Primogenita della famiglia Testa, responsabile dell’Area Commerciale e Qualità della "Cantieri Tri Plok" dove lavorano anche i suoi fratelli e la madre. Entrata in azienda nel giugno 1997 facendo la classica gavetta e, dopo aver seguito un corso di Formazione in Economia e Gestione d’Azienda tenuto dall’Università degli studi di Bergamo, il padre le assegna il primo vero ruolo facendole seguire il sistema di gestione qualità certificato per lavorare con gli enti pubblici. In passato è stata nel consiglio direttivo del gruppo Giovani Industriali di Confindustria Bergamo. Come tutti i membri famiglia è sommelier AIS (Associazione italiana sommelier).
Il nuovo Rinascimento del cemento negli arredi da giardino. Il Made in Italy di Tri Plok conquista gli esterni
Siamo eredi di una storia nata più di ottant’anni fa. L’Azienda Tri Plok è stata infatti fondata negli anni Quaranta da mio nonno, il Cavaliere Severo Testa, che dopo aver esordito nel mondo del lavoro come produttore di manufatti in cemento per l’edilizia, nel ‘58 ebbe la geniale idea di brevettare la “Monolitica”, una botte in cemento per il vino di cui arrivò a produrre più di settemila esemplari all’anno diventando leader nel settore enologico a livello internazionale.
Nata come alternativa alle botti in legno e chiamata “Gioiello di ingegneria enologica” dagli addetti ai lavori, la “Monolitica” rappresentò la vera svolta nella carriera di imprenditore di mio nonno, riconosciuto pioniere lungimirante del settore vitivinicolo. A differenza delle botti in legno utilizzate in quegli anni infatti, che se non ben lavate potevano dare uno spunto acetico al vino, questa botte da stoccaggio in cemento era facile da pulire e igienizzare e inoltre, grazie al suo spessore importante di 10 centimetri, aveva una notevole capacità isolante, tale da preservare il vino dagli sbalzi termici, soprattutto nella fase più delicata del processo di vinificazione, ossia la fermentazione, mantenendo la temperatura calmierata senza l’uso di impianti di refrigerazione esterni. Grazie a questa invenzione, che ha fatto la storia del settore vitivinicolo, nel 1985 mio nonno ricevette dall’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini il riconoscimento di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.
Affiancato alla produzione delle botti in cemento, principalmente nel periodo estivo, e dei pali in cemento per la viticoltura e travetti in cemento, nel periodo invernale, venne successivamente aperto da nostro padre un negozio di attrezzatura enologica a completamento della proposta commerciale. Un punto vendita voluto per perfezionare il servizio di supporto alla produzione del vino, dal torchio al tappo alla diraspatrice, che tutt’ora rappresenta un punto di riferimento per l’enologia bergamasca. Un grande negozio che si fregia del riconoscimento di “Attività storica”, conferito dalla Regione Lombardia, dove si può trovare tutto il necessario per l’imbottigliamento, l’olivicoltura e il giardinaggio.
A metà degli anni 80, mentre il settore enologico era in pieno cambiamento e si stava vivendo l’avvento di nuove tecnologie e materiali, in particolare la vetroresina e di seguito l’acciaio inox, mio papà Pierangelo, unico erede maschio della famiglia, intuì che si stava aprendo un nuovo mercato legato all’edilizia e, forte della competenza nella lavorazione del cemento maturata con il nonno, convertì l’azienda. Se fino ad allora la Tri Plok era fortemente legata alla botte “Monolitica” e al settore enologico, nostro padre spinse per diversificare la produzione e studiando nuove linee di manufatti in cemento per l’arredo urbano, da giardino e per l’edilizia riuscì ad assicurare all’azienda il superamento del periodo di transizione in modo brillante.
In quegli stessi anni incerti inoltre, esattamente nel 1984, i miei genitori decisero anche di acquistare a Santo Stefano degli Angeli un terreno dove diedero vita a una azienda vitivinicola mettendo in pratica le conoscenze acquisite in gioventù e creando una realtà, composta da “Tenuta degli Angeli” e l’Acetaia Testa, che sarebbe diventata di eccellenza, riconosciuta a livello internazionale per i suoi vini pluripremiati e gli aceti di altissima qualità.
Purtroppo nel 2005 papà venne a mancare dopo una grave malattia e da allora mia mamma Manuela, supportata da noi figli, ha continuato nelle attività di famiglia, ovvero il Cantiere Tri plok, l’azienda vitivinicola “Tenuta degli Angeli” e l’Acetaia Testa. Anche lei, come mio nonno in passato, ha ricevuto nel 2013 l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana e nel 2014 la Benemerenza dalla Camera di Commercio di Bergamo “54° riconoscimento del lavoro e del progresso economico”.
Oggi la Cantiere Tri Plok è arrivata alla terza generazione, conosciuta come una realtà importante, di riferimento per quanti operano nel nostro settore dove è fondamentale adattarsi velocemente alle esigenze del mercato differenziandoti dai concorrenti con costante ricerca della qualità dei prodotti e offrendo sempre un alto livello di servizio. Operiamo in contesti urbani per l’arredo di aree verdi e turistiche, amministrazioni pubbliche, piazze, stazioni, porti marittimi, aree di servizio, terminal, autostrade e ci stiamo anche specializzando nel recupero e riqualificazione di centri storici. Oltre a occuparci del settore strettamente edilizio lavorando con la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) e il privato.
Io personalmente sono responsabile dell’area commerciale e dei nuovi progetti del Cantiere Tri Plok in stretto rapporto con mio fratello Francesco che segue la produzione. Lui è il più piccolo di noi, aveva 14 anni quando è mancato papà e da lui ha ereditato la passione per il golf. È stato nella Nazionale italiana, ha vinto gli Internazionali d’Italia ed è maestro di golf. Pur essendo un ottimo giocatore professionista da tempo ormai lavora in azienda. Roberta, la secondogenita, è laureata in Farmacia e segue l’Acetaia e l’Azienda vitivinicola e infine Maria, la terzogenita, è avvocato e si occupa della parte amministrativa di tutte le nostre aziende. Ogni generazione nella nostra storia imprenditoriale ha inteso apportare un proprio, originale contributo per concorrere a farla crescere, adattare ai tempi e renderla più forte sul mercato, avvertendo le potenzialità ancora inespresse di quest’ultimo e rispondendo ai nuovi desideri e bisogni che qui si sono affacciati prima che diventassero main stream, visibili a tutti.
Così è stato con nostro nonno e la sua intuizione della botte in cemento, la “Monolitica”, e poi con nostro padre che ha aperto Cantiere Tri Plok al mondo dell’edilizia e dell’outdoor, con arredi per giardino e spazi pubblici, mentre creava contemporaneamente le basi per un’azienda vitivinicola ed un’acetaia di eccellenza. Oggi la mia generazione, quella dei suoi figli, sta approfondendo il tema della sostenibilità nell’edilizia, a partire dalla scelta di cementi sempre più sostenibili fino all’invenzione dell’architrave “Klimatrave”, che nostra madre ha avuto il merito di brevettare, e parallelamente intessendo un rapporto sempre più stretto con architetti e designer per creare arredi outdoor disegnati su misura a partire da esigenze di unicità e bellezza.
Partendo da quanto già aveva fatto nostro padre negli anni 90, quando per verticalizzare la produzione aveva messo in azienda una macchina per produrre architravi, il così detto “voltino”, con una capacità produttiva a pieno regime di 6.000 mtl giornalieri e un impianto per la produzione del traliccio elettro saldato utilizzato come armatura, con la crisi edilizia e la chiara percezione che l’interesse del settore si stava spostando sui temi della sostenibilità, del consumo energetico e del fotovoltaico, dal 2010 noi figli abbiamo iniziato a ragionare sul nostro architrave e su come avremmo potuto declinarlo per esser preparati a rispondere al mercato edilizio di fronte a un futuro possibile obbligo di produzione con parametri come ecosostenibilità e efficienza energetica.
Nel 2012 abbiamo brevettato “Klimatrave”, un architrave unico nel suo genere perché fatto in polistirene espanso estruso XPS, sagomato e utilizzato come cassero a perdere in sostituzione del classico laterizio. Con il fondello in styrodur al posto del laterizio armato, realizzato con traliccio elettrosaldato e calcestruzzo armato da cemento Tecnocem 4,25 di Italcementi con inerte da riciclo, “Klimatrave” possiede alta resistenza e peso dimezzato rispetto al classico voltino, consente un carico doppio ed elimina il ponte termico nelle abitazioni dove viene collocato. Un sistema isolante portante che garantisce la minima dispersione e la massima efficienza energetica, utilizzato in adiacenza degli infissi, al posto della classica architrave in laterizio o come cornice in sostituzione dei cassonetti, è infatti in grado di bloccare le dispersioni di calore ed eliminare il rischio di muffe e condense dell’edificio, senza rinunciare alla necessaria resistenza meccanica. Lo abbiamo presentato alla fiera Ediltec sempre nel 2012 vincendo il premio “Innovazione Tecnologica” e ottenendo nello stesso anno anche il premio “Odysseus” di Confindustria Bergamo, consegnatoci dalle mani dell’allora presidente Giorgio Squinzi, nella categoria Innovazione “Premio alle Imprese che anticipano il Futuro”.
Sul versante dell’arredo da esterni, per dimore private o per spazi pubblici come giardini urbani, strade e piazze, la nostra area d’azione è principalmente nazionale mentre all’estero lavoriamo in Francia, Malta e Svizzera. Oltre ad avere un ampio catalogo di manufatti di nostra produzione, arredi in cemento da esterni venduti nei principali Garden Center, magazzini edili, rivendite e centri della GDO italiana, stiamo lavorando molto bene anche con imprese di costruzione nazionali d’eccellenza e enti pubblici che ci scelgono come partner per dare il tocco finale alle loro opere. Siamo molto flessibili nella produzione e attenti alla fidelizzazione del cliente per cui realizziamo su richiesta anche pezzi unici, arredi ad hoc per i settori più diversi, dall’interior design al settore moda, a partire dai desiderata di architetti e progettisti.
Per i nostri pezzi da esterno in cemento nutriamo una ambizione paragonabile a quella per il nostro “Balsamo degli Angeli”, l’aceto da noi prodotto che viene servito anche al Principe di Savoia di Milano, un albergo cinque stelle lusso modello di eccellenza nella ricettività italiana. Come il nostro aceto è diventato il dettaglio finale di una tavola perfetta così per i nostri arredi outdoor aspiriamo a essere il particolare che completa progetti unici, in un contesto di assoluta qualità.
Come terza generazione della Cantiere Tri Plok ci siamo dati questo obiettivo: espandere il nostro mercato nel segno dei progetti speciali, dell’arredo su misura a contatto diretto con gli architetti, aprendo con loro un dialogo che consenta l’emergere delle loro esigenze da sviluppare poi insieme in progetti custom made, ovvero su misura.
Nel settore in questi ultimi anni stiamo assistendo a una forte rivalutazione del manufatto in cemento Made in italy. Esattamente quello che noi offriamo da sempre, un prodotto che dalla materia prima alla lavorazione è tutto fatto in Italia. Entrando più nello specifico, la tendenza che domina il design per outdoor contemporaneo è quella di un ritorno all’effetto naturale e il cemento in questo senso è perfetto, con il suo aspetto materico e naturale, la sua finitura grezza e originale. Si rivaluta la pietra ricostruita e grazie alla facilità di lavorazione del cemento si riescono a realizzare prodotti con lo stesso impatto estetico della pietra naturale ma a costi molto più competitivi e con una maggiore sostenibilità, grazie all’utilizzo di inerti riciclati certificati.
Anche in questo nuovo capitolo della nostra storia aziendale Italcementi rappresenta per noi una certezza, un partner con cui abbiamo rapporti fin dai tempi del nonno, quando ancora si conservava il cemento in stanze apposite perché non esistevano silos da stoccaggio. Da allora posso affermare che il legame con Italcementi si è fatto più strategico che mai vista la nostra ambizione a conquistare un posto nel mercato dell’arredo da esterni di alta gamma, un settore molto sensibile all’estetica e alle finiture del prodotto, discriminanti per il successo dei nostri progetti.
Poter contare sulla qualità delle forniture che acquistiamo da Italcementi concorre in maniera sostanziale a ottenere manufatti che ci consentono di distinguerci dai nostri concorrenti. Compriamo Tecnocem 3,25, 4,25 e 525 e Roccabianca e non siamo usi, se non per espressa richiesta dei nostri clienti, a lavorare con cementi super performanti ma, grazie al supporto dei tecnici Italcementi che negli anni abbiamo conosciuto, siamo soddisfatti dei nostri risultati.
Per qualsiasi problema in produzione, abbiamo sempre trovato nel team Italcementi il supporto decisivo alla risoluzione. Come già detto noi puntiamo a essere il piccolo particolare d’eccellenza in contesti di eccellenza, per questo abbiamo bisogno di avvalerci di chi può davvero permetterci di fare la differenza. Per questo Italcementi è un tassello essenziale per ottenere i risultati che vogliamo.
Per chi infine si domandasse da dove nasce il nome “Tri Plok” dato alla nostra azienda ecco un aneddoto che ne racconta la storia. Il nome è una eredità che affonda le sue radici ai tempi del bisnonno, nel primo Novecento. Una storia che parla di una locanda costruita all’incrocio di tre vie che conducevano verso le valli bergamasche, tra Gorlago, Montello e San Paolo d’Argon, dove si fermavano i mercanti prima di procedere per raggiungere i loro clienti. Qui il mio bisnonno Angelo aveva un’attività di mescita di vino e somministrazione di pasti identificata con un cartello “Tri Plok Vi Bù”, ovvero “Tri Plok Vino Buono”, che fungeva da punto di riferimento e snodo. Angelo Testa era una persona conosciuta per il suo mestiere di ristoratore ma anche perché era quel genere di uomo di cui si dice “Non sta mai fermo”. Spesso lo si poteva trovare in giro con la sua carriola e a chi lo incrociava e gli chiedeva che stesse facendo era uso rispondere in modo conciso che stava andando alla cava a prendere i suoi “tri plock”, ovvero tre sassi, per costruire e aggiungere pezzi alla casa. Da allora “Tri Plok” è diventato un po’ il soprannome della nostra famiglia e deriva da questo, in parte dall’espressione dialettale bergamasca e in parte riprende il riferimento toponomastico relato al trivio dove sorgeva la sua attività e dove siamo tuttora.