Architetto e ricercatore indipendente con sede a Berlino. È autore di diverse pubblicazioni sull’architettura, la tecnologia e l’arte su riviste di settore internazionali. Il materiale prodotto negli ultimi anni, relativo alle aree di ricerca esplorate, è editato in magazine e in volumi curati da altri autori. Tra le mostre più significative in cui sono stati presentati i suoi lavori figurano la Biennale di Venezia, Marmomacc (Mostra Internazionale delle Pietre Naturali, Design & Tecnologia) e l’EXPO Esposizione Universale Milano.
Strade sicure: tutti i vantaggi della pavimentazione in calcestruzzo
Le pavimentazioni stradali in calcestruzzo sono riuscite a diffondersi in molti Paesi grazie ai vantaggi e al giusto impiego di questa tecnologia. Sul territorio italiano però fa ancora fatica a imporsi nonostante i benefici potenzialmente risolutivi per lo stato di salute malmesso delle infrastrutture che si diramano lungo tutta la penisola.
Molti degli utenti che quotidianamente percorrono le strade, che siano ciclisti o autisti, non si sentono al sicuro per via dei manti stradali accidentati e accusano per questo la reazione delle pavimentazioni alle intemperie delle stagioni più fredde. Pioggia e ghiaccio rendono rischioso l’attraversamento, oltre che per le categorie che con i propri mezzi raggiungono casa o il posto di lavoro, soprattutto per la classe dei trasportatori che sulle lunghe tratte incontrano il maggior numero di dissesti legati allo stato di manutenzione delle strade.
Il Centro e Nord Europa e il continente nordamericano conoscono le pavimentazioni rigide in calcestruzzo da lungo tempo ormai e conducono su questa una ricerca volta a raggiungere sempre nuovi obiettivi, legati ai temi fondamentali della sicurezza, del riutilizzo dei materiali impiegati nella produzione e della gestione del traffico quotidiano.
I manti stradali in calcestruzzo presentano una struttura generalmente definita rigida, che rende questi profondamente differenti rispetto ai fondi coperti dai più flessibili aggregati bituminosi. Questi ultimi per loro natura hanno un effetto diffuso su una vasta superficie del sottosuolo, causando per questo notevoli torsioni che agiscono in modo eccessivo sull’area interessata. Risolvere questo tipo di deformazione significa andare incontro alle necessità specifiche, che importanti progetti come terminal di volo, banchine portuali e le aree di traffico stradale tutte richiedono.
Grazie all’elevata resistenza e alla minore tenuta richiesta, i rivestimenti stradali rigidi offrono un ciclo di vita più lungo rispetto a quello calcolato con i materiali bituminosi, in media dai venti ai trent’anni, riducendo di conseguenza l’uso di materie prime e l’emanazione di tossine [1]. Inoltre l’impiego di alcune componenti del calcestruzzo che costituisce i manti stradali rigidi, al contrario delle combinazioni bituminose, offre opzioni particolarmente vantaggiose nel campo della sostenibilità e quindi direttamente anche sull’impatto sociale e ambientale, oltre che in quello finanziario [2].
I costi
Secondo i dati, i costi di un cantiere che ha come scopo la produzione di un manto stradale rigido è in prima battuta superiore a quello del conglomerato bituminoso, il quale si attesta per questo preferibile per la costruzione di strade. Se si aggiunge però all’analisi la valutazione dei tempi di usura, si può notare come il risultato tenda a ribaltare l’esito delle considerazioni. Tenendo conto della vita utile del CLS rispetto alla pavimentazione flessibile bituminosa, si giunge alla conclusione che, con i suoi venti o trenta anni di media, il manto rigido in calcestruzzo risulta finanziariamente più vantaggioso.
Il costo mai stabile del greggio rende talora la produzione dei conglomerati bituminosi più dispendiosa, portandosi indietro nei confronti del CLS, che per le ragioni elencate giunge a diventare competitivo anche sul piano economico. Un altro punto da considerare è la localizzazione degli stabilimenti di produzione e come lo si trasporta. Essendo l’Italia sul podio dei produttori europei di CLS, le quantità di materie idonee alla sua produzione sono disponibili a livello locale, abbattendo così i costi di trasporto e aggiungendo con questo un ulteriore vantaggio alla lista dei temi propri della pavimentazione rigida.
Il riciclo
Gli aggregati di calcestruzzo riciclato è uno dei materiali più ricercati nel settore stradale. Le proprietà meccaniche e chimiche dei prodotti riciclati permettono agli stessi di poter essere riutilizzati nel nuovo cemento senza particolari vincoli, accrescendo il vantaggio economico del processo produttivo. Come afferma la professoressa Laura Moretti, afferente al Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale all’Università di Roma Sapienza, «il calcestruzzo frantumato può essere utilizzato per gli strati inferiori portando il materiale a diventare riciclato e riciclabile e inserendosi nella lista degli obiettivi di sostenibilità, che devono porsi le pubbliche amministrazioni anche per rientrare in un quadro di politica economica europea. Così accade in Austria ad esempio, dove riutilizzare i manti in disuso rientra negli obblighi della costruzione».
L’impatto ecologico derivato dalle tecniche convenzionali di realizzazione e manutenzione del calcestruzzo diminuisce il suo effetto negativo principalmente grazie alla diminuzione del traffico sulle tratte dedicate al trasporto di materiale, il quale deve raggiungere periodicamente il cantiere prima e le discariche poi. Questo aspetto indica l’importanza di un buon piano manutentivo, per far sì che non ci siano disagi dovuti agli interventi di ristrutturazione dei manti stradali. La riduzione del tempo e delle limitazioni nelle infrastrutture sono alcuni dei temi da tenere in considerazione, se si desidera ottimizzare la resa dei vantaggi ottenuti anche dagli aspetti tecnici, oltre che a quelli finanziari.
La sicurezza
Gli esiti negativi degli incidenti stradali derivanti talvolta dalle conseguenze degli errori strutturali e altre volte da una mancata manutenzione vengono documentate di continuo dalla cronaca quotidiana. Un problema naturalmente non solo italiano, ma che si estende all’intero territorio costruito nei vari Paesi del mondo. Nella realizzazione di strade e gallerie il tema della sicurezza si rende fondamentale e prioritario, persino nei confronti di quello finanziario, seppure quest’ultimo renda un’opera infrastrutturale effettivamente possibile.
La professoressa Moretti torna a ribadire l’importanza del ruolo delle pavimentazioni rigide anche nelle gallerie dove «la colorazione chiara del calcestruzzo consente di risparmiare fino al 30% sui costi di illuminazione, grazie alla maggiore luminanza offerta da questo materiale, il quale presenta una maggiore riflessione di superficie chiara».
In generale i materiali da costruzione, per essere idonei all’impiego, devono presentare diversi criteri. Una caratteristica essenziale di questi materiali è la reazione al fuoco, essendo questa responsabile di una corretta evacuazione degli utenti e quindi anche dell’estinzione delle fiamme. Il cemento, essendo inerte e conservandosi a livello strutturale e prestazionale anche dopo un incendio, non produce gas velenosi ad alte temperature. In caso contrario invece, un asfalto dalla composizione conglomerata bituminosa reagisce a diverse centinaia con lo sviluppo di vapori e gas tossici, che rischiano di compromettere possibili azioni di salvataggio. I materiali utili alla costruzione di strade prediligono quindi quelle proprietà che riducono la possibilità di espansione dell’incendio, per poter agire su un’area più circoscritta, favorendo il salvataggio di vite umane ed evitando la produzione di sostanze tossiche.
Esperienze all’estero
È noto il caso di Bellefontaine in Ohio negli Stati Uniti, del quale è protagonista il businessman George Bartholomew. L’uomo presentò alla città un progetto della Court Avenue interamente pavimentata in calcestruzzo. La proposta fu accettata con riserve e riluttanza anche se la storia diede ragione all’imprenditore, lasciando pervenire fino a noi il rivestimento rigido di quella strada con la statua del suo ideatore [3].
Questo non fu un caso isolato, infatti, nei primi decenni del Novecento, la tecnologia del calcestruzzo divenne una soluzione ordinaria nella realizzazione di aeroporti militari, portando alla definizione di una vera e propria base teorica legata all’impiego del calcestruzzo nel settore delle infrastrutture. Al di qua dell’Atlantico al contempo, il Vecchio Continente ha potuto contare invece sull’Austria e sul Belgio, i quali hanno investito sulla realizzazione di alcuni dei loro tratti stradali, rispettivamente negli Anni Cinquanta e negli Anni Venti, rimasti in esercizio fino a tempi relativamente recenti.
Il Parlamento Europeo chiede ora a tutti i Paesi Europei attraverso la Direttiva Europea 2004/54/CE di adeguarsi ai requisiti minimi legati alla sicurezza della rete stradale transeuropea e l’esperienza dai manti rigidi in calcestruzzo maturata nel corso del tempo ha prodotto dei risultati con cui questo obiettivo si potrebbe raggiungere con meno difficoltà.
Caso Italia
L’Italia non è del tutto estranea alla tecnologia dei manti stradali in calcestruzzo, infatti durante le due grandi guerre si conobbe l’utilizzo dei rivestimenti rigidi per luoghi legati ai trasporti con scopo militare. Questi ripresero a essere di nuovo realizzati tra gli Anni Ottanta e gli Anni Novanta nella costruzione delle autostrade, con una tecnica mista di il CLS e asfalto di usura chiamata PCP (Pa-vimentazione Composita Polifunzionale). L’autostrada A12, nel tratto che va da Roma a Civitavecchia, e la Bretella Fiano Romano-San Cesareo sono alcuni dei casi in cui è stata impiegata la PCP. A seguito di questi intervalli storici, l’industria del calcestruzzo adibito a funzione infra-strutturale vide una pausa durata fino ad oggi [1].
Recentemente nel contesto del World Road Association, a Bruxelles, è nata l’idea di creare un organismo europeo dedito allo sviluppo e alla ricerca per la diffusione del CLS nella costruzione delle strade. Un’iniziativa che trova un seguito nell’attività di divulgazione portata avanti dall’AITEC, che si propone di far conoscere a livello esteso i vantaggi di questa soluzione applicata alle infrastrutture, dove l’Italia con la sua conformazione, il suo elevato numero di gallerie e la capacità produttiva del calcestruzzo presenta un alto potenziale di crescita per l’impiego di questa tecnologia, che annualmente vede l’investimento di diversi miliardi di euro [4]. In questo senso la tecnologia del CLS applicato al traffico in generale risulta ai fatti un’opportunità valida comprovata da diversi vantaggi, prima di tutto prestazionali, oltre che preventivi, economici e ambientali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA