All'interno della Direzione Global Environmental Sustainability di HeidelbergCement, Manuela Ojan si occupa di Public Affairs a livello europeo nell’ambito della decarbonizzazione, dell'edilizia sostenibile e dell'economia circolare. È focal point per il Life Cycle Management e per i sistemi di valutazione degli edifici verdi. È membro del comitato esecutivo del Green Building Council (GBC) Italia.
Cambiamenti climatici: la sfida della CO2 per il settore delle costruzioni
Cambiamenti climatici, scarsità di risorse naturali, rapida urbanizzazione: sono alcune delle sfide epocali che il Pianeta si trova oggi a sostenere. Per affrontarle con successo il settore delle costruzioni è un attore importante: il calcestruzzo è il materiale più utilizzato al mondo dopo l’acqua. Volumi che sono destinati ad aumentare per soddisfare i crescenti bisogni del settore abitativo globale dettati da una popolazione mondiale in continuo aumento.
Alla Conferenza di Parigi sul Clima (COP21) del 2015, 195 paesi hanno adottato il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima. L’Accordo di Parigi definisce un piano d’azione globale in risposta alla minaccia dei cambiamenti climatici, impegnando la Comunità internazionale ad adottare azioni che riducano le emissioni di gas a effetto serra e limitino l’aumento della temperatura media globale al di sotto di 2ºC rispetto al 1990.
L’impegno europeo nell’ambito dell’Accordo, che prevede una riduzione delle emissioni del 40%, è stato accompagnato da una serie di politiche tra cui la promozione dell’energia rinnovabile e l’efficienza energetica degli edifici. Recentemente la Commissione Europea ha lanciato una visione per un’Europa decarbonizzata al 2050. Tra i fattori abilitanti al raggiungimento della decarbonizzazione, la Commissione Europea ha individuato la competitività dell’industria europea e l’Economia Circolare.
Economia Circolare: il contributo di cemento e calcestruzzo
La sostituzione dei combustibili fossili con i combustibili alternativi derivati dai rifiuti è la tecnologia che garantisce i margini di manovra più significativi. La riduzione delle emissioni di CO2 varia a seconda del tipo di CSS (Combustibile Solido Secondario) utilizzato, da un 70% fino ad arrivare al 100% nel caso di combustibili alternativi da biomassa, le cui emissioni sono considerate neutrali e non climalteranti. Una soluzione sicura e controllata che favorisce lo sviluppo di una “green economy”: valorizzando a livello energetico i rifiuti non più riciclabili a valle della raccolta differenziata si contribuisce a preservare risorse non rinnovabili, trasformare il problema dei rifiuti in una risorsa a “kilometro zero”, evitando le discariche, e ridurre le emissioni di CO2, senza impatti negativi sull’ambiente o sulla qualità del cemento.
Un’ulteriore circolarità e strategia per ridurre le emissioni di gas serra è l’utilizzo di materie prime alternative in parziale sostituzione delle materie prime naturali da cava. Si tratta di materiali residuali o sottoprodotti derivati da altri processi industriali perfettamente compatibili con il ciclo di produzione del cemento. La qualità del prodotto finito rimane inalterata, sia dal punto di vista tecnico che ambientale.
Il calcestruzzo è parte integrante dell’economia circolare, perché può essere prodotto riutilizzando altri materiali e perché completamente riciclabile.
Il calcestruzzo, un materiale ottenuto per miscelazione di aggregati, acqua e cemento, ha una propria “impronta CO2” che dipende dal contenuto e tipologia di cemento utilizzato. Tuttavia, grazie alle proprie prestazioni, può dare un contributo importante alla riduzione delle emissioni di CO2 del settore dell’edilizia ed essere competitivo con altri materiali da costruzione in un’ottica di “ciclo di vita”. Le sue proprietà di resistenza e durabilità allungano la vita utile delle costruzioni, consentendo un minor consumo di risorse non rinnovabili e una riduzione delle emissioni associate ai materiali utilizzati per la realizzazione delle opere. L’elevata massa termica del calcestruzzo consente una riduzione dei consumi energetici e delle relative emissioni di CO2 associate.
Il calcestruzzo è parte integrante dell’economia circolare, sia perché può essere prodotto utilizzando materiali provenienti da demolizioni e scarti industriali, sia perché può essere completamente riciclato e riutilizzato a fine vita. La continua ricerca nel campo dei materiali a base cementizia, inoltre, ha fatto nascere negli anni prodotti innovativi in grado di affrontare concretamente il fenomeno dei cambiamenti climatici. Calcestruzzi drenanti, cool, fotocatalitici, conduttivi: sono solo alcuni degli esempi di calcestruzzi smart orientati alla sostenibilità ambientale, capaci di incidere su fattori legati al clima come la temperatura di superfici pavimentate o di involucri edilizi.
La cattura della CO2
Queste leve di riduzione, sulle quali da tempo il settore sta puntando, non consentono però di raggiungere la completa decarbonizzazione, a causa della componente di emissioni irriducibili legata alle emissioni di processo. In aggiunta alle leve tradizionali di riduzione, quindi, il settore sta investendo nella ricerca e sviluppo di tecnologie per la cattura della CO2, che una volta isolata dal resto dei gas e resa pura, può essere catturata per essere poi permanentemente stoccata o riutilizzata. La CO2 catturata può diventare una materia prima per produrre nuovi combustibili o, idealmente, materiali da costruzione.