Alessandro Benetti (1987) è architetto e dottorando in Storia dell’architettura contemporanea all’Université Rennes 2 e al Politecnico di Milano. Collabora regolarmente con Domus ed è editor di Urbano Magazine. I suoi articoli sono apparsi sulle principali riviste di settore: Abitare, Area, Interni, Platform Architecture & Design. Ha partecipato a numerose pubblicazioni di architettura contemporanea per i tipi di Hoepli, Quodlibet e Skira. Dal 2014 al 2017 è stato co-curatore con Luca Molinari della galleria SpazioFMG per l’Architettura, a Milano. Dal 2021 è membro del Consiglio Direttivo dell’ANCSA – Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici.
È un presente che pensa al futuro, lo sguardo odierno del mondo delle costruzioni è infatti già orientato al domani. Il biennio 2021-22 e il primo semestre 2023 sono stati e sono storicamente uno dei periodi migliori per il settore: secondo il Centro Studi di Ance Nazionale gli investimenti in costruzioni hanno registrato due anni di crescita record, più 20% nel 2021 e più 12% nel 2022.
Regina De Albertis, Direttore Tecnico e Consigliere Delegato dell’azienda di famiglia Borio Mangiarotti, attiva nel settore delle costruzioni da più di cent’anni, è anche Presidente di Assimpredil Ance, l’Associazione delle Imprese Edili e Complementari di Milano, Lodi, Monza e Brianza, ci racconta l’oggi seguendo appunto tre linee-guida che pensano al futuro: coraggio, fiducia e sogno. Il suo ruolo istituzionale le permette infatti di monitorare da un osservatorio privilegiato le dinamiche del mondo delle costruzioni in Lombardia, regione che anche in questo campo è trainante per il resto del Paese. L’abbiamo incontrata per verificare insieme a lei come Assimpredil Ance e le imprese associate, rappresentative dell’intera filiera del settore, affrontano i temi più urgenti dei progetti e dei cantieri contemporanei, innanzitutto le tre questioni fondamentali della sostenibilità, della decarbonizzazione e della digitalizzazione.
Iniziamo proprio da un ritratto del settore delle costruzioni contemporaneo, in Lombardia e in Italia. Come si muovono in questo contesto imprese e produttori? Come sono percepiti e affrontati i temi-chiave della sostenibilità, della decarbonizzazione e della digitalizzazione?
«Dopo il boom del 2021 e del 2022, e un buon primo semestre 2023, durante il quale è proseguita la tendenza al rialzo di molti indicatori, tra cui le ore lavorate, il 2024 si annuncia più complicato, a causa di un contesto economico e legislativo che non è dei più favorevoli. Dobbiamo affrontare al tempo stesso il rialzo dei tassi da parte della BCE e il blocco degli incentivi fiscali, il cui destino è ancora poco chiaro. Continuiamo a lavorare in assenza di una legge nazionale pensata in una logica di rigenerazione urbana – di fatto, il quadro legislativo italiano in materia si ispira ancora in parte alla legge urbanistica del 1942, la cui ottica era l’espansione della città. È una mancanza ancora più grave in un quinquennio, 2021-2026, in cui dobbiamo “mettere a terra” i 4,5 miliardi che il PNRR destina al settore delle costruzioni in Lombardia. Queste difficoltà contingenti, però, sono anche l’occasione per affrontare seriamente e con decisione un percorso nella direzione da voi descritta: sostenibilità, intesa anche ma non solo come decarbonizzazione, e digitalizzazione significano maggiore efficienza e maggiore competitività. È questo il messaggio fondamentale che ci impegniamo, come Assimpredil Ance, a condividere con i nostri soci. Questa transizione è al tempo stesso un’opportunità e una necessità».
Quali azioni concrete sta promuovendo Assimpredil Ance da questo punto di vista?
«Tra le tante azioni che promuoviamo per sensibilizzare e formare le imprese a questi temi, una delle più significative è stata la stesura di un codice di condotta volontario sui temi della decarbonizzazione, tutela dell’ambiente, legalità, regolarità del lavoro, sicurezza, sociale, filiera di fornitura e responsabilità sociale. L’abbiamo chiamato “Cantiere impatto sostenibile” e l’abbiamo presentato precisamente un anno fa. Attraverso questo codice vogliamo da un lato fornire delle linee-guida chiare ai nostri soci, dall’altro sottolineare che sostenibilità, per noi, è un termine complesso, che comprende non solo le questioni ambientali ma ugualmente i temi della legalità, della sicurezza sul lavoro, del rapporto con la filiera e tanti altri. Perché un cantiere sia realmente sostenibile è necessario affrontare la questione a 360 gradi. Naturalmente la digitalizzazione è parte integrante di questo processo. Anche per questo con la nostra fondazione stiamo implementando l’offerta di corsi e formazioni sul tema. A queste azioni volte alla sensibilizzazione e al supporto dei soci si aggiunge naturalmente la nostra attività di lobbying: lavoriamo con la pubblica amministrazione perché le nuove leggi propongano orientamenti praticabili per le imprese».
Su questi temi come si colloca la Lombardia rispetto al resto dell’Italia e ad altri paesi europei. Esistono forme di dialogo, di scambio e di collaborazione su queste questioni a livello internazionale?
«La Lombardia è indubbiamente all’avanguardia in Italia e propone spesso strategie e modelli utili anche per altre regioni. Basti pensare che il protocollo di cui parlavo è stato preso ad esempio dalla Puglia e ora anche dalla Campania. Alla scala internazionale, è importante sottolineare che le questioni della sostenibilità e della digitalizzazione sono, certamente, al centro delle agende del settore delle costruzioni un po’ in tutti i paesi europei, ma devono necessariamente essere declinate nei contesti specifici, in base alle loro esigenze, problematiche e alla legislazione locale. Per questo, insieme al CRESME (Centro di ricerche di mercato) e alla fondazione Symbola (un movimento culturale che mette in rete personalità del mondo economico e imprenditoriale), abbiamo lanciato uno studio esteso al continente europeo, per verificare gli approcci e le soluzioni proposte da ogni paese. Non dobbiamo dimenticare che presto esisterà una normativa europea a questo proposito, a cui dovremo adattarci, e dovremo capire come adattarla al nostro territorio. È importante farci trovare preparati».
Come immagina il settore delle costruzioni? Quali sono le nuove sfide e le problematiche che si presenteranno agli addetti del settore – produttori, promotori e costruttori?
«Certamente, guardiamo al futuro! Proprio pochi giorni fa, il 25 settembre, ho tenuto il mio discorso di apertura all’Assemblea Generale di Assimpredil Ance, al Teatro Lirico di Milano. L’ho impostato attorno a tre parole-chiave, tre concetti che vorrei ispirassero le evoluzioni del settore delle costruzioni nei prossimi decenni, per traghettarci verso il 2050. Primo: il coraggio, che è innanzitutto il coraggio di cambiare e innovare i modelli di produzione, abbandonando l’atteggiamento del “si è sempre fatto così”. Secondo: la fiducia, che è la fiducia tra tutti gli attori coinvolti, fiducia tra pubblico e privato ma anche tra privato e privato. Terzo e non meno importante, il sogno. Dobbiamo essere capaci di sviluppare una visione strategica condivisa. Un sogno concreto, che si realizza giorno per giorno, ma con una visione di lungo periodo».
Dalla fine del XIX secolo a oggi il cemento si è imposto e rimane ancora il materiale da costruzione per eccellenza. Quale può essere il contributo dei produttori nell’evoluzione del settore delle costruzioni?
«La filiera delle costruzioni è lunghissima e i produttori giocano un ruolo fondamentale al suo interno. Da anni Italcementi si sta impegnando con serietà e costanza nella sperimentazione di nuovi prodotti, più sostenibili in primo luogo per le minori emissioni necessarie per la loro realizzazione. È un contributo importante, un tassello cruciale nello sforzo collettivo che stiamo facendo, come Assimpredil Ance e insieme alle nostre aziende, per accelerare il processo di decarbonizzazione del nostro settore. A questo fine, è fondamentale che cementi e altri materiali innovativi siano prodotti e messi sul mercato in quantità sempre maggiori. Secondo le dinamiche di base della concorrenza, una maggiore disponibilità si tradurrà in una diminuzione dei prezzi e in una loro diffusione maggiore».