Veronica Fermani si laurea in Editoria multimediale e nuove professioni dell'informazione all'Università di Roma "Sapienza". Giornalista e content creator, ha maturato esperienze nel settore dei media on line e della comunicazione istituzionale. Si occupa di contenuti editoriali e multimediali per la società di comunicazione LOV.
«L’Europa non abbandonerà mai l’impegno per il clima». Intervista a Gianni Silvestrini, Direttore scientifico Kyoto Club, QualEnergia, KeyEnergy
La transizione energetica è in atto. Lo esige l’emergenza sempre più tangibile del climate change. Lo documenta la proliferazione di progetti volti alla cattura dell’anidride carbonica. Un esempio nitido è il primo cemento al mondo a bilancio zero di emissioni CO2 che realizza l’obiettivo di neutralità carbonica grazie all’impiego della tecnologia di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica presso l’impianto di Heidelberg Materials di Brevik, in Norvegia, senza compensazioni da crediti generati all’esterno della filiera aziendale. Ma una trasformazione così profonda e capillare non può esistere pienamente senza l’impegno ad aggiudicarsi, anche nel comparto delle costruzioni, la sfida delle fonti rinnovabili. A segnalare un balzo complessivo “beneaugurante ma da incrementare” del mondo della “clean energy” con un incoraggiante +52% è il prof. Gianni Silvestrini, Direttore scientifico Kyoto Club, QualEnergia e KeyEnergy, oltre che responsabile del Master Ridef del Politecnico di Milano e Presidente Exalto.
Qual è la situazione nel settore edilizio per quanto riguarda l’obiettivo della decarbonizzazione?
«Dal picco del 2005 le emissioni di questo settore sono scese solo del 12%, nonostante gli schemi di incentivazione per l’efficienza energetica in vigore dal 2007. La nuova Direttiva sulle case green potrà quindi stimolare l’Italia, come gli altri paesi UE, nella definizione di obiettivi intermedi e delle necessarie azioni strategiche per contenere le emissioni climalteranti di questo comparto. Ci sarà molto da fare considerando che in Italia circa il 60% degli edifici è oggi, con l’attuale classificazione, in classe F e G, le peggiori. Si tratta quindi di un passaggio fondamentale per conseguire l’obiettivo delle emissioni zero entro il 2050; Secondo la Commissione Europea, il settore delle costruzioni è responsabile del 40% della domanda di energia primaria nella UE e del 36% delle emissioni di gas serra. In Italia, il settore edile contribuisce per il 27,9% alla domanda di energia e per il 24,2% alle emissioni climalteranti. Interessante anche l’obbligo per gli Stati membri di adottare un Piano Nazionale che preveda la riduzione progressiva del consumo di energia degli edifici residenziali: l’obiettivo è il taglio del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. La nuova direttiva sulle case green prevede anche che le caldaie a gas metano vengano messe al bando dal 2040, facendo di fatto slittare di cinque anni il termine ipotizzato inizialmente dalla Commissione, ovvero il 2035. Dal prossimo anno, però, si prevede che siano vietati gli incentivi per installarle. La direttiva dovrà comunque essere recepita anche dai singoli Stati. Ci sono quindi aspetti che dovranno guidare la regolamentazione nazionale verso edifici sempre più sostenibili. Ad esempio, è probabile che ogni Stato debba ulteriormente lavorare ad affinare gli standard minimi in edilizia».
Cosa manca al comparto per una svolta decisiva in senso green?
«Serve una politica governativa coerente con i nuovi obiettivi europei. E vanno anche sostenute soluzioni innovative come quella promossa da Energiesprong di industrializzazione della riqualificazione energetica per accelerare il numero di interventi. Un altro tema su cui si inizia a riscontrare un interesse riguarda le emissioni incorporate dei materiali da costruzione. Quanto più si andrà verso edifici a bassissime emissioni, tanto più infatti bisognerà prestare attenzione alle caratteristiche dei materiali. Si stima che le emissioni dei materiali di costruzione contribuiscono al 10-20% dell’impronta di carbonio totale degli edifici dell’UE».
Lei è direttore del comitato scientifico di Key Energy l’evento sulla transizione energetica di riferimento in Sud Europa, Africa e bacino del Mediterraneo organizzato da IEG (Italian Exhibition Group). Quali sono le novità emerse quest’anno, da questo importante osservatorio?
«Intanto è stato clamoroso il successo dell’iniziativa con un incremento del 41% del numero dei visitatori e con 500 delegazioni da 57 paesi. Un risultato che è connesso alla forte ripartenza del mondo delle rinnovabili. Nel mondo con 520 GW si è visto un incremento del 52% sull’anno precedente. E in Italia la potenza solare è raddoppiata rispetto al 2022. Sul fronte convegnistico, nei 120 eventi si è registrato un notevole interesse per le novità come le Comunità energetiche e l’agrivoltaico. Ed è cresciuta l’attenzione sui sistemi di accumulo che, grazie al superbonus hanno visto a fine 2023 ben 519 mila sistemi connessi, per una potenza pari a 3,37 GW, con un focus particolare sugli accumuli di lunga durata. Molto interessanti le sessioni sull’Africa, coordinate da Res4Africa, con una forte attenzione verso il ruolo che le rinnovabili potranno fornire, iniziando con il garantire l’accesso all’elettricità alla metà della popolazione del continente che ne è ancora sprovvista».
L’attuale Commissione Europea, negli ultimi cinque anni, ha proposto e costruito il quadro strategico per il raggiungimento della neutralità climatica al 2050. Pensa che un mutamento degli equilibri politici, dopo le elezioni di giugno, potrebbe condurre a sostanziali cambiamenti?
«Non credo che il contesto cambierà drammaticamente, seppur in presenza di un rafforzamento delle destre estreme. Quindi la politica climatica continuerà, magari con qualche annacquamento, come del resto sta già avvenendo oggi. In realtà, sarà l’accelerazione dell’emergenza climatica a spingere a considerare con attenzione le politiche di riduzione delle emissioni. Un altro fattore positivo è dato dalla dalla crescita esponenziale di tecnologie che tagliano le emissioni, come il fotovoltaico e le batterie che hanno visto una incredibile riduzione dei prezzi. In conclusione, lo sforzo per muoversi nella direzione della neutralità climatica continuerà».
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