Dopo la laurea in Architettura al Politecnico di Milano in Tutela e Recupero, ha conseguito la laurea in Ingegneria Edile Architettura presso l’Università degli Studi di Pavia in Consolidamento delle strutture. Libero Professionista, si occupa di progettazione sostenibile con particolare riferimento allo spazio pubblico.
Sostenibilità è avere sensibilità per il territorio, ovvero l’insieme di natura e persone
La sostenibilità è una parola che rischia la sovraesposizione. Tutti oggi ne ragionano ma per chi fa l’architetto parlare di sostenibilità vuol dire declinare concretamente il concetto in un criterio di progettazione che tenga in debito conto l’ambiente in cui si va a lavorare sia in termini di storia pregressa sia per quanto concerne i bisogni e i desideri di chi andrà a vivere ciò che noi realizziamo.
La sostenibilità è una imprescindibile parte della struttura logica della progettazione in un intervento di architettura che si voglia inserire consapevolmente in un contesto senza romperne l’equilibrio. Alla luce di eventi climatici straordinari che si stanno facendo ciclici, paradossalmente ordinari, un progetto sostenibile che rispetta le dinamiche caratterizzanti il luogo è un approccio logico prima ancora che filosofico.
Come architetto, quando sono chiamata a intervenire, il mio primo contatto passa sempre attraverso la comprensione della storia, dei problemi e del contesto di riferimento, la riflessione sulla funzione che il mio lavoro dovrà avere avviene solo in seconda battuta.
In questo momento stiamo realizzando un’area verde a Montanaso Lombardo, in provincia di Lodi. Si tratta di una piazza, modellata con le fogge di giardino, che abbiamo immaginato come un percorso intervallato da spazi di sosta e riflessione. Una modalità che metterà a disposizione degli utenti un luogo dove avere la possibilità di godere della bellezza del posto che è ancora caratterizzato da una natura agreste.
L’intervento si situa vicino al cimitero cittadino e spesso abbiamo notato che manca, in luoghi con questo carattere, la presenza di uno spazio intermedio per chi visita i cari ma anche per le persone che vivono in zona. Per Montanaso Lombardo abbiamo quindi voluto tradurre in Italia il tema del cimitero nordico di cui ne è esempio particolarmente felice il bellissimo Skogskyrkogarden, il ‘Cimitero nel bosco’ che sorge a Stoccolma. Progettato dall’architetto Gunnar Asplund nel 1917 e diventato nel 1994 patrimonio mondiale dell’Unesco, l’area verde fa integralmente parte della città e viene quotidianamente frequentata dagli abitanti della capitale svedese anche per fare sport e passeggiare, una modalità che da noi sta iniziando solo ora a prendere piede. Penso alle iniziative nei cimiteri monumentali di Milano o Genova, per esempio, chiamati “musei a cielo aperto” e meta di visite guidate con scolaresche e semplici cittadini che entrano in questi luoghi per godere delle bellezze artistiche e naturali qui custodite. Si tratta di un uso del cimitero e delle aree circostanti diverso dal passato a cui siamo abituati, un uso che riflette e interpreta una nuova sensibilità emergente ma condivisa che intendiamo inserire nel nostro progetto e che arricchirà di nuovo senso il territorio.
Per realizzare il nostro intervento useremo materiali adeguati al contesto, un’area agricola in un comune di nuova fondazione vicino Lodi che da quartiere è diventato una cittadina autonoma. Per noi gli elementi del progetto dovranno quindi essere sostenibili, attenti all’ambiente e alla preservazione del suo equilibrio. Ecco perché useremo certamente il cemento i.idro DRAIN di Italcementi, prodotto che apprezziamo da anni e che abbiamo già utilizzato in altri nostri lavori come a Muggiò, per un intervento di riqualificazione di un’ampia area verde dismessa, a Tavazzano per un’area giochi e ora a Montanaso.
Grazie alla sua composizione, i.idro DRAIN consente di restituire l’acqua al terreno favorendo il deflusso idrico ed evitando di realizzare un impianto di smaltimento acque con il connesso tema delle pendenze, che in spazi grandi e verdi è sempre un problema. Inoltre, con la sua struttura porosa che consente il passaggio dell’aria, mantiene un microclima notevolmente migliore rispetto alle pavimentazioni non filtranti, come quelle in pietra o asfalto. Nella fattispecie la ventilazione oltre a un raffrescamento veloce, d’inverno impedisce la formazione di tratti di ghiaccio sulla superficie della strada realizzata con questo calcestruzzo evitando agli anziani visitatori del cimitero, ma non solo a loro, il pericolo di scivolarvi sopra e farsi del male cadendo.
La mia predilezione a lavorare con gli spazi pubblici e l’utenza che gravita in queste aree la faccio risalire al 2016, quando con il mio studio di progettazione Fog siamo stati chiamati a realizzare un progetto in Piemonte a Gerbole, una frazione di Rivalta di Torino.
Nello studio abbiamo sempre portato avanti parallelamente diverse linee di progettazione e io in particolare mi occupo di strutture, adeguamenti sismici e spazio pubblico. Questo progetto però ha spostato il mio personale ago della bilancia. Qui il nostro lavoro si è mosso sulla base di un plastico realizzato dai bambini di due scuole che hanno immaginato quello che volevano venisse realizzato nello spazio verde che avevano in comune. Un terreno posto tra le due scuole.
Noi abbiamo reso realtà i desideri di quelle due comunità di ragazzini e dei loro genitori inserendo giochi a terra, orti e sedute per i parenti che aspettavano i figli al termine delle ore di lezione. Abbiamo creato una sorta di aula all’aperto e visto cosa è successo poi con il Covid e tutto il resto credo che abbiano usato molto questo spazio.
Cercare di mettermi nei panni dell’utente, di cosa ha bisogno, per poterlo poi tradurre in qualità di spazio e soddisfarne così le aspettative è oggi la mia cifra stilistica. Come per la piazza di Muggiò, in provincia di Monza Brianza, dove abbiamo inaugurato lo scorso anno una vasta area verde di circa seimila metri quadrati che derivava dalla dismissione di una ex area industriale. Un intervento di riqualificazione che voleva restituire alla popolazione uno spazio inutilizzato creando un ambiente altamente vivibile e sostenibile con nuove funzioni, percorsi colorati, non impattanti e dalla spesa ridotta. La sfida in questo caso è stata la piazza, interessata da una preesistente urbanizzazione e bisognosa di una nuova gerarchia di percorrenza, visuale e di senso, che abbiamo ottenuto con la creazione di un legame tra contesto e progetto precedente. Consci che le piazze urbane sono difficilmente frequentate da utenti ordinari vengono attraversate ma difficilmente ci si ferma, perché la cultura dello stare all’aperto è più degli stranieri che nostra, abbiamo dato vita ad una piazza-giardino, con spazi aperti nel verde dove la gente potesse sostare con aree gioco, attrezzate per bimbi e cittadini della terza età. Uno spazio di aggregazione che consente il connubio tra urbanizzazione e verde realizzato con una sempre forte attenzione sui materiali sostenibili.
In questo caso abbiamo scelto i.idro DRAIN per la sua risposta microclimatica. Grazie alla caratteristica struttura con porosità elevata, che mette in contatto quello che a livello climatico succede sulla superficie con gli strati del terreno sottostanti, questo materiale mantiene il microclima decisamente migliore rispetto ad altri generi di pavimentazione che non sono filtranti e che creano quelle isole di calore tipicamente estive che purtroppo i cittadini hanno imparato a conoscere.
Una pavimentazione in pietra o asfalto, infatti, quando si scalda restituisce il calore all’atmosfera, il drenante invece in primis non raggiunge mai le stesse temperature e poi ha un raffrescamento più veloce concorrendo così a mitigare questi fenomeni. Sia con temperature molto elevate sia con il freddo i vantaggi di i.idro DRAIN sono innegabili per il microclima perché concorre fattivamente a evitare i picchi di temperatura, sia alta che bassa.
Noi generalmente lo usiamo colorato in pasta con tinte che andiamo a scegliere di volta in volta in base al contesto in cui va inserito e poi facciamo delle campionature. Sono tinte che costruiamo con il fornitore e con Italcementi abbiamo la possibilità di definirne le diverse gradazioni, scegliendo tra quelle che meglio si adattano alle nostre esigenze. A Tavazzano, dove abbiamo un progetto in fase avanzata per la riqualificazione di uno spazio con importante area gioco, stiamo definendo le gamme di rosso, giallo e azzurro. Per Muggiò la palette dei colori l’abbiamo tenuta sui toni terra, dal giallo al rosso al marrone e all’arancione per uno spazio importante dedicato al gioco. A Montanaso invece pensiamo ai toni di marrone terrabruciata per il percorso e giallo senape per gli ingressi in prossimità alla zona verde.
Con Italcementi lavoriamo insieme dal 2018. La loro proposta ci è parsa convincente fin dalla prima volta, quando ci siamo rivolti a loro per un intervento di sistemazione urbana, una zona pedonale vicino a un cimitero. Avevo contattato il tecnico commerciale di zona e già allora ebbi una risposta più che soddisfacente in termini sia di competenza che di disponibilità. Questa esperienza si è sempre ripetuta ogni volta che li ho contattati, consolidando il rapporto e spingendoci a fare insieme anche i progetti di cui ho parlato.
Competenza, disponibilità e presenza sul territorio ci sono sempre state garantite per cui considero quella con Italcementi una collaborazione qualificata, da cui poter avere consigli utili sia sotto il profilo tecnico progettuale sia economico. Penso alle piste ciclabili, altro nostro tema progettuale forte insieme agli interventi urbani di riqualificazione, realizzazione di piazze e parchi cittadini e percorsi pedonali.
Per evitare lavori che avrebbero sottratto risorse al progetto, come l’inserimento di feritoie per lo smaltimento dell’acqua e la creazione di pendenze ad hoc, intervento questo molto dispendioso, gli uomini di Italcementi ci avevano in passato consigliato di realizzare le piste con il calcestruzzo drenante colorato in pasta. Evitando così anche la spesa dei materiali coloranti per il percorso ciclabile e la successiva manutenzione ciclica quando il colore si fosse slavato. Con la finalizzazione del progetto abbiamo potuto costatare nella pratica che i loro suggerimenti erano stati tempestivi e utili.
Attualmente abbiamo l’incarico della realizzazione del tratto ciclabile milanese di via Fulvio Testi e stiamo verificando la disponibilità dei comuni limitrofi interessati per dare maggior continuità alla pista. Il percorso rientra nel piano Biciplan, il piano della mobilità ciclistica che promuove la ciclabilità urbana individuando i principali percorsi ciclabili da realizzare a partire dal centro urbano per arrivare a coinvolgere l’intera area metropolitana meneghina. Un piano ambizioso che vuole dotare la città di un sistema a rete che la permeerà con percorsi ciclabili radiali con l’obiettivo di promuovere la bici come mezzo di eccellenza per spostarsi, non solo per svago.
Useremo anche in questo caso il calcestruzzo drenante i.idro DRAIN perché lo consideriamo l’ideale in questo contesto. Con l’abbattimento di 30 gradi centigradi circa del calore al suolo rispetto ad altri materiali, la riduzione del fenomeno dell’acqua planning e della formazione del ghiaccio in superficie grazie al drenaggio dell’acqua e al passaggio dell’aria, è quello che ci vuole per una pista ciclabile all’aperto. Esattamente come ci era stato ventilato dai tecnici Italcementi.