Laureato in Chimica, ha conseguito il PhD a Lausanne e alla Columbia University (NY). Ha svolto per oltre 30 anni ruoli di ricerca e manageriali in ambito Laboratorio e Qualità di Italcementi. Attualmente si occupa di attività normativa assumendo la carica di Presidente UNICEMENTO e Presidente Commissione Tecnica CT009 “Cemento, malte, calcestruzzi e cemento armato” di UNI.
Norme, regolamenti, codici applicativi, tutte definizioni attorno alle quali, nella percezione non solo del cittadino, ma anche di molti tecnici, si abbina una certa alea di diffidenza, probabilmente dovuta alla scarsa conoscenza del mondo che sta alle spalle della redazione di questi indispensabili strumenti. A questa diffidenza si affianca una percezione di staticità, di distanza dalla praticità della consuetudine di tutti i giorni.
Niente di più sbagliato: le norme tecniche sono il fondamento della qualità di ogni settore, pongono le basi per una corretta concorrenza e sono i principali garanti di valori importanti come la sicurezza, il rispetto ambientale e, nel caso di cemento e calcestruzzo, anche della durabilità delle opere. Sono quindi argomenti con i quali ci confrontiamo ogni giorno.
Affinché questo sistema sia ben bilanciato, è fondamentale l’attività di chi le norme tecniche le mette a punto. Come presidente di Unicemento e della Commissione UNI CT009, nonché anche grazie alla mia ormai trentennale esperienza maturata nel settore del cemento e calcestruzzo nel gruppo Italcementi, posso senz’altro affermare che ogni norma che viene promulgata ha davvero alle spalle un enorme lavoro di sviluppo e verifica, impossibile senza la passione e la dedizione dei tecnici delle aziende che partecipano ai lavori delle varie commissioni e dei gruppi di lavoro.
Ma come nasce una norma tecnica? Partiamo dai concetti di base: la Volontarietà, la Trasparenza, la Democraticità e la Consensualità.
Ogni norma viene sviluppata nelle apposite commissioni e gruppi di lavoro (UNI, Italiana o CEN europea). Per quanto riguarda le norme armonizzate, tutto parte da un Regolamento Europeo e da un Mandato che definisce i requisiti essenziali di un determinato prodotto. Nel nostro settore il Regolamento (UE) N. 305/2011 “Construction Products Regulation” e il Mandato M/114 regolano i processi che sono alla base della creazione di una norma armonizzata da parte del Comitato Europeo di Normazione CEN.
A questo punto il CEN, sulla base del Mandato, sviluppa la norma specifica all’interno dei vari Comitati competenti di cui fanno parte tecnici del settore con forti conoscenze non solo tecnologiche, ma anche applicative. Il lavoro di queste commissioni, una volta terminato, deve sicuramente rispondere al mandato ma può anche contenere indicazioni aggiuntive non cogenti ai fini della marcatura.
La Comunità Europea a questo punto, una volta verificata la congruità del documento sviluppato con i requisiti del Mandato, lo pubblica sulla Gazzetta Ufficiale, dandogli forza di legge. A questo punto gli Stati possono recepire il documento, grazie al principio delle Norme Armonizzate, integrandolo nei codici nazionali.
Questi passaggi sono fondamentali perché consentono al prodotto che rispetta le indicazioni della normativa armonizzata di essere marchiato CE, un fondamentale elemento che garantisce la qualità dei prodotti, la libera circolazione all’interno della Comunità Europea, ma soprattutto costituisce una garanzia nei confronti dei cittadini.
Un altro elemento fondamentale è il marchio CE. È un marchio di prodotto e quindi, nel caso del cemento, è legato alla singola cementeria che, dopo avere registrato tutti i suoi prodotti, delega a un Ente terzo (ITC CNR) le verifiche ispettive periodiche che ne certificano la corrispondenza alla norma tecnica di riferimento.
Questa è un’ulteriore garanzia di qualità che assicura che i prodotti con marchio CE abbiano una costanza produttiva elevatissima, oltreché ovviamente rispondono alle specifiche di legge. Il marchio CE è una grande tutela per il cittadino che in questo modo è certo che tutti i prodotti comunitari marchiati garantiscono lo stesso standard di qualità.
Se per il cemento il mercato è estremamente regolato, per il calcestruzzo invece non esiste ancora una Norma armonizzata; l’unico riferimento normativo è la UNI EN 206, a carattere volontario.
Da precisare che In Italia, tutti i prodotti utilizzati nelle costruzioni, e quindi anche il calcestruzzo, sono regolamentati dalla Circolare Norme Tecniche per le Costruzioni pubblicata in Gazzetta Ufficiale ed in vigore dal 11 febbraio 2019. (Circolare 21 gennaio 2019, n. 7 C.S.LL.PP di cui al decreto ministeriale 17 gennaio 2018 pubblicato sulla GU n.35 del 11-2-2019 – Suppl. Ordinario n. 5).
Italcementi e Calcestruzzi pongono particolare attenzione al controllo di qualità dei calcestruzzi lungo tutta la filiera produttiva, a partire dalle materie prime utilizzate, alle miscele (cemento, acqua, additivi) da utilizzare, fino alla consegna del prodotto in cantiere. Ad esempio, Calcestruzzi e Italcementi oltre al rispetto delle norme, propongono ai clienti e al mercato una filiera di produzione certificata CSC – «Responsible sourcing certificate for concrete and its supply chain» il più importante standard internazionale nel settore delle costruzioni che certifica il processo di approvvigionamento responsabile su tutta la filiera di produzione: pre-requisiti, gestione, sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale e sostenibilità economica. L’obbiettivo è massima trasparenza per garantire prodotti performanti e filiere sicure, responsabili e sostenibili, nonché migliorare la qualità (e quindi la sicurezza) dei prodotti, attraverso un’ottica di regolamentazione virtuosa e in continua evoluzione.
Altrettanto errato pensare una norma come un monolite eterno e indifferente all’evoluzione del mercato e dell’innovazione. Parliamo, infatti, di strumenti vivi e vitali che continuano a evolversi, in stretta sintonia e adeguamento con il progresso tecnologico e le esigenze mutate del mercato.
A dimostrazione di ciò prendiamo ad esempio come la normazione ha reagito alle richieste di riduzione dell’impatto ambientale, in particolare come in ottica di ridurre le emissioni di anidride carbonica CO2 del processo produttivo del cemento. Il CEN TC51 “Cement and building limes” ha regolamentato, dopo un lungo lavoro di verifica delle proprietà prestazionali e di durabilità in calcestruzzo, sei nuovi tipi di cemento. Si tratta di prodotti a base ternaria (clinker-loppa e calcare o cenere volante o pozzolana naturale) che consentono di ridurre drasticamente le emissioni in fase di produzione, con conseguente riduzione dell’impronta ambientale del prodotto e di conseguenza dei manufatti realizzati con il prodotto stesso.
Il risultato finale di questo lavoro sarà la nuova UNI EN 197-5 che sarà pubblicata, su base volontaria, entro giugno 2021. In fase transitoria i prodotti di questa norma non armonizzata, in attesa di una revisione del Mandato M/114 e quindi di una sua armonizzazione con possibilità quindi di marcatura CE, saranno utilizzabili in Italia in opere di calcestruzzo strutturali, secondo quanto previsto dalle Norme Tecniche per le Costruzioni, sulla base di un Certificato di Valutazione Tecnica, emesso dai Ministeri italiani competenti, o di un ETA “European technical assessment”.
Non è la normativa quindi che ingessa il settore, ma piuttosto il complesso iter legislativo che porta a trasformare una norma, che per sua natura nasce con caratteristiche di volontarietà, in un requisito cogente all’interno di leggi europee o nazionali.
In conclusione, le Norme sono:
- lo strumento più semplice e conveniente di trasferimento tecnologico, perché riducono il rischio economico e finanziario di ricerca e sviluppo;
- rendono le aziende più competitive, perché diminuiscono i costi aziendali e i tempi per introdurre sul mercato prodotti e servizi;
- tutelano i cittadini, come consumatori e come lavoratori, perché stabiliscono gli standard di qualità e di sicurezza di prodotti, processi, servizi;
- proteggono l’ambiente e promuovono la sostenibilità, perché sono sempre più attente e stringenti su questi aspetti;
- aiutano il legislatore, perché gli offrono riferimenti certi e condivisi per disciplinare ambiti nuovi o per semplificare la regolamentazione esistente.
Glossario:
UNI: Ente nazionale italiano di unificazione è un’associazione privata senza scopo di lucro che svolge attività di normazione tecnica. Opera in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario, ad esclusione di quello elettrotecnico ed elettronico di competenza del CEI. Di fatto partecipa in rappresentanza dell’Italia all’attività di normazione degli organismi internazionali di normazione ISO e CEN.
ISO: Organizzazione internazionale per la normazione, è la più importante organizzazione a livello mondiale per la definizione di norme tecniche.
CEN: Comitato europeo di normazione, è un ente normativo che ha lo scopo di armonizzare e produrre norme tecniche europee in collaborazione con enti normativi nazionali e sovranazionali quali per esempio l’ISO.
UNICEMENTO: Associazione a carattere tecnico e senza finalità di lucro. Ha lo scopo di svolgere sul piano nazionale ed internazionale attività di studio, promozione e diffusione di aspetti tecnici ed economici inerenti la standardizzazione di cementi, leganti, calci aeree ed idrauliche, calcestruzzi, malte, cemento armato, aggregati normali e leggeri, additivi ed affini. Partecipa alle attività normative dell’Ente Italiano di Unificazione UNI in forza dell’accordo stipulato con lo stesso e delle altre organizzazioni nazionali ed estere attraverso i propri rappresentanti.
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