Architetto e Ingegnere, Docente presso la facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Brescia. Laureato in Ingegneria all’Università degli Studi di Brescia e in Architettura al Politecnico di Milano. Con il proprio studio di architettura svolge attività di progettazione e di ricerca occupandosi prevalentemente di tematiche legate all’involucro dell’edificio, all’efficienza energetica e all’innovazione tecnologica nell’architettura, sia per nuovi edifici che nell’ambito della riqualificazione architettonica. È stato membro del comitato scientifico e autore di articoli per diverse riviste di architettura.
Architecture Insights: un dialogo stimolante tra Economia, Innovazione e Sostenibilità
Giovedì 8 Maggio 2025, la suggestiva cornice di Villa Fenaroli a Rezzato, in provincia di Brescia, ha ospitato un evento denso di spunti e riflessioni: “Architecture Insights. Climate, Economy, Innovation, Psychology”. Un’occasione preziosa dedicata agli addetti ai lavori (architetti, ingegneri, progettisti, operatori del mercato immobiliare) per addentrarsi nelle dinamiche che plasmano il futuro dell’architettura, spaziando dall’economia all’innovazione, con un focus imprescindibile sui cambiamenti climatici e sul comfort abitativo.
L’atmosfera elegante e carica di storia della villa (che in passato ha ospitato tra gli altri Napoleone Bonaparte e Giuseppe Garibaldi), resa ancora più suggestiva da una giornata grigia e piovosa che enfatizzava il colore contrastante della pietra di Botticino delle colline retrostanti, ha fatto da sfondo a un confronto vivace tra professionisti, esperti e appassionati del settore. I temi affrontati si sono rivelati cruciali per comprendere le sfide e le opportunità che l’architettura contemporanea si trova ad affrontare. Un forum che ha saputo intrecciare temi cruciali per il futuro dell’architettura, dalla pressante sfida dei cambiamenti climatici alle dinamiche economiche, dalle frontiere dell’innovazione alle implicazioni psicologiche degli spazi che abitiamo.

L’evento ha fornito l’opportunità di riflessioni e analisi oltre all’occasione per un dibattito (suddiviso nelle quattro sessioni Climate, Economy, Innovation e Psychology) sentito e partecipato, animato dalla consapevolezza che il modo di progettare e costruire è chiamato a una profonda trasformazione. Un’urgenza che ha trovato una potente eco anche nell’ultima Biennale di Architettura di Venezia, curata da Carlo Ratti sotto il titolo evocativo “Intelligens. Natural. Artificial. Collective”.
Il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti. Il riscaldamento globale è il grande nemico.
Luca Mercalli
Tra gli interventi, spicca quello di Luca Mercalli, climatologo e divulgatore scientifico italiano, che ha sottolineato come il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti. Il riscaldamento globale generato dall’uomo è il grande nemico e non è un’ipotesi per il futuro bensì un fenomeno già in atto.

Non esistono città intelligenti senza cittadini intelligenti.
Carlo Ratti
Proprio Carlo Ratti, pioniere nel campo delle smart cities e da sempre attento alle interconnessioni tra naturale e artificiale, con la sua visione lungimirante, in occasione della presentazione della Biennale di Venezia 2025 ha sottolineato come «l’architettura è sempre stata una risposta a un clima ostile e le creazioni dell’uomo hanno cercato da sempre di colmare il divario tra un ambiente ostico, spazi sicuri e vivibili e il tipo di vita che vogliamo vivere». “Non esistono città intelligenti senza cittadini intelligenti” è uno dei suoi punti fermi. Pertanto, un adattamento che richiede un cambiamento fondamentale nella pratica architettonica». Parole che risuonano con particolare forza nel contesto attuale, dove la crisi climatica impone una revisione radicale del nostro approccio al costruito, dove «l’adattamento deve diventare un punto centrale nelle strategie ambientali».
In questo scenario di profonda trasformazione, il forum “Architecture Insights” ha rappresentato un’occasione concreta per un confronto diretto con alcune delle voci più autorevoli del panorama del mondo dell’architettura e della ricerca italiano.

Abbiamo avuto il piacere di scambiare alcune brevi ma significative riflessioni con Walter Mariotti, direttore della rivista di architettura e design Domus, figura di spicco capace di interpretare i trend emergenti e le sfide del settore con un approccio che affonda le radici nella sua formazione filosofica e in una sensibilità socio-umanistica.
La nostra conversazione si è focalizzata in modo particolare sulle ripercussioni sempre più evidenti dei cambiamenti climatici sull’architettura. Abbiamo condiviso la consapevolezza dell’urgenza di intervenire con azioni concrete e innovative. Mariotti ha sottolineato come non sia più procrastinabile un cambio di paradigma che coinvolga l’intera filiera, dalla progettazione alla realizzazione. In questo contesto, ha evidenziato il ruolo cruciale di una committenza illuminata, capace di comprendere la portata della sfida e di farsi promotrice di un’architettura più sostenibile e resiliente. Un ruolo che, ha aggiunto, deve necessariamente andare di pari passo con un impegno concreto da parte del mondo dei produttori e dei costruttori, chiamati a sviluppare e adottare soluzioni innovative e materiali a basso impatto ambientale. La sua visione acuta e la sua profonda conoscenza del panorama architettonico internazionale hanno offerto spunti di riflessione fondamentali sull’urgenza di integrare pratiche sostenibili in ogni fase del processo edilizio, andando a svolgere azioni che spesso la politica non riesce ad attivare.

Una delle parole chiave è Urgenza, ormai non più procrastinabile, di un cambiamento radicale di approccio in architettura per far fronte agli evidenti cambiamenti climatici. Non si tratta più di eventi eccezionali e sporadici, ma di una quotidianità che impone una riflessione profonda sul nostro modo di abitare e costruire. Mariotti ha confermato la crescente preoccupazione per gli impatti sempre più tangibili della crisi climatica sul territorio e sulla vita delle persone, sottolineando come l’architettura, in quanto disciplina che plasma il nostro ambiente costruito, abbia una responsabilità cruciale nel fornire risposte concrete e immediate.
Walter Mariotti, forte della sua visione olistica, ha evidenziato come la sua formazione filosofica lo porti a considerare l’architettura non solo come una questione tecnica, ma come un’espressione della nostra relazione con il mondo e con gli altri evidenziandone il forte impatto sulla società. In questo contesto, l’imperativo di affrontare i cambiamenti climatici non è solo una necessità ambientale, ma anche un imperativo etico e sociale.
Ha sottolineato come sia fondamentale superare una visione dell’architettura autoreferenziale per abbracciare una prospettiva più ampia, che tenga conto delle interconnessioni tra ambiente, società ed economia. È emersa con forza la necessità di un cambio di paradigma che coinvolga l’intera filiera, dalla progettazione ai materiali fino alla realizzazione. Mariotti ha ribadito il ruolo cruciale di una committenza illuminata, capace di comprendere la portata della sfida e di farsi promotrice di un’architettura che non sia solo funzionale ed esteticamente valida, ma anche intrinsecamente sostenibile e resiliente. Un ruolo che, ha aggiunto, deve necessariamente andare di pari passo con un impegno concreto da parte del mondo dei produttori e dei costruttori, chiamati a sviluppare e adottare soluzioni innovative e materiali a basso impatto ambientale, abbandonando pratiche obsolete e abbracciando la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie. Solo attraverso una sinergia tra tutti gli attori coinvolti sarà possibile innescare quel cambiamento fondamentale nella pratica architettonica di cui parlava Carlo Ratti alla Biennale di Venezia.

Un altro momento di grande arricchimento è stato il dialogo con la Professoressa Elza Bontempi, ricercatrice ed esperta nel campo della sostenibilità e dei materiali. Con la sua profonda conoscenza scientifica e la sua costante attività di ricerca, abbiamo affrontato il nodo cruciale del consumo e delle emissioni di CO₂ legato all’impiego del cemento, uno dei materiali più utilizzati a livello globale nel mondo delle costruzioni. Durante il suo intervento ha illustrato le sfide legate alla decarbonizzazione del settore del cemento, evidenziando al contempo le promettenti ricerche e le innovazioni in corso per sviluppare materiali alternativi o cementi a ridotto impatto ambientale. La sua analisi ha messo in luce come la scelta dei materiali non sia un dettaglio secondario, ma una leva fondamentale per ridurre l’impronta ecologica complessiva degli edifici.
La Professoressa Bontempi ha condiviso preziose informazioni sulle sue ricerche pionieristiche volte a ridurre l’impatto ambientale di questo materiale fondamentale. In particolare, abbiamo discusso del suo lavoro sull’utilizzo di scorie recuperate dalla lavorazione dei metalli come additivo o sostituto parziale del clinker, il componente principale del cemento la cui produzione è altamente energivora e responsabile di significative emissioni di CO₂. Le sue ricerche in questo campo aprono prospettive concrete per un’economia circolare applicata al settore delle costruzioni, trasformando un sottoprodotto industriale in una risorsa preziosa per ridurre l’impronta carbonica.

Elza Bontempi ha inoltre accennato alla sua collaborazione in fase di ricerca con Heidelberg Materials, una delle principali aziende produttrici di materiali da costruzione a livello globale. Questa sinergia tra il mondo accademico e l’industria, in una logica di open innovation, dimostra come la ricerca scientifica possa tradursi in innovazioni concrete e scalabili, capaci di generare un impatto reale sulla sostenibilità del settore. Abbiamo discusso delle sfide e delle opportunità legate all’adozione su larga scala di queste nuove formulazioni di cemento, evidenziando come la normativa, gli incentivi e la consapevolezza della committenza giochino un ruolo fondamentale nel favorire questa transizione.
Le sue ricerche sul riutilizzo di scorie industriali e la sua collaborazione con un player importante come Heidelberg Materials offrono una visione concreta di come l’innovazione nei materiali possa contribuire significativamente agli obiettivi di sostenibilità del settore delle costruzioni.
All’incontro ha partecipato anche Heidelberg Materials che proprio a Rezzato ha un importante impianto per la produzione di cemento. La cementeria grazie al profondo rinnovamento della sua struttura produttiva avvenuto con l’impiego delle migliori tecnologie disponibili è oggi uno degli impianti più moderni, sostenibili e competitivi in Europa.
Dante Parisi, eco brand manager, ha presentato all’interno della sessione “Economy” evoZero, il primo cemento a bilancio di emissione Zero di CO2. Sarà disponibile in Italia nell’autunno del 2025 e si pone come il cemento di riferimento per i progettisti che vogliano realizzare strutture sostenibili.

Per Giuseppe Matera, Sales Area Manager di Heidelberg Materials, è stato interessante ascoltare il suo racconto sulle conversazioni avute la sera precedente con i numerosi studi di architettura invitati all’evento “Architecture Insights”. Con un tono di piacevole sorpresa e sincero apprezzamento, Matera ha sottolineato la forte sensibilità alle tematiche della sostenibilità dimostrata da questi giovani professionisti. Ha raccontato di un vivace interesse per le soluzioni innovative nel campo dei materiali a basso impatto ambientale, per le strategie di riduzione dell’impronta carbonica degli edifici e per un approccio progettuale che integri i principi dell’economia circolare. Le parole di Giuseppe Matera hanno rappresentato un segnale incoraggiante, evidenziando come la nuova generazione di architetti sia profondamente consapevole della sfida climatica e desiderosa di contribuire attivamente a un cambiamento di rotta nel settore delle costruzioni. Questo rinnovato entusiasmo e questa marcata sensibilità verso la sostenibilità da parte dei giovani professionisti lasciano ben sperare per il futuro dell’architettura, prefigurando un approccio progettuale sempre più responsabile e attento alle esigenze del pianeta.
Al termine di questo intenso forum, la riflessione che emerge con maggiore forza è la consapevolezza che l’architettura del futuro non può prescindere da una profonda integrazione tra clima, economia, innovazione e la psicologia dell’abitare. La sfida dei cambiamenti climatici non è solo una questione tecnica o normativa, ma investe profondamente il nostro modo di concepire gli spazi, la nostra relazione con l’ambiente e il benessere di chi abita gli edifici.

L’eco delle parole di Carlo Ratti alla Biennale di Venezia risulta quanto mai attuale: l’adattamento non è un optional, ma un imperativo che richiede un ripensamento radicale della pratica architettonica. Questo implica non solo l’adozione di tecnologie innovative e materiali sostenibili, ma anche una nuova sensibilità verso le esigenze psicologiche degli abitanti, creando spazi che promuovano il comfort, il benessere e un legame più profondo con la natura.
“Architecture Insights” a Villa Fenaroli ha rappresentato un importante momento di confronto e di crescita, confermando la centralità del dibattito sulla sostenibilità e sull’innovazione per costruire un futuro in cui l’architettura sia realmente al servizio dell’uomo e del pianeta. Un futuro che richiede un impegno congiunto di professionisti, committenti, produttori e della società civile, per trasformare le sfide attuali in opportunità di cambiamento e progresso. Il Forum ha confermato come l’architettura sia un campo in continua evoluzione, chiamato a rispondere a sfide globali complesse. L’integrazione tra economia, innovazione, attenzione all’ambiente e al comfort abitativo non è più un’opzione, ma una necessità impellente per costruire un futuro più sostenibile e vivibile.
Le conversazioni avute con Walter Mariotti ed Elza Bontempi, insieme ai numerosi spunti emersi durante l’evento, hanno lasciato una forte consapevolezza della responsabilità che i professionisti del settore devono avere nel guidare questo cambiamento. L’architettura del futuro dovrà essere sempre più intelligente, resiliente, sostenibile e rispettosa del nostro pianeta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA