Enrico Borgarello entra in Italcementi nel 2005 come Direttore della Ricerca e Sviluppo e contribuisce alle più innovative applicazioni sui materiali per le costruzioni. Il team di ricerca da lui guidato ha sviluppato, tra gli altri, il cemento trasparente del Padiglione Italiano a Expo Shanghai 2010 e il cemento biodinamico di Palazzo Italia a Expo Milano 2015. Da luglio 2016 è Direttore Innovazione di Prodotto del Gruppo Heidelberg Materials. Fra i riconoscimenti più importanti: Premio Lorgna (1981), Premio Steinkopff (1997) e Premio Sapio (2010).
L’interesse per il singolo strato di grafite nasce già negli anni Quaranta, quando i fisici teorici iniziano a studiarlo per capirne le proprietà, senza riuscire però mai a osservarlo, tant’è che con il passare degli anni si iniziò a dubitare della stessa esistenza di questo materiale. La vera scoperta avvenne nel 2004, in un laboratorio inglese, quando due fisici russi, Andrej Gejm e Konstantin Novosëlov, entrambi dell’Università di Manchester, cercarono di ottenere uno strato di grafite più sottile possibile esfoliando meccanicamente il materiale, con un metodo estremamente semplice che prende il nome di “scotch-tape”. Attaccando e staccando due pezzi di scotch con all’interno un fiocco di grafite, ottennero strati sempre più sottili, di spessore infinitesimo, fino a rimanere con uno strato di carbonio dello spessore di un solo atomo. Praticamente avevano isolato il grafene e lo avevano fatto con del comunissimo nastro adesivo.