Dopo la laurea in Architettura al Politecnico di Milano in Tutela e Recupero, ha conseguito la laurea in Ingegneria Edile Architettura presso l’Università degli Studi di Pavia in Consolidamento delle strutture. Libero Professionista, si occupa di progettazione sostenibile con particolare riferimento allo spazio pubblico.
Rigenerare l’abitare urbano: il nuovo spazio polifunzionale di Muggiò
Nel celebre romanzo di Lewis Carroll Le avventure di Alice nel paese delle Meraviglie, la protagonista rincorre un trafelato Coniglio Bianco che scruta con ansia l’orologio estratto dal taschino del panciotto “Ohimè! Ohimè! Farò tardi, troppo tardi!” e riprende di gran lena il passo, lasciando Alice a rincorrerlo.
Una delle interpretazioni più convincenti vuole questo personaggio metafora degli adulti o, più esattamente, di un vivere in perenne sollecitudine, cui peraltro ora difficilmente sfugge anche l’infanzia, incalzati da continue incombenze e a nostra volta incalzanti. Lo sviluppo urbano delle città per lo più ha assecondato questo affrettarsi e la relazione tra dinamiche concitate e abitare urbano si è fatta via via ricorsiva e autopoietica.
Non può fare eccezione la laboriosa città di Muggiò, quasi 24.000 abitanti concentrati in meno di 6 kmq, a poca distanza dal centro di Monza e a meno di 20 km da Milano, che ha conosciuto a partire dal secondo dopoguerra un forte sviluppo industriale e conseguentemente demografico dovuto soprattutto a fenomeni migratori di forza lavoro.
Nondimeno nel 2018, in una sorta di nemesi inversa, l’Amministrazione Comunale, in particolare grazie all’Assessore-Architetto Elisabetta Radaelli, è riuscita non senza difficoltà a promuovere la riqualificazione dell’area ex Fillattice, una vasta area industriale dismessa che si presentava come un vuoto urbano nella zona centrale della città, destinandola interamente a funzioni pubbliche e ricreative: una nuova piazza, un campo da basket, un parco giochi, uno spazio per lo sgambamento cani.
Il progetto, che ho realizzato e qui presentato, si è dunque confrontato con questa istanza di rinnovata socialità, con l’esigenza di uno spazio e ancor più di un tempo non scandito al solo ritmo della città efficiente, ma teso a riguadagnare una dimensione poco esperita e forse dimenticata che ha a che vedere con la possibilità di una fruizione più personale della dimensione urbana.
L’area della ex Fillattice è pensata come un giardino di oltre 6000 mq attraversato da sentieri colorati e da un asse diagonale (5) che traguarda a sud le colonne di piazza Cossetto; da questo asse si staccano il labirinto di sedute e i percorsi che allacciano l’ellissi dell’area cani e le plance poligonali dei giochi a terra, che sostituiscono i convenzionali giochi prefabbricati.
Di fronte alla piazza Cossetto si aprono in successione la nuova piazza in calcestruzzo architettonico e il campo da basket in calcestruzzo elicotterato al quarzo, in un continuum che integra e completa lo spazio pubblico preesistente.
Tutti i percorsi, sia quelli che costeggiano la piazza e il campo da basket, sia quelli che si snodano nel verde, sono stati realizzati in calcestruzzo drenante Italcementi i.idro DRAIN. Si tratta di un calcestruzzo con un’alta percentuale di vuoti, che consente di restituire l’acqua alla falda e scongiura la formazione di lastre di ghiaccio, particolarmente insidiose sui percorsi pedonali.
Questo materiale ha consentito da un lato di preservare la permeabilità del suolo e di integrarsi perfettamente nell’ambiente naturale; dall’altro di dare forma e colore al proposito di uno spazio strutturato e quindi fruibile, ma distante dal rigore delle geometrie più quotidiane.
La consistenza plastica e le proprietà del calcestruzzo drenante hanno infatti permesso di plasmare i sentieri colorati che solcano l’area. Suggerendo che percorrere la distanza tra due punti nel minor tempo possibile non è l’unica opzione che abbiamo a disposizione, né sempre la migliore, né spesso la più divertente.
Che possiamo lasciare il Bianconiglio al suo affannato trotterellare, vederlo scomparire dietro l’angolo e non sentire alcuna urgenza di rincorrerlo, restare invece a goderci il tempo in questo giardino che in segno di buon auspicio l’Amministrazione ha deciso di chiamare “Giardino della Gioia e della Gentilezza”.
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