Coautore del Manuale Progettista di Quartiere. Dopo la laurea in Editoria presso l’Università Cattolica, lavora come copywriter per Sky Walker, Start Up che si occupa di soluzioni per la gestione e il miglioramento dei processi in ambito HR. Sta conseguendo la laurea magistrale in Filologia Moderna e gestisce un canale fantasy su YouTube con oltre 6.000 iscritti.
Il Progettista di Quartiere è una nuova figura professionale che si forma nell’ambito della progettazione sociale, ma con un’importante unicità. Il suo compito è quello di concentrarsi su un micromondo come quello del quartiere occupandosi delle problematiche sociali in esso come la disoccupazione giovanile, la gestione dei rifiuti, l’assistenza agli anziani, in breve tutti progetti di riqualificazione e di rigenerazione sociale, ambientale e urbana di piccoli spazi. L’origine dell’Associazione Progettisti di Quartiere (AIPQ), che riconosce la professione ai sensi della legge 4/2013, si associa alla consapevolezza che fin troppo spesso istituzioni locali o associazioni no profit si lanciano in progetti per la risoluzione di problemi che vengono ideati e presentati per l’ottenimento di fondi europei, nazionali o regionali, ma nei fatti non vengono realizzati, e se vengono realizzati il loro obiettivo si ferma al breve termine senza uno sguardo sul lungo periodo.
L’idea per il Progettista di Quartiere è nata dalla riflessione compiuta nel quartiere San Paolo di Bergamo rispetto al progetto parigino di Lulu dans ma rue, progetto che di fatto partiva da una necessità di rinverdire la fiducia tra le persone che nelle grandi città non si conoscono e fanno fatica a fidarsi tra di loro. Silvia Bernardini, ideatrice del Progettista di Quartiere e co-autrice del manuale didattico, ha iniziato a ragionarne in ambito di sociologia e complessità, partecipando anche a numerosi convegni e Festival tematici. Tra i partner dell’iniziativa ci sono Legambiente, il Rotary Club Bergamo Hospital 1 GXXIII, Sky Walker, start up nel settore Risorse Umane, il DICAAR, dipartimento della pianificazione, della salvaguardia, del recupero e valorizzazione dell’ambiente, del paesaggio, dei patrimoni architettonici e storico-archeologici, dei patrimoni strutturali e infrastrutturali e del territorio e delle georisorse dell’Università di Cagliari e l’Associazione Sherwood di Grottaglie, che fa riferimento ai principi dell’ecologia urbana, nonchè La Traccia Nascosta, associazione che si occupa di eventi musicali e culturali.
Il Progettista di Quartiere viene formato con gli strumenti necessari per comprendere le vere problematiche che possono affliggere una micro comunità e, in base a ciò che esamina e analizza, decide di intraprendere iniziative per una risoluzione adatta utilizzando delle reti, avvalendosi di professionisti del settore che possano ideare la migliore formula per un progetto in grado di utilizzare i fondi pubblici per una concreta trasformazione dell’ambiente socio-economico del quartiere, in grado di affiancarsi a eventuali iniziative in corso nello stesso spazio. Non è solo un rammendo delle città, ma anche una volontà di ravvivare, rinvigorire, riproporre una nuova forma di fiducia locale, che dal pensiero globale scende su necessità molto più pratiche ed immediate.
Il manuale del Progettista di Quartiere è la recente pubblicazione realizzata da Edoardo Luigi Nepa, copywriter laureato in editoria, e Silvia Bernardini che fornisce un’introduzione a ciò che il Progettista di Quartiere dovrà compiere sul campo. Diviso in 9 sezioni affronta in ognuno di esse un particolare argomento che la nuova figura professionale deve conoscere, come il vantaggio di avere una rete di figure professionali, i valori dell’analisi S.W.O.T, il design thinking e molto altro che viene trattato in forma generale, senza troppo scendere nel dettaglio per permettere anche a un neofita che ha la volontà di intraprendere questa carriera professionale di avvicinarsi agli strumenti del mestiere. Il manuale è dotato anche di un’introduzione di Marco Bartolelli, europrogettista il cui lavoro compete le relazioni sociali e le reti per i progetti, che analizza il panorama delle associazioni nel recente decennio e spiega come Progettista di Quartiere ha avuto modo di formarsi, arrivando ad essere una figura professionale riconosciuta. Il manuale ovviamente da solo non può dare la formazione completa per la progettazione di quartiere che viene acquisita con la frequentazione del corso per Progettisti di Quartiere.
Il corso, frequentato già da una trentina di persone con età che variano dal giovane all’anziano e che competono numerose professioni dal ricercatore all’architetto, è in grado di fornire pratiche concettuali, strumenti e idee per la progettazione di quartiere grazie ai docenti, figure professionali divise per ambiti che con le loro lezioni danno modo di apprendere aspetti diversi che accumulati in un unico corso portano alla formazione della nuova figura professionale. Tali lezioni permettono di capire come ideare e presentare progetti sociali che possano ottenere fondi pubblici per la risoluzione di problematiche a livello locale, fornendo elementi didattici sia teorici che pratici. Tale corso prevede 24 ore di teoria e 36 ore di Project Work. I partner del progetto come il Rotary club e il comune di Manfredonia (Foggia) agevolano la propaganda del progetto e sono diversi per ciascun territorio. L’Associazione La Traccia Nascosta ha sposato il progetto e si è messa nella condizione di gestire le attività di reclutamento e organizzazione del corso, partendo dalle necessità di un territorio ad oggi ricco di problematiche più che di soluzioni. Il profilo del progettista di quartiere non è ben specifico e ad oggi l’operazione è soprattutto di mentalità, quindi il progetto è aperto a tutti e tutti vi possono partecipare.
Il Progettista di Quartiere è una realtà emergente che ha come obiettivo principale quello di riportare l’attenzione dei progetti sociali nella concretezza dei bisogni della popolazione nel microcosmo del quartiere, per realizzare iniziative che possano effettivamente cambiare la realtà locali verso le quali rivolge il suo lavoro. Al tempo stesso egli ha come obiettivo ultimo quello di dare i mezzi e gli strumenti per permettere al progetto, una volta completato, di durare nel tempo in modo che la problematica risolta con il progetto non si ripresenti più. Ci sono già esempi della sua applicazione a partire da QuxQu progetto bergamasco, all’Orto ti ci porto progetto perugino nato dalla declinazione di orti a domicilio concretizzato a Manfredonia.