Dalla CO2 al mangime per pesci

Ridurre la CO2 dando da mangiare ai pesci – sebbene possa suonare come fantascienza, non è altro che la prossima fase della ricerca di HeidelbergCement per ridurre le proprie emissioni di carbonio. E il tutto è reso possibile dal più piccolo degli organismi: le microalghe.

Le alghe sono interessanti per molte ragioni: possono riprodursi più velocemente di qualsiasi altra pianta, per crescere necessitano solo di luce solare, acqua, CO2 e di alcune sostanze nutritive inorganiche, e possono assorbire fino al doppio del loro peso in CO2. Le alghe svolgono un ruolo importante in molti ecosistemi e costituiscono le fondamenta delle catene alimentari acquatiche. Quello che è davvero notevole è che le alghe producono circa il 50% di tutta l’aria che respiriamo. Questo è ciò che io chiamo “hidden champion”, ossia un campione nascosto!

Nel progetto sulle microalghe presso il cementificio HeidelbergCement di Safi, in Marocco, le alghe vengono prodotte dalla luce solare unita alla CO2 rilasciata dal forno durante la produzione del cemento. Un kg di alghe utilizza due kg di CO2 durante la fotosintesi. Le microalghe rispettano i criteri qualitativi per i mangimi animali e per l’acquacoltura, come avevamo già verificato nei precedenti progetti R&D in Svezia, Turchia e Francia.

Abbiamo deciso che il Marocco sarebbe stato il luogo più adatto per la coltivazione di alghe commerciali basandoci su una valutazione tecno-economica: il clima è molto favorevole, specialmente vicino al mare, con ampie aree di terreni scarsamente arabili o non arabili e – fattore importante – colleghi altamente qualificati e formati.

Ma dove in Marocco? Data la sua posizione vicina all’Oceano Atlantico, abbiamo deciso di approntare un impianto su larga scala presso il cementificio di Safi della sussidiaria di HeidelbergCement Ciments du Maroc. Nella metà del 2018, le prime alghe sono state coltivate in piccole aiuole di prova, chiamate “piste”. Successivamente, i gas di combustione della fornace di Safi sono stati connessi alle piste. Abbiamo iniziato i test con quattro specie diverse di alghe. Dopo aver valutato la crescita e le specifiche dei mangimi per animali, lo scorso giugno abbiamo insediato il candidato migliore (Chlorella) nelle aiuole per la grande produzione appena installate.

Sono davvero curioso di vedere dove ci condurrà questo progetto. Nei prossimi mesi, produrremo una grande quantità di Chlorella e spingeremo la produttività fino al limite. Poi, starà ai clienti: se saranno soddisfatti del prodotto, l’attuale impianto di prova verrà esteso su una superficie di quattro ettari per un funzionamento commerciale. L’obiettivo di medio termine è quello di ampliare ulteriormente la scala, e, sostanzialmente, di raggiungere i 400 ettari.