Dopo la formazione in architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito l'abilitazione professionale, si è occupata per anni di allestimenti museali, per mostre e fiere presso studi di architettura e all’ICE - Istituto nazionale per il Commercio Estero. In seguito si è specializzata frequentando il "Corso di alta formazione e specializzazione in museografia" della Scuola Normale Superiore di Pisa. Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale di Firenze, sua città d'adozione. I suoi articoli sono stati pubblicati su Abitare, Domus, Living, Klat, Icon Design, Grazia Casa e Sky Arte. Oltre all'architettura, ama i viaggi e ha una predilezione per l'Estremo e il Medio Oriente.
L’ospedale del futuro è in costruzione nel centro di Milano
Definito “la più grande opera architettonica degli ultimi 90 anni che ridisegna il centro di Milano”, il nuovo Policlinico del capoluogo lombardo è uno degli interventi più attesi del prossimo biennio. Ecco perché. Prima di tutto, la salute. Nell’epoca segnata dalle (prolungate) inquietudini pandemiche, ad aver riconquistato piena centralità nel sentire collettivo e nelle speranze condivise è il benessere psicofisico. Di riflesso, appare rafforzato anche oltre il ristretto perimetro degli specialisti l’interesse per i luoghi deputati alla cura della persona e per le modalità con cui si compiono i percorsi di degenza, recupero e guarigione. Sebbene appartenga a una fase precedente lo scoppio dell’emergenza sanitaria, il progetto del Nuovo Policlinico di Milano rientra a pieno titolo nella cerchia degli interventi che stanno ridefinendo il carattere dell’edilizia sanitaria italiana. Affronta, in parallelo, questioni elevate allo status di “urgenza” a partire dal 2020: dal rapporto fra le terapie mediche e le aree verdi all’aperto fino alla capacità di saper provvedere, all’occorrenza, alla gestione delle maxi-emergenze. Proprio in risposta a quest’ultima esigenza, il parcheggio interrato del nascente nosocomio sarà attrezzato per affrontare le situazioni di criticità, mentre, in condizioni normali, fornirà circa 500 posti auto (riservati a dipendenti, visitatori e pazienti).
Della struttura con la quale il team formato da Boeri Studio (team leader, Stefano Boeri, Giovanni La Varra, Gianandrea Barreca), Techint S.p.a. (consortium leader), ABDArchitetti, B.T.C. S.r.l., C+S Associati, Labics, LAND S.r.l., TRT Trasporti e Territorio S.r.l. si aggiudicò nel 2007 il Concorso Internazionale di Progettazione e Riqualificazione dell’area “Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena” di Milano, la dotazione probabilmente già più nota (e candidata a divenire l’elemento identitario dell’intero sito) è il giardino terapeutico sopraelevato. Attualmente in costruzione tra via Francesco Sforza e via della Commenda, nel centro storico di Milano, il Nuovo Policlinico sarà costituito da due blocchi di 7 piani ciascuno (piano terra compreso). Un sistema di passerelle unirà entrambi i volumi al corpo centrale, di 3 livelli, contraddistinto dal roof garden di circa 6000 mq. Un “Giardino Alto”, che l’architetto Stefano Boeri presentò come una «novità nel panorama internazionale delle strutture sanitarie», nel quale le presenze vegetali e arboree svolgeranno un ruolo “attivo”, in quanto «coadiuvanti nelle terapie e nella qualità della degenza ospedaliera», secondo il progettista. Molteplici le funzioni ospitate in questo spazio, molte delle quali proposte con il dichiarato obiettivo di affiancare le terapie mediche: in quota saranno infatti allestiti i percorsi riabilitativi per i degenti e verranno organizzati laboratori di ortoterapia; previste aree per il relax di operatori sanitari, assistenti e familiari, oltre a zone per la pet therapy, lo yoga, il fitness per la terza età e per le donne in gravidanza.
Alla salute femminile, nonché a quella del neonato e del bambino, sarà del resto destinato (in larga parte) l’Edificio Sud e a una porzione dell’edificio centrale (che, a sua volta, disporrà di 21 sale operatorie). Nel dettaglio saranno realizzate l’Area ginecologica, l’Area dedicata alla Maternità e alla Patologia della Gravidanza (provvista di un Blocco Parto con 11 sale travaglio, 3 delle quali per il parto in acqua, e 3 sale operatorie per le urgenze ostetriche), l’Area dell’urgenza, contraddistinta dal Pronto Soccorso ostetrico-ginecologico, dal Soccorso Violenza Sessuale e Domestica e dal Pronto Soccorso Pediatrico. Nel Nuovo Policlinico, inoltre, le donne con gravidanza a basso rischio avranno a disposizione due “Case del Parto”, ovvero mini-appartamenti con un’impronta familiare e rassicurante che, per qualsiasi imprevisto, saranno comunque collocati nelle immediate vicinanze degli ambienti sanitari. Ulteriori attività a carattere medico-chirurgico si svolgeranno nell’Edificio Nord; una volta ultimato disporrà dell’Area Polispecialistica Medica, destinata ai pazienti cronici e fragili e alle persone con malattie rare, oltre che dell’Area per la Chirurgia Generale e per le Chirurgie Super-Specialistiche, trapianti inclusi.
A unificare gli ultimi piani dei due edifici omologhi saranno le suite per i pazienti che sceglieranno di optare per il ricovero in regime di solvenza. Il complesso da 900 posti letto funzionerà in maniera sinergica con alcuni dei padiglioni attualmente in uso, fra cui la Clinica Mangiagalli, destinata ad attività di day hospital e di day surgery, agli ambulatori e al Centro per la Procreazione Medicalmente Assistita, e il Padiglione Guardia-Accettazione. Quest’ultimo, risalente al 2015, accanto al Pronto Soccorso Generale per gli adulti accoglierà nel prossimo futuro anche alcune nuove aree. Una sorta di “grande pubblica coperta”, con servizi (a carattere commerciale e terziario) destinati all’intera cittadinanza collocati al livello terra dell’edificio centrale, diverrà la porta d’accesso alla nuova struttura sanitaria, connettendo le due arterie viarie che delimitano l’area di cantiere, pari a 23mila metri quadrati.
Per l’iter costruttivo del Nuovo Policlinico, che ha inevitabilmente subito i contraccolpi della pandemia, è stata annunciata una durata di 1.095 giorni. Al momento si punta a concludere la fase di costruzione entro il 2023, con il traguardo di avviare l’attività medica, accogliendo il primo paziente, nel primo semestre del 2024. Necessari, affinché questo passaggio si verifichi, sono il collaudo, l’allestimento di tutte le attrezzature e degli arredi, nonché le procedure di accreditamento da parte dell’Agenzia per la Tutela della Salute. A occuparsi della realizzazione dell’intera opera, previa gara pubblica, è stato individuato il Consorzio Stabile SIS (Consorzio Stabile SIS S.c.p.a. – capofila – in A.T.I. con Palaser s.r.l., Consorzio Innova società cooperativa ed AR.CO. Lavori S.C.C.), al quale sono stati affidati tutti i lavori previsti dal progetto esecutivo: dall’esecuzione delle opere di scavo alle fondazioni, fino ogni singola opera edificatoria. Calcestruzzi, direttamente coinvolta, indica che il volume complessivo di calcestruzzo per l’intero cantiere sarà di circa 80.000 metri cubi. Per le platee di fondazione sarà impiegato il 30% di tale quantità (circa 25.000 metri cubi). A dare un’idea delle attività in corso nel cantiere sono ulteriori parametri numerici, relativi alle forniture avviate nel marzo 2022: i getti per ogni singola platea, ad esempio, variano dai 400 ai 550 metri cubi e necessitano dell’impiego di 2 autopompe e di un numero di autobetoniere variabile da 13 a 15. Mezzi, materiali e modalità di lavoro sono stati appositamente proporzionati per assicurare una fornitura puntuale, così da evitare discontinuità e interruzioni. Nel cantiere viene utilizzato calcestruzzo sostenibile del tipo C40/45 in ECO CAM della gamma eco.build, proveniente dall’impianto di Peschiera Borromeo (MI): è addizionato con additivo cristallizzante, che permette l’impermeabilizzazione della struttura in calcestruzzo. Si tratta di una delle strategie adottate nella costruzione dell’ospedale in un’ottica di riduzione dell’impatto ambientale.
Più in generale, a contraddistinguere il Nuovo Policlinico, saranno innovative tecnologie anti-sismiche, nonché dotazioni interne “intelligenti”, messe a punto per rendere più confortevole l’esperienza individuale di permanenza. È questo il caso, fra gli altri possibili, dei letti di degenza previsti: saranno dotati di testate con luci biodinamiche, la cui capacità di replicare le normali variazioni della luce naturale, allineandosi con i suoi mutamenti nel corso del giorno, consente di rispettare il fisiologico ritmo circadiano, con dirette ricadute sul ciclo sonno-veglia, su pressione, frequenza cardiaca e umore.
Scelte compositive, distributive, tecniche e tecnologiche, nonché la pluralità delle funzioni accolte rappresentano i pilastri di un policlinico che potrebbe gettare le basi per ridefinire il concetto di edificio sanitario pubblico su scala nazionale. Pari a 201 milioni di euro è il costo complessivo per la realizzazione delle opere richieste dal bando; dal Fondo Ca’ Granda, appositamente costituito e dedicato al social housing, arrivano 135 milioni, cui si sommano i 30 milioni stanziati da Regione Lombardia e i 36 milioni messi a disposizione dal Ministero della Salute.