Architetto e paesaggista, appassionata del rapporto antropologico con la natura, laurea in architettura al Politecnico di Milano con la tesi "Dalla Land Art al Design Urbano", precursore della multidisciplinarietà progettuale attraverso il network EN Space (http://www.enspace.eu/) da lei fondato nel 2005, capacità imprenditoriale in qualità di project manager. Fra i suoi interlocutori, oltre ai privati, Ordini professionali, Comuni, Province, Università, Fondazioni, Associazioni, Studi di Architettura e di Ingegneria, case editrici, fiere.
Ciclovie all’avanguardia per lo sviluppo del territorio
Alcune sono opere d’arte, come il Bicycle Path di Daan Roosegaarde, in Olanda, ispirato al quadro “Notte stellata” di Vincent Van Gogh, che si illumina quando viene percorso. Altre hanno avuto il merito di riqualificare interi quartieri, come il cosiddetto Snake, il ponte rosso che sovrasta il canale di Copenhagen, in Danimarca, la destinazione che (anche) quest’anno è la più amata da chi si sposta su due ruote, secondo il Copehagenize index. E ancora il primo tratto della panoramicissima Ciclabile del Garda (tra Capo Reamol e Limone sul Garda), a strapiombo sul lago, che dà anche sicurezza ai ciclisti attualmente obbligati nelle gallerie. Il boom delle piste ciclabili – anche se più a rilento – è arrivato anche da noi in Italia. E lo spostasi su due ruote, per questioni economiche e di maggior benessere psicofisico, è uno degli effetti collaterali post pandemia, come rivela una indagine di Legambiente sulla mobilità sostenibile. L’utilizzo di biciclette, infatti, è in aumento con percentuali a doppie cifre dal maggio 2020 (+81%) – mese in cui sono stati dati incentivi sull’acquisto –, e settembre/ottobre (+73%); come riportano i risultati del dossier “Covid Lanes” con cui l’associazione ambientalista chiede di raddoppiare i chilometri di piste ciclabili entro il 2025, inserendo queste strutture nel recovery plan.
Un’azione che comporterebbe anche la trasformazione delle ciclabili “pop-up”, quelle nate nell’urgenza, in piste stabili (In Italia sono circa 200 km e 2.300 km in Europa, secondo la European Cyclists’ Federation), mentre i Piani Urbani di Mobilità Sostenibili prevedono per il nostro Paese oltre 2.600 km di nuove piste ciclabili, da sommare ai 2.300 km di quelle esistenti.
Un tema a cui sono particolarmente sensibili le Pubbliche Amministrazioni (spesso chiamate a decidere per le sole tratte di loro competenza), ormai consce che le ciclabili, se ben progettate e organizzate – come ad esempio la lunga tratta dell’Alpe Adria (da Salisburgo a Grado (GO)) – portano anche importanti ricadute sull’indotto nel territorio di competenza.
“Ogni euro investito in una ciclovia ne rende 3,5 al territorio, ogni chilometro di percorso ciclabile genera un indotto annuo di 110mila euro. Una rete estesa di ciclovie frutterebbe 2 miliardi di euro all’anno all’Italia” (Ansa Roma news, 15 giugno 2021)”
È per rispondere a questa domanda che le aziende studiano materiali all’avanguardia, per realizzare percorsi – siano essi in città, montagna, lungo i corsi d’acqua o al mare (ognuna con le sue caratteristiche e peculiarità) – che soddisfino le esigenze richieste, ad esempio le questioni relative a temperature e surriscaldamenti, recupero delle acque piovane, sdrucciolosità, illuminazione e, non ultimo, che durino nel tempo, con una manutenzione poco impegnativa.
Un obiettivo a cui Italcementi risponde proponendo materiali di alta tecnologia e prodotti a base di cemento studiati nel parco scientifico e tecnologico del Kilometro Rosso di Bergamo, dove hanno sede i laboratori, che operano in stretta collaborazione con centri di ricerca universitari al fine di proporre soluzioni up to date.
Ne è un esempio l’i.idro DRAIN, un’ottima risposta per una mobilità green a tutto campo, che è un’innovativa formulazione di calcestruzzo per pavimentazioni continue con un’altissima capacità drenante, dove un’accurata selezione degli aggregati e l’azione del legante cementizio permettono di raggiungere una capacità 100 volte superiore a quella di un normale terreno. Dal punto di vista tecnico, infatti, dà ottime performances meccaniche e altissima capacità drenante, come rilevato da test comparativi con il Politecnico di Milano.
“La capacità drenante di i.idro DRAIN varia in funzione della granulometria usata per la sua composizione. La creazione di vuoti, che possono variare dal 15% fino al 25%, garantisce drenaggi da 200 litri/m2/minuto fino a oltre 1000 litri/m2/minuto. i.idro DRAIN risulta avere altissima capacità DRENANTE in tutte le versioni: “L” (3/6mm) ed “XL” (6/11mm), prodotti in sacco, o per le forniture di prodotto sfuso”.
Un materiale che oltre alle piste ciclabili è già utilizzato per aree pedonali e di sosta, camminamenti a mare (dove c’è il problema della salsedine), strade sottoposte a tutela ambientale, aree a rischio incendio, giardini pubblici… Questo perché permette il deflusso delle acque, garantisce il drenaggio profondo (adatto a zone con tutela ambientale), e riduce la temperatura al suolo di 30° rispetto a una pavimentazione normale. Si possono infatti apprezzare i “cool materials” di Italcementi, in estate, quando le tradizionali superfici cittadine, nelle afose giornate estive, restituiscono il calore, mentre queste danno una sensazione di comfort e di fresco ai pedoni (o ai ciclisti).
L’i.idro DRAIN, che è in possesso dell’EPD – Environmental Product Declaration, la dichiarazione ambientale di prodotto –, può essere utilizzato in tonalità grigio, bianco o colorabile a richiesta; una caratteristica quest’ultima da non sottovalutare, perché rende i percorsi facilmente riconoscibili e ben integrati nel contesto. Soprattutto, mantiene le caratteristiche fisico-meccaniche nel tempo, non subendo deformazioni relative alla temperatura e necessita di manutenzione ordinaria: non contiene infatti componenti oleose, come invece contengono gli asfalti, e necessita quindi di manutenzione ordinaria, e la pulizia può essere fatta semplicemente con una idropulitrice. Per tutti questi motivi il costo, seppure inizialmente maggiore, è ampliamente ammortizzabile nel tempo.
L’utilizzo di i.idro DRAIN, oltre poterlo vedere posato a Bologna per la “tangenziale delle biciclette” e a Brindisi in un parco naturalistico, lo ritroviamo nella sede Prysmian di Milano (certificata LEED Platinum, Leadership in Energy and Environmental Design), al Parco della Biblioteca degli Alberi sempre nel capoluogo lombardo, nell’Energy Park di Vimercate (MB), al Forte di San Rocco a Grosseto e al Parcheggio teatro a Montalto di Castro (VT), tra gli altri.
Un materiale che potrebbe venir impiegato con successo anche nei molti percorsi ciclabili in attuazione per il prossimo futuro. Uno degli esempi più scenografici, in fase di realizzazione, come si diceva, è la ciclovia del Garda, dove a breve si potranno percorrere i 140 km che segnano il perimetro del lago, tra nuove tratte e percorsi già in essere (nella fotografia sotto il tratto di Limone del Garda, Progetto: Studio Ingegneri Associati Fontana & Lotti – Lorenzi). Oltre ad essa, sono molte le tratte da portare a termine, con uno stanziamento di 361 milioni di euro per la “Progettazione e realizzazione di un sistema nazionale di ciclovie turistiche sul territorio nazionale (Gazzetta n.18/2019 il decreto del Ministero dei Trasporti del 29 novembre 2018) a cui si aggiungono i 137,2 milioni di euro per la progettazione e realizzazione di ciclovie urbane e universitarie (G.U. n.225 del 20 settembre 2021).
In particolare, sarà data priorità a questi percorsi: ciclovia del Sole (Verona-Firenze), ciclovia Vento (Venezia-Torino), ciclovia dell’acquedotto pugliese (Caposele (AV) – Santa Maria di Leuca (LE)), GRAB di Roma (Grande Raccordo Anulare delle Biciclette). E poi le ciclovie: Trieste – Lignano Sabbiadoro – Venezia, Sardegna, Magna Grecia (Basilicata, Calabria, Sicilia), Tirrenica e Adriatica. A queste si aggiungono interventi per la progettazione e realizzazione di servizi, come le ciclostazioni e servizi incoming, nonché interventi concernenti la sicurezza della circolazione ciclistica cittadina. Infine, la ciclovia culturale da realizzare per Bergamo-Brescia Capitali italiane della cultura 2023 che congiungerà le due città pedalando, un viaggio lento attraverso le due province che ne farà scorgere i dettagli più nascosti, ambientali e culturali.