture sono introverse e allo stesso tempo profondamente connesse al paesaggio attraverso aperture calibrate che incorniciano viste specifiche, trasformando il calcestruzzo in una massa protettiva che media l’esperienza dell’immensità naturale.
Non possiamo poi dimenticare il Premio Pritzker Alejandro Aravena con il suo studio Elemental, anch’esso cileno. Sebbene più noto per i suoi progetti di edilizia sociale, Aravena ha dimostrato l’eccezionale versatilità del calcestruzzo anche in contesti residenziali privati e in ambienti estremi. Le sue “Case sulla Scogliera” (una serie di prototipi o studi non sempre realizzati su larga scala ma estremamente significativi nel suo portfolio) esplorano come il cemento possa essere impiegato per creare strutture robuste e resilienti contro le forze naturali, con un’estetica che è al tempo stesso pragmatica e potente. L’approccio di Elemental è sempre volto a massimizzare il valore con risorse limitate, e il calcestruzzo, per la sua durabilità e costi-efficienza, è un materiale chiave in questa filosofia, anche in abitazioni che devono resistere all’aggressività dell’ambiente costiero.
Infine, l’architetto argentino Luciano Kruk è diventato un punto di riferimento per l’uso del calcestruzzo a vista in case unifamiliari, molte delle quali situate in contesti naturali, tra cui le dune costiere argentine. Le sue opere sono caratterizzate da un’estetica brutalista raffinata, dove il cemento grezzo, con le impronte delle casseforme a vista, diventa l’elemento dominante e la finitura stessa. Case come la “Casa di Cemento” (Casa de Hormigón) o la “Casa nella Duna” (Casa en la Duna) a Mar Azul, mostrano come Kruk crei volumi puri e introspettivi che si inseriscono con forza ma anche con rispetto nel paesaggio. Le sue architetture, spesso elevate su pilastri per minimizzare l’impatto sul terreno sabbioso, offrono spazi interni protetti e meditativi, con aperture strategiche che incorniciano la natura circostante, dimostrando la capacità del cemento di creare rifugi robusti e di grande impatto visivo in ambienti delicati come le coste.
Per un esempio italiano di grande rilevanza storica e materica, possiamo aggiungere Cini Boeri con la sua iconica “Casa Bunker” all’Isola della Maddalena (1967). Questa villa, progettata dalla celebre architetta italiana, è un esempio straordinario di come il cemento armato possa essere impiegato per creare un’architettura che è al contempo un rifugio solido e una parte integrante del paesaggio roccioso. Le sue pareti spesse e inclinate in cemento a vista, che le valsero il nome di “bunker” dagli abitanti locali, non solo offrono una protezione eccezionale dai forti venti e dalla salsedine dell’ambiente sardo, ma creano anche un’estetica potente e scultorea che si fonde con la geologia del luogo. Le aperture calibrate incorniciano viste spettacolari sul mare, bilanciando la massività del cemento con una profonda connessione visiva con l’esterno, dimostrando una sensibilità unica all’integrazione tra costruito e natura.
In Italia inoltre si possono trovare vari esempi realizzati da diversi studi che stanno sperimentando con il calcestruzzo in abitazioni costiere, cercando un equilibrio tra tradizione locale e innovazione materica, spesso reinterpretando le forme vernacolari attraverso un linguaggio contemporaneo in cemento. Queste realizzazioni, spesso più discrete ma non meno significative, si fondono con il paesaggio mediterraneo, offrendo rifugi moderni e resistenti.
Questi esempi globali testimoniano come il calcestruzzo sia diventato un linguaggio universale per l’architettura costiera, capace di interpretare diverse sensibilità e di rispondere a esigenze climatiche e culturali specifiche.

Il contributo di Heidelberg Materials: calcestruzzo per il futuro costiero
Heidelberg Materials, con la sua ricerca e sviluppo costante, è in prima linea nell’offrire soluzioni di calcestruzzo che rispondono perfettamente alle esigenze e alle sfide dell’architettura costiera contemporanea. L’innovazione nel settore dei materiali da costruzione è fondamentale per permettere agli architetti di realizzare le loro visioni più audaci e sostenibili.
- Calcestruzzi ad Alte Prestazioni (HPC) e Ultra Alte Prestazioni (UHPC): questi calcestruzzi di nuova generazione, con la loro maggiore densità, resistenza meccanica e durabilità, sono ideali per ambienti aggressivi come quelli marini. La loro formulazione avanzata li rende meno permeabili, garantendo una maggiore protezione dalle infiltrazioni di sale e umidità e una resistenza eccezionale anche in condizioni climatiche estreme e sismiche, allungando significativamente la vita utile dell’edificio.
- Soluzioni sostenibili e a basso impatto ambientale: l’impegno di Heidelberg Materials nella riduzione delle emissioni di CO2 e nello sviluppo di calcestruzzi a basso impatto ambientale è tangibile. Attraverso l’uso di materie prime riciclate (come aggregati da demolizione), leganti innovativi a ridotto contenuto di clinker (ad esempio cementi LC3 o con scorie d’altoforno) e l’ottimizzazione dei processi produttivi, è possibile costruire case al mare non solo esteticamente belle e durevoli, ma anche profondamente rispettose dell’ambiente in cui sono inserite, contribuendo a un’economia circolare.
- Calcestruzzi architettonici e finiture speciali: la capacità di Heidelberg Materials di produrre calcestruzzi con formulazioni specifiche per l’architettura permette di ottenere superfici a vista di altissima qualità estetica. La possibilità di integrare pigmenti in massa, di controllare la tessitura e di offrire diverse finiture superficiali (lucide, opache, spazzolate, sabbiate) apre infinite possibilità per gli architetti che desiderano esplorare la componente estetica del materiale in tutte le sue sfumature, adattandolo perfettamente al contesto paesaggistico e alla visione progettuale.
Conclusioni: il cemento, protagonista del paesaggio marino di domani
Le case al mare in cemento non sono un semplice trend effimero, ma rappresentano una direzione significativa e consolidata nell’architettura contemporanea. Sono la dimostrazione lampante di come un materiale spesso percepito come “industriale” e “freddo” possa trasformarsi in un elemento di profonda connessione con la natura, offrendo protezione, bellezza e un senso di atemporalità. La loro solidità intrinseca si sposa con la liquidità del paesaggio, creando un dialogo tra l’uomo e l’ambiente.
Il calcestruzzo, nelle sue diverse declinazioni e con le innovazioni di aziende come Heidelberg Materials, è e sarà sempre più un materiale in grado di offrire grandi potenzialità a chi cerca di costruire non solo una casa, ma un’esperienza abitativa che sia solida, resiliente, sostenibile e armonicamente inserita nell’incantevole e sfidante cornice del paesaggio marino. La prossima volta che vedrete una casa in cemento affacciata sul mare, provate a percepirne la forza silenziosa, la bellezza austera e il profondo legame con l’orizzonte.
Foto in copertina: © Diego Opazo, Fran Silvestre Arquitectos, House of the Cliff
© RIPRODUZIONE RISERVATA