Da oltre 20 anni lavora nel marketing e nella comunicazione. Come giornalista, ha curato e cura gli Uffici Stampa di alcune importanti realtà nazionali come l’Unione Camere Penali Italiane e il Consiglio Nazionale Ingegneri. È tra le fondatrici del Green TG, prima web TV italiana dedicata ai temi ambientali.
Sostenibilità e digitalizzazione: i sistemi di mobilità diventano più smart. Intervista a Luigi Evangelista di Italferr
Da 30 anni ingegnere nelle Ferrovie dello Stato Italiane, esperienza preceduta da un impiego presso il Servizio Sismico Nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nel 2003 viene nominato Dirigente Italferr (la società di ingegneria del Gruppo FSI) e gli viene affidata la responsabilità della U.O. Strutture. Oggi Luigi Evangelista è Direttore Gestione Progetti Infrastrutturali della stessa Italferr. Lo abbiamo intervistato per capire come sta cambiando la mobilità nel nostro Paese che si appresta a diventare sempre più sostenibile, tecnologica e sicura. Anche FS Italiane da azienda ferroviaria nazionale si sta trasformando in azienda di mobilità internazionale.
La mobilità si appresta a vivere un’epoca di grandi rivoluzioni, che vedranno cambiare il mondo nel quale viviamo, il volto delle città, le abitudini di vita legate al trasporto di persone e cose. In che modo va ripensato il sistema della mobilità integrata e sostenibile del futuro?
Nell’attuale contesto delle politiche sociali ed economiche, il tema della mobilità è al centro degli impegni che l’Europa ha siglato per l’attuazione di un nuovo modello di sviluppo infrastrutturale sempre più sostenibile e smart; modello di sviluppo che fornisca un contributo concreto per il perseguimento degli obiettivi europei di neutralità climatica inclusi nel Green Deal.
Certamente stiamo vivendo un’epoca di grande cambiamento: la transizione ecologica e digitale in atto ci impongono di ripensare il nostro modello di sviluppo infrastrutturale per offrire sistemi di mobilità sempre più sostenibili e smart, volti a favorire il trasporto collettivo rispetto al trasporto privato. Sistemi di mobilità che rispondano pienamente alle esigenze della strategia UE per la “Sustainable and Smart Mobility” e facciano propri gli indirizzi della Politica di Coesione Territoriale e dell’Agenda Territoriale 2030, promuovendo ciascun progetto infrastrutturale come espressione di un progetto sociale, capace di valorizzare il contesto territoriale e paesaggistico di riferimento e di supportare la crescita sostenibile dei territori e delle comunità coinvolte.
In questo contesto, anche l’ingegneria è chiamata a svolgere un ruolo chiave nella ricerca e nell’attuazione di interventi e soluzioni concrete per integrare la sostenibilità nel processo di progettazione e di realizzazione di un intervento infrastrutturale, anche cercando degli indicatori per misurare oggettivamente il significato più ampio dell’inserimento territoriale di un’opera infrastrutturale restituendo alla comunità interessate direttamente o indirettamente il senso pieno della trasformazione e dei benefici indotti dalla realizzazione di infrastrutture sostenibili. Nella nuova visione dello sviluppo infrastrutturale l’infrastruttura deve generare valore non solo in quanto opera, non solo in termini funzionali in relazione alla sua capacità di offrire un nuovo scenario di mobilità sostenibile, ma anche e soprattutto perché determina e contribuisce alla ridefinizione dell’ecosistema nella sua accezione più ampia.
Il domani di ferrovie, strade, autostrade e porti viaggia verso un nuovo equilibrio tra mondo fisico e mondo digitale ed è strettamente legato al Piano nazionale di ripresa e resilienza. C’è sempre più bisogno di ingegneri 4.0?
Sostenibilità e digitalizzazione stanno caratterizzando il mondo delle costruzioni attraverso una sempre crescente evoluzione tecnologica, supportata da approcci, metodi e strumenti digitali specifici. Il Gruppo FS ha saputo coniugare prontamente l’Innovazione e la Sostenibilità quali elementi imprescindibili per attuare un nuovo modello di business capace di generare valore cogliendo le opportunità di una digital transformation orientata a progettare, realizzare e gestire opere infrastrutturali in maniera sempre più integrata, sempre più efficiente ed automatizzata. In questo contesto sono state studiate e testate soluzioni innovative volte a rendere i cantieri e le infrastrutture sempre più digitali e smart. La digitalizzazione delle infrastrutture costituisce il modo più efficace per raccogliere e gestire i dati relativi all’intero ciclo di vita dell’opera, le sue performance nel tempo e le relazioni tra opera ed ambiente. Per questo c’è e ci sarà sempre più bisogno di ingegneri 4.0.
Sostenibilità, integrazione e resilienza sono le parole chiave alla base delle nuove opere progettate da Italferr, con l’obiettivo di integrare sempre più la rete ferroviaria con altre forme di mobilità. Come le declinate concretamente?
I temi della sostenibilità, della vulnerabilità dei territori e della resilienza delle infrastrutture hanno acquisito un ruolo chiave nello sviluppo dei nostri progetti. La priorità, infatti, è realizzare infrastrutture sostenibili e resilienti che possano abilitare lo sviluppo dei territori e delle comunità di riferimento, massimizzando l’utilità e il valore nel tempo dell’infrastruttura progettata, in un’ottica di resilienza e di maggiore integrazione con altre forme di mobilità. Il tutto per rendere i territori più accessibili, integrati ed inclusivi e affrontare concretamente le gravi disuguaglianze sociali e territoriali che affliggono il Paese, in primis il rapporto Nord-Sud, ma anche quello tra centri e periferie e fra città e aree interne e rurali. Siamo chiamati ad adottare un approccio sistemico per ridisegnare concretamente la mobilità del Paese in chiave sostenibile portando nei territori, nelle città, tra le comunità, l’opportunità di un dialogo interdisciplinare volto a disegnare e costruire intorno all’opera infrastrutturale nuovi modelli di vita sociale, secondo criteri di sostenibilità e inclusione. Lo svolgimento del Dibattito Pubblico per i più grandi progetti infrastrutturali PNRR sviluppati nel 2021, che ha visto – tra i primi esempi in Italia – la presentazione e il confronto aperto con tutti gli stakeholder coinvolti (dalle istituzioni territoriali, alle associazioni di cittadini), ottenendo in tempi record la conclusione favorevole degli iter autorizzativi e consentendo l’appalto dei lavori nel 2022 per diversi miliardi di euro, rappresenta una testimonianza di come l’attenzione ai temi della sostenibilità e della resilienza siano al centro del processo di progettazione e di realizzazione delle infrastrutture del futuro.
Italferr ha introdotto anche la sostenibilità in cantiere. In che cosa consiste?
Italferr, società di ingegneria del Polo Infrastrutture, promuove cantieri sostenibili, integrando concretamente le tematiche di sostenibilità nello sviluppo del progetto attraverso l’individuazione di soluzioni orientate alla salvaguardia ambientale, all’uso efficiente delle risorse in un’ottica di circular economy, alla tutela e valorizzazione dei beni culturali, paesaggistici, ambientali e della biodiversità. Nella fase di realizzazione viene inoltre attuato un attento presidio di controllo sulla corretta gestione delle tematiche ambientali e di sostenibilità da parte degli operatori economici coinvolti nella realizzazione dell’intervento infrastrutturale. Specifiche prescrizioni contrattuali indirizzano, infatti, le imprese costruttrici nel fornire un contributo concreto al perseguimento delle strategie globali di sviluppo sostenibile durante l’esecuzione dell’opera, prevedendo e promuovendo l’adozione di tutte le soluzioni tecniche e di tutte le procedure operative volte a evitare la creazione di condizioni di impatto, salvaguardare le risorse naturali e ridurre la Carbon Footprint dell’opera, garantire la protezione della biodiversità e delle aree di pregio, massimizzare l’utilità e il valore nel tempo dell’infrastruttura progettata in un’ottica di resilienza. I cantieri sostenibili diventano pertanto un tassello chiave del modello integrato di sviluppo di infrastrutture sostenibili, declinato sin dalla fase di progettazione, promosso attraverso le procedure di affidamento e attuato nella fase realizzativa con il coinvolgimento attivo delle imprese esecutrici.
Del cemento non si può fare a meno perché è alla base della vita quotidiana in diversi settori, dalla mobilità alla sicurezza. Come ridurre l’impatto ambientale di questo materiale indispensabile per la costruzione?
Per ridurre l’impatto ambientale dei materiali da costruzione in generale e quelle che prevedono l’impiego del cemento in particolare, occorre un impegno coordinato e sinergico di tutta la filiera produttiva: dai committenti e gestori dell’asset ai progettisti, dalle imprese di costruzione ai produttori di calcestruzzi, ai trasportatori e alle associazioni di categoria. Il tutto per favorire una visione integrata e sistemica della sostenibilità nello sviluppo infrastrutturale. In questo contesto sono fondamentali scelte oculate da parte delle stazioni appaltanti e iniziative specifiche introdotte dai produttori per rendere disponibili materiali a minor impatto. In tal senso, in fase di progetto vengono adottate scelte progettuali volte a ridurre la quantità totale di materiali da approvvigionare così da favorire il più ampio riutilizzo dei materiali da scavo, un minor consumo di risorse e un contenimento dei flussi di traffico per il trasporto presso siti esterni al cantiere; nelle procedure di affidamento dei lavori sono state introdotte specifiche prescrizioni contrattuali in modo da favorire l’approvvigionamento di materiali da costruzione più sostenibili (dotati di etichetta ambientale di prodotto) e l’adozione di modalità di trasporto dai materiali da costruzione al cantiere più sostenibili; parallelamente si partecipa a tavoli di lavoro con stakeholder istituzionali e associazioni del settore al fine di dare un contributo fattivo nella direzione auspicata, promuovendo l’uso di materiali sostenibili ed innovativi per la realizzazione delle infrastrutture. A tale ultimo riguardo si stanno valutando diverse tipologie di sperimentazione quali, ad esempio: calcestruzzi con aggregato artificiale di origine siderurgica, calcestruzzo con l’impiego di CO2, calcestruzzi a basso contenuto di cemento; il tutto sempre salvaguardando le prestazioni meccaniche e la durabilità delle opere.