Giornalista professionista freelance, è laureata in Filosofia Teoretica all’Università Statale di Milano. Dopo aver esordito con collaborazioni per il Sole24Ore (Casa24) e il mensile Elle, attualmente scrive on&off line per testate nazionali ed estere centrando la sua indagine su design e architettura con particolare attenzione alla sostenibilità, Nuovo Umanesimo ed economia circolare. Pur viaggiando molto mantiene casa e cuore a Milano, la capitale del design che ha eletto a propria patria dopo aver vissuto a Londra per qualche tempo.
Al Salone del Mobile 2022 il futuro è nuovamente aperto, esteticamente affascinante, sempre più sostenibile
Il Salone del Mobile è tornato. Dopo due anni di assenza causa pandemia, all’inizio di giugno la manifestazione milanese più importante al mondo nel settore arredo e design è tornata nella sua versione integrale e così l’altrettanto atteso FuoriSalone, l’insieme di eventi e presentazioni diffusi in tutta la città che durante la settimana del Salone elettrizzano l’aria della capitale economica del Paese.
Assolutamente centrale nelle proposte viste quest’anno, il sessantesimo dalla fondazione della fiera dell’arredamento nel 1961, il tema della sostenibilità, che è stato esplorato nei più svariati contesti e declinato insieme ai contenuti tradizionalmente connotanti l’evento, ovvero qualità, bellezza e innovazione.
A partire dal polo fieristico di Rho, dove accanto all’esposizione di mobili e complementi è stata realizzata “Design with Nature”, un’area ad hoc progettata dall’architetto Mario Cucinella focalizzata sulle scelte “leggere per l’ambiente”, in pressoché tutte le aree urbane di Milano coinvolte in questa Settimana del Design edizione 2022 il concetto di sensibilità green è emerso quale componente con cui il confronto risulta imprescindibile.
Complice l’avvicinarsi dell’estate e le temperature molto più che primaverili, sono emerse con evidenza all’attenzione del pubblico e dei professionisti le proposte che si sono concentrate nel segmento dell’outdoor e hanno declinato uno stile di vita all’aria aperta, in contatto pieno e diretto con gli elementi naturali enfatizzati tanto nei materiali scelti per le costruzioni e i rivestimenti quanto nelle forme e nei cromatismi. L’interesse generale alla crisi climatica e al rapporto che lega l’uomo al suo ambiente in un’ottica sia di economia sostenibile che di ricerca di un ritrovato benessere a contatto con il bello e con gli ambienti viventi ha dominato il dibattito e prodotto ottimi spunti per ridisegnare in quest’ottica i nostri stili abitativi.
Emblematica in questo senso la realizzazione presentata per l’occasione dall’architetto Massimiliano Mandarini presso Superstudio Più, uno dei luoghi storici e più iconici del Fuori Salone meneghino in Zona Tortona.
«Più che una casa, una strategia» ha sintetizzato parlando della sua creazione Mandarini, che si occupa di ricerca, consulenza strategica e progettazione integrata nel campo del Design, della Sostenibilità, dell’Economia Circolare e delle Smart Cities. «Un intervento che si propone l’obiettivo di cambiare il paradigma della gestione degli spazi all’interno di una casa e contestualmente il modo in cui viverli seguendo le tre priorità fondamentali per il nostro tempo: il benessere sociale, l’attenzione al pianeta e l’uso delle tecnologie per implementare questi fini».
Future, questo il nome dell’istallazione, è una unità abitativa di 70 mq dalle linee pulite, una casetta minimale realizzata con soli materiali riciclati, riciclabili o realizzati per poter essere utilizzabili anche successivamente. L’architetto l’ha voluta immaginare come appoggiata sul manto erboso all’ingresso dell’area espositiva, il “SuperGarden”, dotandola di arredo modulare adatto allo stile di vita di persone nomadi, cosmopolite e dalla forte sensibilità ambientale «che possono vivere e lavorare ovunque in uno spazio che unisce confort, bellezza e utilità».
La struttura ha i connotati di un microambiente formale e informale insieme, una piattaforma autoportante multifunzionale che può facilmente essere smontata e ricostruita in base alle esigenze di chi vi abita. «Un oggetto dai tratti leggeri che si colloca nel paesaggio come un gesto delicato che aggiunge bellezza al contesto dove viene inserito» ha spiegato Mandarini che è anche segretario regionale per la Lombardia di Green Building Council Italia, la più grande organizzazione internazionale al mondo attiva per il mercato delle costruzioni sostenibili, «Future è una sperimentazione immersiva, un luogo dove coltivare la propria creatività, produttività e felicità, dove lavorare e vivere in armonia. Come un rifugio per farci ritrovare il benessere, in un dialogo armonico tra passato e futuro, tra artificio e natura, tra indoor e outdoor».
Per realizzarlo Mandarini ha infuso nel progetto le suggestioni di alcuni modelli di dimore che hanno segnato la storia dell’abitare come esempi di una convivenza armonica e fruttuosa tra costruito e naturale. Dalla domus romana, con il suo cortile interno dotato di impluvium per la raccolta dell’acqua piovana, all’orangerie francese, il giardino d’inverno in metallo e vetro adibito ad accogliere e proteggere le piante durante il periodo dei rigori invernali. «Prevedendo la presenza di una pergola bioclimatica in alluminio dalle dimensioni generose, di acqua, contenuta in una piscina “smart” in rattan di cui è possibile gestire la temperatura, nonché di piante che beneficiano di luci in grado di cambiare la qualità dell’illuminazione in base al ritmo circadiano» ha continuato «ho voluto insieme tributare il mio personale omaggio e far riprendere memoria degli esempi illustri e virtuosi di abitazioni del passato in cui l’interno e l’esterno erano permeabili alle reciproche influenze e l’uomo poteva fruire di un’esperienza vivificante e dagli indubbi benefici per la salute e l’equilibrio psicofisico. Un’esperienza certamente da recuperare».
Focalizzandosi sul tema della ricerca di una rinnovata armonia con sé stessi e l’ambiente, inteso in senso sia naturale che sociale, Mandarini ha indagato la dimensione della biofilia quale chiave d’accesso per un ritrovato approccio a quel contesto vivo e vitale di cui abbiamo bisogno e da cui nel tempo ci siamo via via isolati, tradendolo e deturpandolo.
Come fili invisibili che strutturano ogni dettaglio del progetto, in Future sono presenti la vocazione progettuale di Mandarini al design antropocentrico e la marcata attenzione per la sostenibilità ambientale, visibile fin dalla scelta dei materiali.
«Nella struttura non ho utilizzato né chiodi né colle chimiche, tutto può essere smontato e riconfigurato facilmente senza scarti» ha detto «La qualità indoor è garantita grazie alla sinergia di tecnologie e materiali esteticamente belli, evocativi di benessere, a basso impatto ambientale e forte efficientamento energetico. Le ceramiche per la pavimentazione, per esempio, sono state posate a secco, ottenute da materiale riciclato e dotate di una potente carica antibatterica. L’alluminio della pergola bioclimatica è riciclabile all’infinito così come il poliammide dei tappeti e il rattan della piscina».
All’ingresso, testimone della filosofia di sostenibilità espressa dall’installazione, Mandarini ha scelto di realizzare un carpet materico di due metri per settanta centimetri in calcestruzzo dall’effetto naturale utilizzando i.design mosaico, il prodotto per la pavimentazione della gamma sostenibile eco.build di Italcementi e di Calcestruzzi vocato per soluzioni estetiche estremamente personalizzate e ottenuto da materiale di recupero da cava.
«Volevo l’effetto di un tappeto con l’inerte in vista, un carpet in materiale lapideo dove fosse fortemente enfatizzata la presenza dell’elemento naturale della pietra che ho fatto poi colorare secondo una palette dai toni ostrica perché, richiamandone il colore, entrasse in dialogo con la pavimentazione ceramica interna al modulo abitativo» ha spiegato l’architetto che si è avvalso per la realizzare di questo elemento architettonico del supporto di i.build, la business unit di Calcestruzzi, specializzata nel progettare e posare pavimentazioni secondo standard di massima customerizzazione. Dal progetto alla scelta dei materiali fino alla posa in essere, i.build si è resa protagonista nel tempo di interventi notevoli tanto nelle dimensioni, come la pavimentazione del nuovo ponte di Genova e gli oltre 20mila metri quadri di aree urbane nella sola Milano, quanto nell’elevato dettaglio di cura e qualità d’esecuzione a partire dalle richieste del cliente, come appunto in questo intervento.
Per Future in particolare, il pigmento di colore è stato inserito direttamente nell’impasto del calcestruzzo e successivamente è stata trattata la superficie degli inerti, ovvero del brecciolino, per ottenere quella lucidità sulla superficie del pietrisco tipica dell’arenaria sugli argini dei fiumi o al mare. Finitura coerente per un’installazione che vuole dare il gusto dell’immersione nella natura.
«Per le sue caratteristiche estetiche e tecniche insieme il cemento i.design si è inserito coerentemente nel mio progetto» ha spiegato l’architetto Mandarini riferendosi alle doti di sostenibilità di questo materiale, ricavato da calcestruzzo con inerti locali che abbattono la CO2 e contribuiscono alla circolarità in un’ottica di sostenibilità. «È costituito per l’80% di brecciolino di cava riciclato proveniente da territori lombardi relativamente vicini a Milano, utilizza minime percentuali di resina nell’impasto e con la sua texture porosa aiuta a contrastare l’effetto isola di calore tipico delle città in estate, abbassando notevolmente la temperatura al suolo rispetto ad esempio a una pavimentazioni in bitume. Tutte qualità in linea con la mia scelta di attenzione all’equilibrio tra essere umano e natura e a una modalità di vivere che sappia recuperare e reinterpretare la Bellezza e l’Armonia del vivere en Plan Air tenendo in debita considerazione il cambiamento climatico e il nostro ruolo in questo contesto».
Il progetto Future dell’architetto Mandarini è già stato richiesto per la Venice Design Week del prossimo autunno mentre questa estate è prevista una versione rimodulata del concept ricreata a Cortina in vista delle Olimpiadi 2026.