Architetto, laureato all’Università Iuav di Venezia, Dottore di ricerca e Docente a contratto presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. Dal 2003 dirige ProViaggiArchitettura, agenzia di servizi per l’architettura, dal 2014 Ente terzo formatore riconosciuto dal Consiglio Nazionale degli Architetti. Dal 2014 collabora con la rivista scientifica «Casabella» in qualità di responsabile di Casabella formazione, struttura adibita all’organizzazione di lezioni, incontri, workshop, visite e viaggi.
Se i rifugi di montagna sono una sfida progettuale, i bivacchi rappresentano cantieri al limite del possibile. Si trovano infatti solitamente a quote più elevate, raggiungibili solo da alpinisti esperti e hanno il ruolo fondamentale di essere sempre aperti per consentire un riparo sicuro, in luoghi dove la natura è padrona. Partiamo però da un luogo più facilmente raggiungibile come il Bivacco invernale al Pradidali, progetto del collettivo di giovani architetti e ingegneri Mimeus, ricovero per gli alpinisti durante il periodo invernale e di chiusura dell’omonimo rifugio ad esso adiacente. Si tratta di un luogo rinomato sul gruppo delle Pale di San Martino; anche qui in primo piano si trova un grande rispetto per la memoria del bivacco precedente, di cui mantiene il basamento originale in pietra.
Salendo in luoghi ancora più impervi, troviamo una serie di bivacchi opera di progettisti giovani: il Bivacco Luca Pasqualetti, il Bivacco Fanton e il Bivacco Corradini. I principi realizzativi di base di questi tre progetti trovano molti punti di incontro come la totale reversibilità e non invasività, la rigorosa pianificazione del cantiere e il dimensionamento attento di ogni componente, l’utilizzo di strutture prefabbricate, la ricerca del comfort interno con l’utilizzo del legno, e infine le aperture come cannocchiali sul paesaggio.
Il Bivacco Fanton, progetto dello studio veneto Demogo, ne è perfetto esempio; si sviluppa infatti come un vero e proprio cannocchiale puntato verso la valle, che sembra essersi appoggiato delicatamente sulla forcella Marmarole, nel territorio di Auronzo di Cadore.