Alberto Chiumento è un giornalista economico. Ha lavorato al desk di Lavoce.info e nella redazione del Foglio. Scrive principalmente di economia, mercato del lavoro, conti pubblici ed economia internazionale, ogni tanto anche di sport. Ha collaborato con varie testate tra cui il Corriere della Sera, Domani e Linkiesta.
In Emilia e dintorni: calcestruzzo sostenibile, mobilità e progettazione
Poche regioni italiane sono dinamiche come l’Emilia-Romagna, nel cui DNA sembra proprio essere presente la predisposizione a essere attiva ed energica. La vivacità di questa regione non è dovuta soltanto al settore turistico che è in grado di richiamare e accogliere persone da ogni parte del mondo tutte le estati. Oltre al turismo, infatti, ci sono molte aziende attive nell’industria automobilistica, in quella manifatturiera, in quella dell’edilizia e delle costruzioni, senza dimenticare le varie attività agricole: proprio l’unione di queste società crea un ecosistema industriale attivo e operoso che rende unica l’Emilia-Romagna.
Tutte le eccellenze che la regione è in grado di produrre derivano da un forte legame delle aziende con il territorio locale, che a sua volta è influenzato positivamente dagli effetti di questo successo. È un grande circolo virtuoso, aiutato anche da importanti infrastrutture, come l’autostrada e l’alta velocità ferroviaria, che se venissero rafforzate migliorerebbero ancora di più il sistema dell’Emilia-Romagna.
Non è quindi un caso che proprio a Bologna si svolga il Saie, La Fiera delle Costruzioni. Progettazione, edilizia, impianti, dal 19 al 22 ottobre. Italcementi e Calcestruzzi preparano da vari mesi questo importantissimo evento per presentare ai partner, ai clienti e ai progettisti i nuovi prodotti della gamma eco.build.
La fiera sarà un evento unico, dove sarà possibile osservare le evoluzioni del settore delle costruzioni, oltre che confrontarsi con la filiera delle costruzioni. Tra le tante novità che Italcementi e Calcestruzzi porteranno al Saie ci sono tre nuove soluzioni per le pavimentazioni orizzontali pensate per le necessità della mobilità leggera. Aiutano a migliorare la pavimentazione delle piste ciclabili, dei parcheggi, dei supermercati, ma anche di zone pedonali come parchi e giardini pubblici.
«Il SAIE 2022 è per noi la vetrina in cui lanciamo ufficialmente il più importante ampliamento di gamma della soluzione per pavimentazioni i.idro DRAIN mai portato sul mercato – spiega Andrea Zecchini, Direttore Area Centro di Calcestruzzi Spa – Andiamo a integrare le prestazioni del prodotto in un’ottica di sostenibilità ambientale secondo tre capisaldi che si aggiungono alle caratteristiche della soluzione drenante».
Questi nuovi prodotti, studiati e perfezionati da Italcementi e Calcestruzzi presso i.lab, la sede delle società e luogo di ricerca e innovazione, vanno incontro alle esigenze nazionali e locali. Sono infatti incalcolabili gli effetti positivi, diretti e indiretti, che il miglioramento della rete di viabilità potrebbe produrre sul settore economico. Questo discorso è ancora più vero per l’Emilia-Romagna, la cui dinamicità sarebbe ancora migliore se venissero ampliate e modernizzate le principali via di comunicazione commerciali.
Calcestruzzi, in particolare, è in grado di offrire molti prodotti ritagliati sulle richieste del cliente grazie alla sua forte presenza sul territorio. Soltanto in Emilia ci sono infatti 9 impianti per la produzione di calcestruzzo. Il suo ruolo da leader del settore in Emilia è stato ulteriormente potenziato nel corso di quest’anno tramite l’apertura di due nuovi centri produttivi nella provincia di Reggio Emilia. In questo modo non solo è stata aumentata la capacità produttiva, ma si è potuto rafforzare il legame con questa provincia (la cui importanza commerciale è dimostrata dalla presenza di una fermata dell’alta velocità), che si unisce così a quelle di Modena e Bologna. Inoltre, due dei nove stabilimenti di produzione sono a doppio carico, caratteristica che permette di raddoppiare la capacità produttiva di entrambi gli stabilimenti. L’azienda ha anche l’opportunità di gestire gli impianti non solo in modo fisico, ma anche da remoto, attraverso una sala di controllo centralizzata. Questi percorsi automatizzati offrono grande flessibilità, controllo e precisione e aumentano l’efficacia degli stabilimenti.
L’operatività di Calcestruzzi può contare su una ventina di persone in Emilia, divise tra le mansioni di produzione, operatività e controllo qualità. Tuttavia, l’azienda è in grado di generare un indotto ben maggiore dato che in modo diretto o indiretto vengono coinvolti nella quotidianità oltre 50 persone.
«Siamo i primi nel settore anche grazie all’approccio unico che siamo in grado di garantire ai nostri clienti», continua Andrea Zecchini, Direttore Area Centro di Calcestruzzi Spa. «Oltre a fornire prodotti di elevata qualità, noi stessi eseguiamo la posa del materiale che produciamo, grazie alla nostra business unit i.build. Questo approccio non è frequente sul mercato e ci dà da una parte un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza e dall’altro offre una garanzia di qualità al cliente. Approccio che potremmo sintetizzare in uno slogan: “La forza di un unico interlocutore”. La nostra verticalizzazione, oltre naturalmente alla creazione del materiale richiesto, include la fase di progettualità e di operatività. Seguiamo tutto il cantiere, avvalendoci anche di squadre esterne di posatori che selezioniamo attentamente. I clienti apprezzano perché in questo modo si interfacciano con un unico soggetto, che si occupa di tutto. Il processo lavorativo non viene diviso su più aziende diverse e quindi si evitano dispersioni, errori di comunicazione e ritardi».
La farina di cemento è un elemento primario per fare il calcestruzzo, a cui si aggiunge una componente di acqua e di aggregati (sassi, ghiaia): è un po’ come fare la pizza, dove oltre alla farina si mette l’acqua, il lievito e il sale. Poi ci sono dei componenti chimici, come gli additivi. Italcementi pone molta attenzione in questo processo e tutta la sua produzione è molto locale. «Abbiamo un profilo regionalizzato. Ad esempio, le materia prime utilizzate non vengono comprate a distanza, ma attraverso fornitori locali. Il radicamento sul territorio è sempre stato un elemento chiave nella quotidianità dell’azienda e continuerà certamente a esserlo in futuro», dice Zecchini. Questo emerge nettamente osservando la dislocazione dei 9 impianti produttivi dell’azienda, tutti attivi nel territorio emiliano.
Calcestruzzi è anche molto attenta alla sostenibilità dei suoi prodotti: una caratteristica che li rende unici e che al tempo stesso non può mancare nell’offerta aziendale sia perché c’è molta richiesta da parte del mercato, sia perché la produzione per essere realmente efficiente non può fare a meno di rispettare l’ambiente.
Italcementi e Calcestruzzi hanno lanciato la gamma di prodotti eco.build, con l’obiettivo di ridurre la CO2 e rispettare le risorse naturali. I calcestruzzi in particolare vengono studiati usando miscele di aggregati provenienti da demolizioni di vecchie strutture. Questi aggregati sono composti da sabbia e ghiaia e solitamente vengono ottenuti dalle cave. Ma possono provenire anche da altri cicli produttivi, come ad esempio la demolizione di infrastrutture, rispettando così maggiormente l’ambiente e le risorse naturali.
«Grazie a una grande attività di ricerca – prosegue Zecchini – Calcestruzzi è in grado fornire prodotti ecosostenibili che raggiungono punte del 35 per cento di materiale sostenibile per la realizzazione di un asilo nido a Guastalla (RE). Allo stesso tempo sono disponibili soluzione più tradizionali, che restano nell’intorno del 5 per cento (il criterio minimo stabilito per legge) e che sono adatte alle esigenze della pubblica amministrazione, proprio come avvenuto per la caserma dei vigili del fuoco vicino a Bologna San Lazzaro cui Calcestruzzi ha partecipato al progetto».
L’attenzione alla ecosostenibilità coinvolge anche l’acqua, uno dei quattro elementi principali per fare il calcestruzzo. Tutti gli impianti della società sono infatti in grado di recuperare in modo automatizzato l’acqua di scarto e quella piovana, di ripulirla e di rimetterla nel ciclo produttivo favorendo così una maggiore sostenibilità ambientale.