Aspettando il SAIE: la città e il territorio raccontati dal Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Bologna

Dal 19 al 22 ottobre a Bologna torna il SAIE, la fiera delle costruzioni leader del settore. In vista di questo appuntamento, abbiamo coinvolto in una intervista approfondita l’architetto Marco Filippucci, Presidente dell’Ordine degli Architetti Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori della Provincia di Bologna, per aiutarci a fare il punto su diversi aspetti legati all’architettura, al patrimonio e al lavoro dei professionisti dell’Emilia-Romagna.

Grazie per aver accettato il nostro invito. Partiamo dal territorio: quali sono gli aspetti che contraddistinguono la situazione odierna del costruito in Emilia-Romagna?

Qual è quindi la situazione lavorativa per i professionisti della sua regione?

Tanto lavoro, ma poche opportunità di valore. Se cinque domande su dieci sono per fare dei cappotti, occupi il tuo tempo lavorativo e le tue risorse per guadagnarti da vivere, ma così si perde un po’ il senso della figura dell’architetto. Questo è sicuramente un dato interessante su cui lavorare anche come Ordine e lo stiamo facendo. Anche con la Federazione Ordini Architetti P.P.C. dell’Emilia-Romagna cerchiamo di far capire che una buona architettura non viene solo dall’architetto, ma molto è determinato da un’ottima domanda.

Scendiamo di scala. Dalla regione alla città di Bologna. Proviamo ad addentrarci nella “Rossa”, come da sempre viene chiamata: le chiedo una sua lettura sulla condizione attuale in materia di conservazione e trasformazione del patrimonio architettonico.

Bologna è rossa non solo per il suo retaggio politico, ma anche per i suoi tetti, i mattoni, gli intonaci. La città ha avuto una buona capacità di conservazione di quegli immobili ritenuti di valore testimoniale, architettonico e storico. A questo è stato affiancato un lavoro interessante di identificazione delle architetture del moderno, non tutelate dalla sovrintendenza, ma normate a livello locale con un’attenzione rivolta alla loro conservazione. Quindi Bologna ha lavorato bene. C’è un però, o meglio un alert: nell’ambito dei bandi del PNRR, molti enti pubblici locali hanno scelto di candidare edifici del moderno, proponendoli come sostituzione; questo significa demolire interventi come quelli dell’architetto Dante Bini, solo per citarne uno. Non trattandosi di beni vincolati, di fronte alle interessanti opportunità economiche del bando, si sono fatte scelte senza prendere in considerazione il valore storico e simbolico di alcuni edifici.

Parliamo del contemporaneo: è interessante come in questa città – molto più che in altre del territorio italiano – convivano la parte storia e una discreta concentrazione di nuovi interventi di elevata qualità architettonica, come il MAST dello studio Labics, la Fondazione Golinelli di diverserighestudio, il Comune di Bologna Headquarters di Mario Cucinella Architects. Quale terreno ha reso possibile questa condizione di fertilità?

Tra questi esempi virtuosi, mi sento di aggiungere il nuovo Hospice Pediatrico progettato da Renzo Piano – RPBW, che sarà ultimato a breve. Se prendiamo i committenti di questi episodi non ce n’è uno pubblico (anche il Comune di Bologna Headquarters è frutto di un project financing). Ribadisco quindi il mio concetto di prima: se la domanda è buona, lo è anche il risultato. Credo che dei committenti illuminati siano fondamentali e sono un sostenitore degli interventi pubblici fatti anche tramite project finacing, nei quali viene riconosciuto il valore architettonico di una proposta. Accanto a questo, sono assolutamente convinto del ruolo fondamentale dei concorsi. Come Ordine noi siamo stati i primi in Italia ad aver creato una piattaforma seria dedicata ai concorsi concorsiarchibo.eu, che nel 2021 ha compiuto dieci anni, grazie al lavoro dei precedenti consigliori e del presidente Arch. Pier Giorgio Giannelli.

L’architettura però ha un legame profondo con il territorio, non è fatta solo di singoli edifici. Quali sono le trasformazioni urbane e sociali più significative che ha visto Bologna negli ultimi dieci/vent’anni?

Direi due, in due direzioni opposte, ma entrambe dall’elevato valore culturale e sociale. Il primo è il progetto dell’ex mercato ortofrutticolo di Scagliarini + Tasca Studio, un’area enorme, alle spalle della stazione centrale, nel sub-quartiere della Bolognina. Una trasformazione radicale, con una incidenza potente: un intervento di gentrificazione – nella sua accezione migliore – che ha dato valore a un contesto urbano socialmente complesso, grazie a servizi, residenze, aree verdi e pubbliche utilizzate da tutto il quartiere. Il secondo progetto è DumBo: un esempio di riconversione e rinascita, dove l’amministrazione ha deciso di creare nell’ex Scalo merci Ravone, un’area multifunzionale dedicata alla cultura e allo svago, conservandola così com’era. A questi due esempi si aggiunge una serie di micro-interventi di agopuntura urbana, che hanno migliorato puntualmente lo spazio pubblico; un plauso all’amministrazione, ma con una spinta a migliorare ancora questo indirizzo.

In tema di trasformazioni sociali poi, non posso non citare il turismo: è stata la più grande rivoluzione degli ultimi dieci anni per Bologna, ha generato una forte trasformazione del tessuto urbano, con l’apertura di servizi ad hoc; di pari passo ha accesso l’attenzione sul tutelare la città, governando questo cambiamento, per evitare il famoso “effetto Disneyland”.

Una città aperta che oltre a molti turisti, ospita anche grandi manifestazioni. A questo proposito, dal 19 al 22 ottobre Italcementi e Calcestruzzi, insieme a molte altre aziende di qualità del settore, parteciperà al SAIE, la fiera delle Costruzioni, che si tiene proprio a Bologna. Che cosa si augura in questa occasione? 

Mi auguro che il SAIE possa continuare a essere un punto di riferimento per il sistema delle costruzioni in Italia, perché tanti architetti si sono informati e formati anche grazie al SAIE. Seppur il sistema fiera sia affiancato oggi dalla fruizione delle nozioni online, credo che il fatto di poter fare esperienza diretta, sia sempre un valore aggiunto. Mi auguro, inoltre, che questi eventi possano fare sempre più cultura architettonica, aprendosi anche alla città. Questo perché è importante raccontare anche ai cittadini che ogni materiale è importante, se usato correttamente; Bologna, per esempio accoglie molti esempi di uso virtuoso del cemento, come negli interventi degli architetti Vignali e Muggia

Proprio in occasione del SAIE 2022, il vostro Ordine è coinvolto nell’organizzazione di alcuni eventi, cosa dobbiamo aspettarci?

Stiamo organizzando una serie di conferenze, in forma di intervista live, con una selezione di architetti di rilievo italiani e non, che ci racconteranno le loro opere in calcestruzzo. Il programma completo non può essere ancora divulgato, ma vi assicuro che sarà molto interessante. Inoltre, lanceremo un premio legato alla sostenibilità in architettura con strumenti digitali, che si aprirà il primo giorno di fiera, e i cui vincitori verranno premiati l’anno prossimo al Saie di Bari.

A proposito di sostenibilità, quale ruolo deve avere oggi e avrà questa parola nel suo territorio?

Bologna è candidata al progetto per le 100 città intelligenti e a impatto climatico zero entro il 2030 della Commissione UE, ragione per cui il tema dell’energia è molto attenzionato, sia come pianificazione che regolamentazione urbana. Inoltre, c’è stato un forte investimento in termini di mobilità dolce e pedonale, finalizzando la realizzazione di ciclovie urbane ed extraurbane (come la Ciclovia del Sole).

C’è solo un piccolo però: la necessità di delicatezza del lavorare sul risparmio energetico in un tessuto storico importante, dove è impossibile raggiungere livelli energetici come sul nuovo. Ritengo importante però intervenire comunque, anche solo per migliorare la classe energetica di qualche punto, che permetterebbe comunque di raggiungere un livello medio molto alto. È un equilibrio molto delicato e si tratta di una delle battaglie che si è fatta quando è uscito il nuovo piano regolatore; credo che Bologna, seppur ancora in maniera acerba, abbia dei professionisti che pongono la giusta attenzione su questi temi. All’interno del nostro Ordine, certamente questo tema è prioritario.