Ri-Gymnasium è una rete di professionisti, coordinati da Luca Calselli e Dario Biello. Lavora su progetti complessi di rigenerazione urbana e di sviluppo territoriale, con un approccio umanistico e multidisciplinare, attivando iniziative proprie di diversi ambiti professionali, dall'architettura all'urbanistica, passando per la comunicazione, il design, l'arte, la letteratura, la filosofia, la formazione, il cinema, la fotografia.
Colleferro, Città Novecento: da villaggio operaio a città di fondazione aziendale del futuro
Con Città di Fondazione si intendono i nuclei urbani e residenziali nati non spontaneamente, ma da un preciso progetto, generato sulla base di precise volontà politiche, sociali o aziendali. È un tema progettuale che percorre la storia, da Ippodamo di Mileto, alla città ideale rinascimentale, fino ai villaggi operai ottocenteschi e alle città giardino inglesi. Ma è durante il ventennio fascista il momento culminante di questo tipo di espansione urbanistica, parzialmente portata avanti anche nel dopoguerra, durante il boom economico, con le città aziendali.
Nell’Italia Unita, priva di strumenti urbanistici definiti, nel corso della seconda metà dell’Ottocento e all’inizio del Novecento, prevalevano i piani d’ampliamento, relativi a singole zone d’espansione o alla valorizzazione di aree centrali, attraverso interventi di ristrutturazione. Si trattava di interventi in stile Umbertino, caratterizzato dal gusto eclettico e neobarocco e, più tardi, dalle linee ornamentali, floreali e dinamiche del Liberty. Parallelamente allo sviluppo delle aree urbane, con l’avvento della manifattura moderna, tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, si assisteva alla nascita dei Villaggi Operai. L’esigenza era di dare alloggio e servizi alle emergenti classi operaie, che si concentravano intorno agli stabilimenti produttivi, solitamente ubicati intorno alle grandi città, o vicino alle risorse idriche, o ai luoghi di reperimento delle materie prime. Era necessario, dunque, conciliare le logiche produttive dell’imprenditore, con le esigenze sociali e residenziali dell’operaio.
Insediamenti di questo tipo, in alcuni casi, hanno generato modelli sociali e stilistici di grande rilievo. Tra questi: il Villaggio Leumann di Collegno, il Lanificio Rossi a Schio, il Villaggio di Crespi d’Adda (Sito UNESCO), moderni borghi antesignani della città di fondazione e della città aziendale del Novecento.
Con la bonifica delle paludi pontine, negli anni Trenta del Novecento, si assisteva alla più grande e complessa opera di trasformazione urbanistica compiuta in Europa, tra le due guerre. Il processo di fondazione di nuove città, in Italia, però, non si limitava alla bonifica della pianura pontina, ma portava alla nascita di oltre 100 nuovi comuni, tra il 1926 ed il 1943, ai quali si aggiungevano numerosi quartieri, città nella città, come EUR, a Roma, oltre alle città coloniali, tra le quali Asmara, detta la piccola Roma, oggi nella lista del patrimonio UNESCO.
Le Città di Fondazione, dal punto di vista urbanistico, nascevano con alcune analogie. Al centro, la piazza con gli edifici pubblici, tra i quali il Municipio e la Torre civica, la Casa del Fascio e la chiesa, solitamente in secondo piano. Dalla piazza, intesa come fulcro urbano, si diramavano le vie primarie e secondarie, a generare i lotti da edificare, secondo un piano ippodameo.
A questa impostazione archetipica, metaprogettuale, si contrapponeva, però, sempre, un linguaggio libero. Se, dunque, per Littoria (oggi Latina), il progettista Oriolo Frezzotti traeva ispirazione dagli scavi di Ostia Antica, e la faceva apparire classica e scenografica, o Sabaudia, con il disegno di Luigi Piccinato, appariva razionalista e metafisica, assumendo una configurazione più organica, con l’avvicinamento al Lago di Paola, Colleferro, con il grande ingegnere Riccardo Morandi, nasceva come sintesi delle Città di Fondazione, per la presenza del nucleo liberty del villaggio operaio, per lo sviluppo razionalista e per l’affermazione contemporanea di città aziendale.
Con la legge 27/2001, la Regione Lazio riconosceva l’importanza delle sue città di fondazione – Latina, Sabaudia, Pontinia, Aprilia, Pomezia, Colleferro, Guidonia Montecelio –, promuovendo un’attività di valorizzazione e ricerca del patrimonio architettonico, e sostenendo, nel 2018, la nascita della Rete delle Città di Fondazione, soggetto attivo nella promozione e nella riqualificazione di tale patrimonio di modernità razionalista, che mira al riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità UNESCO, passando dalla Tentative List World Heritage Center.
Studiare il caso di Colleferro, che nasceva come Villaggio operaio e si consolidava come città di fondazione aziendale, e che vive, oggi, una straordinaria prosperità, essendo punto di riferimento del paese, nella produzione e nella ricerca tecnologica, nella logistica, nell’offerta culturale, sarà utile a comprendere appieno il fenomeno delle città di fondazione del Novecento e a valutare opportunità e modalità di approccio alla loro rigenerazione, i cui marcatori non possono che declinarsi in: valorizzazione, tutela, sviluppo.
Colleferro nasceva per opera di Leopoldo Parodi Delfino, giovane ingegnere imprenditore che, nel 1912, fondava la società B.P.D. Bombrini Parodi Delfino, con l’impulso del governo Giolitti, che promuoveva investimenti privati per la realizzazione di aree industriali, sull’intero territorio della penisola. Sede produttiva era l’area della Stazione ferroviaria Segni-Paliano, a sud di Roma. L’attività produttiva della B.P.D. comprendeva la produzione di esplosivi, prodotti chimici e leganti idraulici pozzolanici, estratti e lavorati direttamente nel cementificio della CalcementiSegni, acquisito da Italcementi nel 1972.
Il primo Villaggio Operaio di stile liberty, progettato da Michele Oddini, con la continua espansione demografica e aziendale, diventava comune autonomo da Roma, nel 1935, e il progetto della nuova città, e delle sue principali infrastrutture, venivano affidate a Riccardo Morandi, che sperimentando l’uso del cemento nelle sue estreme e nuove applicazioni, lavorava sia al primo piano di fabbricazione, del 1935, che al piano di espansione INA-Casa, degli anni Cinquanta. Si inaugurava, così, proprio a Colleferro, nel 1949, la prima opera della grandiosa macchina per l’abitazione, il cosiddetto Piano Fanfani per far ripartire l’economia italiana del dopoguerra.
Oggi Colleferro è impegnata in un ambizioso progetto di rigenerazione urbana, sociale e produttiva. Con il progetto Colleferro ‘900 che ha posto la cultura a cardine dello sviluppo, sul modello Ri-Gymnasium, presentato a Expo Milano 2015, alla Biennale dello Spazio Pubblico di Roma 2017, e alla Triennale di Milano nel 2021, si stanno recuperando i tratti connotanti dello spazio urbano e l’identità della città e della comunità.
Il progetto Colleferro ‘900, con un autorevole Comitato Scientifico e un sistema complesso di reti, fatto di istituzioni, imprese, enti di ricerca pubblici e privati, associazioni, ha permesso a Colleferro di diventare la prima Città della Cultura della Regione Lazio, e di istituire il Complesso Monumentale Città Morandiana, inserito nella Rete delle Ville, Dimore Storiche e Complessi Architettonici del Lazio.
Da Colleferro ‘900 è nato l’Archivio Multimediale www.cittàmorandiana.it, presentato al MAXXI di Roma, da Margherita Guccione e dall’Associazione Archivi di Architettura Italiani. Si tratta di una struttura di comunicazione e divulgazione on line e off line, connessa a un percorso di totem informativi e archigrafie fisiche, che hanno inizio con la nuova Piazza Scultura Città Morandiana, elemento scultoreo funzionale di grandi dimensioni, concettualmente ispirato al plan volumetrico del progetto originario di Morandi del 1935, dal quale nasce anche la Collezione Morandiana di Arredo Urbano Identitario, un catalogo di oggetti di pubblica utilità, realizzati da Forma&Cemento con il cemento bianco di Italcementi.
Alla Città Morandiana è stata dedicata la Biennale di Divulgazione di Architettura 2018/2020, di Ri-Gymnasium, con il coordinamento di Expositore, che negli anni 2020/2022 è, invece, dedicata al Borgo Futuro. A completamento del piano di promozione della Città di Fondazione aziendale di Colleferro è, in uscita, Città Novecento, un Docufilm prodotto da Filmedea, opera riconosciuta dal MiBact, con Alessandro Haber e, tra gli altri, Massimo Cacciari, Emilio Gentile, Giordano Bruno Guerri, Claudia Conforti, Luigi Prestinenza Puglisi, Antonio Pennacchi, Maurizio Morandi, Marzia Marandola.
Colleferro sarà Capitale Europea dello Spazio 2022. La città, in cui risiede la più importante impresa italiana dell’Aerospazio, si sta preparando al prestigioso appuntamento, con l’ambizioso programma Archeologia dal Futuro, e inaugurerà Spazio Colleferro, un progetto che coinvolge Ri-Gymnasium, con Tic Media Art e Expositore, che sarà uno spazio culturale polivalente, ricavato nel Complesso Architettonico ex IPIA, una maison de les confluences, tra la città amministrativa (agorà), la città fabbrica, la città giardino, la città delle residenze. Spazio Colleferro comprenderà la nuova Biblioteca Civica Riccardo Morandi, il Centro di Documentazione Colleferro ‘900, la Scuola di Alta Formazione, la Piazza dello Spazio, il Museo SPAZIO Colleferro.
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