Laureata in economia e commercio all’Università Cattolica di Milano, è giornalista professionista dal 2004. Nei primi anni della sua carriera ha lavorato per tv locali e nazionali sviluppando le tecniche video. Successivamente, ha collaborato con differenti testate online e agenzie di comunicazione specializzandosi nel linguaggio SEO. È esperta in temi economici, legali e immobiliari, con particolare focus sui nuovi modelli produttivi sostenibili. Le sue passioni? Il pianoforte e i puzzle.
PNRR e appalti: stato dell’arte e prospettive a metà del percorso
Il giro di boa ha una data: 29 dicembre 2023. Quel giorno il Governo italiano ha chiesto alla Commissione Europea la quinta rata, del valore di 10,6 miliardi di euro, sulle dieci totali previste dal PNRR. Finora le valutazioni di Bruxelles sull’impegno profuso dall’Italia nel presentare i progetti e piani di spesa sono stati positivi anche se gli intoppi non sono mancati: dall’impasse nel pagamento della terza rata alle modifiche in corsa d’opera fino alla revisione, approvata dalla Commissione UE solo a novembre scorso, di traguardi e obiettivi. Oggi, però, la macchina del PNRR marcia a pieni giri e due anni e mezzo dal suo avvio, con l’allora premier Mario Draghi, è possibile verificare che cosa è stato fatto, quanti finanziamenti ha incassato l’Italia e quali sono le prospettive future.
Partiamo dalle modifiche: hanno fatto aumentare i fondi destinati al nostro Paese dai 191,5 miliardi iniziali ai 194,4 attuali, dei quali 122,6 in prestiti e 71,8 in sovvenzioni a fondo perduto ed è stato possibile inserire nel nuovo capitolo REPowerUE (per il quale ci si appresta a ricevere da Bruxelles un prefinanziamento di 551 milioni di euro assieme alla quinta rata) fondi per il sostegno del sistema produttivo italiano al fine di raggiungere i target di sostenibilità, e per la ricostruzione dei territori dell’Emilia-Romagna, Toscana e Marche colpiti dalle alluvioni del 2023.
PNRR, a che punto siamo e gli ostacoli superati
Passiamo agli obiettivi. Abbiamo raggiunto finora quota 230 tra traguardi e obiettivi centrati che ci hanno permesso di incassare 101,9 miliardi di euro tra prestiti e grants sui 194,4 totali, senza tener conto della quinta rata.
Ma come ci siamo arrivati? Le prime due rate da 21 miliardi di euro ciascuna sono “filate lisce”, mentre i primi problemi sono arrivati con l’approvazione ed erogazione della terza rata. A finire sotto la lente di Bruxelles sono stati i progetti edilizi relativi allo “Sport di Venezia” e allo “Stadio Artemio Franchi” di Firenze, oltre alle misure sulle concessioni portuali e sulle reti di teleriscaldamento.
Superati questi ostacoli ne è subito emerso un altro: la realizzazione di 7.500 mila alloggi per gli studenti universitari entro fine 2022. Dopo mesi di trattative, è stata raggiunta una quadra: l’obiettivo “quantitativo” dei 7.500 alloggi è stato trasformato in “qualitativo”, prevedendo come traguardo il solo “avvio delle procedure e dei bandi” per raggiungere l’obiettivo finale dei 60mila nuovi alloggi entro la fine del 2026. Inoltre, ci è stato concesso più tempo: quello che doveva essere un traguardo legato alla terza rata, è stato attribuito alla quarta. Contestualmente si sono aperti i lavori per modificare il PNRR, rimodulando investimenti e finanziamenti.
Superata l’impasse sulla terza rata, la Cabina di regia del PNRR, che si è riunita il 27 luglio 2023, ha approvato la proposta di revisione del Piano. Ottenuto il via libera dal Parlamento italiano, il testo è stato poi trasmesso alla Commissione europea che, dopo circa tre mesi di istruttoria, il 24 novembre scorso, ha dato il suo ok.
La revisione al PNRR tra Missioni, rate e finanziamenti
A livello generale, la revisione ha comportato il finanziamento di nuove misure, l’incremento di risorse a favore di altre misure già previste dal PNRR iniziale e la riprogrammazione di alcuni interventi. Il tutto, come detto, con un aumento della dotazione finanziaria, fino a 194,4 miliardi. In termini più specifici: è aumentato da 527 a 614 il numero dei traguardi e obiettivi da raggiungere entro il 30 giugno 2026, è stata aggiunta una settima Missione, la “REPowerUE”, per finanziare i progetti legati alla sostenibilità energetica, e sono state inserite 7 nuove Riforme (dalle 59 originarie a 66), 5 delle quali relative proprio al capitolo REPowerUE.
Anche a livello finanziario è stato necessario apportare dei cambiamenti: prima di tutto è stata rimodulata la distribuzione delle risorse già assegnate ai diversi investimenti del PNRR iniziale per poter recuperare i soldi da destinare alla nuova settima Missione. Infatti, degli 11,2 miliardi di euro attribuiti a tale capitolo, oltre 2,7 miliardi provengono dallo stanziamento aggiuntivo della Commissione europea, mentre gli altri 8,4 miliardi sono stati ricavati dall’adattamento del Piano.
La revisione prevede che le prossime due rate siano inferiori rispetto al programma iniziale: la quinta è scesa da 18 a 10,5 miliardi di euro e la sesta è passata dagli 11 iniziali a 9,1. Sul fronte degli obiettivi è stato necessario ridurre quelli legati alla quinta rata (scesi dai 69 previsti ai 52 effettivamente realizzati), ma si dovrà correre per raggiungere le prossime tappe: agli 89 traguardi da raggiungere per la sesta e la settima rata, ne sono stati aggiunti 24.
Nuovo PNRR: dal REPowerUE alla ricostruzione edilizia delle regioni colpite dalle alluvioni
Le novità più rilevanti del PNRR nella versione revisionata sono l’inserimento della Missione “REPowerUE” e il capitolo destinato alla ricostruzione edilizia dei territori dell’Emilia-Romagna, della Toscana e delle Marche, duramente colpite dalle alluvioni dell’anno scorso.
Partendo dal REPowerUE, l’Italia riceverà, assieme alla quinta rata, anche 551 milioni di euro che rappresentano l’anticipo del 20% del contributo a fondo perduto pari a 2,756 miliardi di euro totali aggiunti al PNRR iniziale.
Gli obiettivi del REPowerUE riguardano il potenziamento delle reti di trasmissione e distribuzione dell’energia e la promozione del trasporto sostenibile. Gli investimenti e gli appalti da mettere a terra dovranno essere in linea con le nuove cinque riforme della Missione, tutte rivolte alla sostenibilità energetica:
- Riduzione dei costi di connessione alle reti del gas per la produzione di biometano prodotto dalla lavorazione di rifiuti organici urbani o dagli scarti agricoli con lo scopo di incentivare la produzione e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili
- Potenziare i Power Purchasing Agreement (PPA), cioè i contratti innovativi di fornitura di energia elettrica rinnovabile allo scopo di facilitare la transizione energetica garantendo una remunerazione stabile alle imprese che investono nella realizzazione di nuovi impianti
- Potenziare la formazione sulle Green Skills dei lavoratori sia del settore privato che della Pubblica Amministrazione (soprattutto locale) per rafforzare le competenze connesse alla transizione ecologica richieste dal mercato
- Revisione (al ribasso) dei sussidi ambientalmente dannosi (SAD) a partire dal 2026. Tali sussidi, diretti e indiretti, vengono attualmente erogati per ridurre il costo di utilizzo di fonti fossili da parte delle imprese
- Previsione di un testo unico per le procedure in materia di energie rinnovabili per semplificare gli iter burocratici per l’ottenimento di autorizzazioni per lo sfruttamento delle fonti rinnovabili. È prevista la creazione di una piattaforma digitale per favorire la comunicazione tra imprese e amministrazioni.
C’è poi tutta una sezione del nuovo PNRR che riguarda la ricostruzione dei territori colpiti dalle alluvioni del 2023 in Emilia-Romagna, Toscana e Marche. Si tratta di 1,2 miliardi gli euro assegnati soprattutto al settore delle costruzioni: infrastrutture stradali, edifici pubblici e residenziali, strutture scolastiche, ospedaliere e sportive. La ricostruzione rappresenta anche l’opportunità di realizzare nuove opere nel segno della sostenibilità, dato che gli appalti legati al PNRR devono necessariamente rispettare il principio DNSH (Do Not Significant Harm), che prevede di eseguire i lavori senza arrecare danno all’ambiente, a partire dai materiali di costruzione utilizzati, come il cemento e il calcestruzzo prodotti in ottica green.
E sempre l’edilizia è al centro degli interventi per la messa in sicurezza degli edifici scolastici e la costruzione di nuove scuole in tutta Italia con altri 921 milioni di euro che si vanno ad aggiungere a quelli già stanziati.
Anche l’housing universitario ha beneficiato di nuovi fondi, con altri 238 milioni di euro da utilizzare per centrare il raggiungimento dei 60mila posti letto entro fine 2026. Per tale investimento, sono stati stanziati in tutto 1,198 miliardi di euro per stipulare accordi con organizzazioni private e per il recupero edilizio di beni di proprietà statale non utilizzati e da riqualificare.
A ben vedere, il meccanismo del PNRR è semplice: ci sono dei fondi che arrivano dall’Europa e che le amministrazioni centrali e locali devono saper utilizzare attraverso gli appalti. Una volta aggiudicati i bandi e approvati i progetti, i veri attori della ricostruzione italiana sono gli architetti, gli ingegneri e le imprese edili. Sono loro i veri protagonisti della rinascita del Paese.
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