Angelo Monti entra in Italcementi nel 1994 occupandosi di tematiche ambientali dal punto di vista tecnico ed amministrativo e diventa responsabile del Sevizio Ecologia nel 2008. Nel 2016 è nominato Responsabile Ambiente, Energia e Cave Italcementi, supportando le Direzioni Aziendali nell’individuazione delle migliori strategie per la sostenibilità ambientale della filiera, l’implementazione dell’economia circolare, la decarbonizzazione e la tutela e sviluppo della biodiversità. Membro della Commissione Ambiente ed Economia Circolare di Federbeton e del Working Group B Resources & Processes di Cembureau.
Dentro un alveare c’è molto di più di uno dei cibi più dolci e nutrienti che la natura ci abbia donato. C’è una società perfettamente organizzata nella quale ogni individuo porta avanti in maniera instancabile ed efficiente un preciso compito per garantire la sopravvivenza della comunità. E non parliamo solo della comunità della loro specie, ma quella dell’intero pianeta. Dentro un alveare c’è l’immagine dello stato di salute della Terra.
Piccoli insetti insostituibili per la biodiversità
Chi ha sempre associato il lavoro delle api solo al miele forse non sa che questo piccolo straordinario insetto ha un ruolo fondamentale per l’ambiente in cui viviamo. Per molte piante il principale meccanismo di riproduzione è l’impollinazione, che consiste nel trasporto del polline dalla parte maschile alla parte femminile dell’apparato riproduttivo. È il lavoro svolto da insetti come farfalle, falene, ditteri e coleotteri, ma soprattutto dalle api, insetti impollinatori per eccellenza.
Nel loro vagare di fiore in fiore alla ricerca del nettare necessario per produrre il loro prezioso nutrimento, le api contribuiscono al trasporto del polline, trattenendolo sulla peluria e sulle zampe, e si fanno veicolo della fecondazione delle piante. Si tratta di un meccanismo riproduttivo talmente affinato dalla natura che le piante hanno sviluppato degli accorgimenti per facilitare il compito agli insetti impollinatori e attirarli a loro. Vi siete mai chiesti perché i fiori abbiano un’accogliente forma a calice, siano odorosi e coloratissimi?
Questo lavoro di impollinazione animale è così prezioso che, secondo il recente rapporto FAO sullo Stato della Biodiversità per l’Alimentazione e l’Agricoltura, da esso dipende il 90% di tutte le specie di piante da fiore presenti sulla Terra. Con l’impollinazione le api svolgono quindi una funzione strategica per la conservazione della flora e il mantenimento della biodiversità. Le api sono indispensabili anche per la nostra stessa alimentazione. Oltre il 75% delle colture alimentari mondiali dipende dall’impollinazione. Sempre secondo le stime della FAO, infatti, delle 100 specie di colture che forniscono il 90% dei prodotti alimentari di tutto il mondo, ben 71 sono legate all’azione impollinatrice di questi piccoli insetti. Senza di loro non sparirebbero solo miele, cera, propoli e pappa reale, ma alimenti come mele, ciliegie, fragole, carote, pomodori, mandorle, cacao, caffè non troverebbero più posto sulle nostre tavole.
Una specie in pericolo
Nel corso degli ultimi anni, gli apicoltori dell’Europa occidentale, dell’America del Nord e della Cina hanno riferito un insolito impoverimento del numero di api e la perdita di intere colonie. I dati che provengono dagli Stati Uniti, per esempio, segnalano che la popolazione delle api è in grave declino da decenni, ma a partire dal 2006 la loro diminuzione è stata così rilevante che la comunità scientifica ha coniato il termine Colony Collapse Disorder (Sindrome dello Spopolamento degli Alveari) per definire il fenomeno, osservato rapidamente anche in altre zone del pianeta. Solo negli Stati Uniti è stata registrata una perdita media stagionale del 31%, che ha lasciato la regione con il minor numero di api allevate mai registrato negli ultimi 50 anni. Nella lista rossa delle specie a rischio di estinzione della IUCN (International Union for Conservation of Nature) sono state inserite 58 delle 130 specie di api che contribuiscono all’impollinazione di colture alimentari in Europa e Nord America.
Quale è la causa di questa moria? A oggi non è stata individuata un’unica causa, ma sono stati indicati diversi fattori, che agiscono in combinazione fra loro o in maniera autonoma e includono cambiamenti climatici, inquinamento, uso massiccio di pesticidi, tecniche agricole poco sostenibili, come l’utilizzo di monocolture, virus, attacchi di agenti patogeni e specie invasive.
La salute delle api, quindi, ci consente di avere informazioni sullo stato di salute dell’ambiente in cui vivono e lavorano. Le api si rivelano essere degli ottimi indicatori biologici.
“Sentinelle ecologiche” dell’ambiente
Un indicatore biologico è un organismo che reagisce in maniera osservabile alle modificazioni della sua nicchia ecologica. Le api sono delicate e sensibili rispetto all’inquinamento: in presenza di agenti inquinanti o muoiono o abbandonano il sito alla ricerca di un nuovo alveare. Le caratteristiche etologiche e morfologiche delle api fanno di loro un affidabile strumento di monitoraggio ambientale, soprattutto della presenza di inquinanti. Passando di fiore in fiore, le api non raccolgono solo polline e nettare, ma anche dati sulla qualità dell’ambiente. Per procurarsi il nutrimento effettuano numerosi prelievi in un giorno ed esplorano aree molto vaste (fino a 3km), perlustrando tutti i settori ambientali (terreno, vegetazione, acqua, aria). Il loro corpo coperto di peli le rende particolarmente adatte a trattenere i materiali e le sostanze con cui entrano in contatto. Anche l’alveare e i prodotti in esso stoccati (miele, polline, propoli e cera) diventano indicatori utili del monitoraggio biologico, perché fanno da collettori delle sostanze che direttamente o indirettamente vengono raccolte dalle api.
Il monitoraggio biologico con le api
Nel campo dell’analisi e del monitoraggio degli inquinanti presenti in un ecosistema, sempre più spesso al rilevamento dei parametri chimico-fisici viene associato anche quello di tipo biologico grazie a questi organismi “bio-markers”. Le arnie vengono posizionate nelle aree da prendere in esame come delle vere e proprie stazioni di bio-monitoraggio in grado di segnalare eventuali stress ambientali da inquinamento.
Italcementi ha avviato un programma di monitoraggio biologico dell’aria di questo tipo nelle aree circoscritte ai suoi impianti già nel 2002. Milioni di api in veste di “sentinelle ecologiche” ogni giorno affiancano le consuete attività di controllo delle emissioni delle sue cementerie e aiutano l’Azienda a certificare la qualità ambientale dell’area. Le rilevazioni sono effettuate anche dall’Istituto Nazionale di Apicoltura di Bologna, che esamina ogni anno il miele prodotto nelle cementerie e rileva parametri fisico-chimici che rientrano ampiamente nella norma, certificando l’alta qualità del miele.
Giornata Mondiale delle Api
Il 20 maggio si celebra la Giornata Mondiale delle Api, istituita dall’ONU nel 2017 proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questi straordinari insetti e chiedere azioni concrete per la loro tutela.
Come mai è stata scelta proprio questa data? Maggio è un mese centrale per l’attività delle api: nell’emisfero boreale è il periodo in cui si concentra maggiormente l’impollinazione, mentre nell’emisfero australe il mese corrisponde alla produzione del miele e alla lavorazione dei suoi derivati. Ma soprattutto la data del 20 maggio coincide con il giorno in cui nacque Anton Janša (1734-1173), il pioniere sloveno che nel 18° secolo ha aperto la strada alle tecniche moderne dell’apicoltura. «Tra tutte le creature del Signore – scrisse nel suo Manuale completo di apicoltura – non ce n’è altra che sia allo stesso tempo utile, docile e poco esigente, com’è l’ape».
Oggi sappiamo che i pregi delle api vanno ben oltre all’essere animali docili e laboriosi: questi incredibili insetti svolgono l’insostituibile ruolo di mantenere la biodiversità e salvaguardare l’esistenza stessa dell’ecosistema terrestre. Monitorare la loro salute significa quindi comprendere e avere a cuore le sorti del nostro pianeta.