Veronica Fermani si laurea in Editoria multimediale e nuove professioni dell'informazione all'Università di Roma "Sapienza". Giornalista e content creator, ha maturato esperienze nel settore dei media on line e della comunicazione istituzionale. Si occupa di contenuti editoriali e multimediali per la società di comunicazione LOV.
«Sul podio dell’ingegneria globale, l’Italia c’è»: intervista ad Alfredo Ingletti, Vicepresidente di FIDIC
Quando eravamo un Paese da ricucire, dopo le devastazioni belliche, la ricostruzione fu affidata a ideatori visionari, fedeli a una solida cultura del progetto, dai nomi celebrati in tutto il Pianeta, in grado di concepire opere maestose. Si pensi al collegamento Milano-Napoli, messo a punto tra il 1956 e il 1964: quasi 800 chilometri di autostrada, più di 400 ponti. Oppure si rammentino le avveniristiche strutture costruite da Pier Luigi Nervi per le Olimpiadi di Roma del 1960. La storia dell’ingegneria della penisola è una vicenda che annovera interpreti di valore in ogni epoca. E il tempo dei fuoriclasse non sembra terminare. Lo dimostra Alfredo Ingletti, cofondatore, Presidente e Direttore Tecnico di 3TI PROGETTI, una società di ingegneria indipendente con sede a Roma. Il suo impegno e la sua dedizione nel campo dell’ingegneria hanno contribuito in modo significativo a un’elezione storica: da questo settembre, in occasione della FIDIC Global Infrastructure Conference a Singapore, egli ricopre infatti il ruolo di Vicepresidente di FIDIC (International Federation of Consulting Engineers).
L’attività di un’organizzazione internazionale in quale maniera può valorizzare e difendere il compito dei professionisti tecnici?
«Oggi più che mai il ruolo di FIDIC, considerata la voce dell’industria dell’ingegneria di consulenza più affidabile a livello globale, è diventato essenziale. Lo scopo di FIDIC e dei suoi membri, infatti, è quella di migliorare la vita delle persone/utenti dei progetti attraverso la promozione della qualità, dell’integrità e della sostenibilità dell’industria delle infrastrutture e dei progetti e servizi che essa realizza su scala globale. In qualità di esperti del settore, i membri della federazione, cercano di influenzare le legislazioni internazionali su questioni che riguardano il settore dell’engineering consultancy industry, affinché si raggiungano obiettivi internazionali comuni come la promozione di una concorrenza leale e di regole trasparenti per gli appalti. FIDIC svolge un’ampia varietà di attività su scala globale. Le associazioni affiliate alla FIDIC e le loro imprese associate possono quindi potenzialmente trarre vantaggio da qualsiasi attività dell’organizzazione: dall’advocacy e coinvolgimento degli stakeholder allo sviluppo e influenza delle policies; dalle agevolazioni alle conferenze più importanti al mondo ai continui aggiornamenti e informazioni sul settore attraverso annual report e newsletter. Vi è poi l’accesso a una suite di contratti e servizi FIDIC, con formazione inclusa, l’opportunità di essere coinvolti e impegnati attraverso i comitati e i consigli FIDIC; la possibilità di far parte di un gruppo regionale FIDIC contribuendo a collegare le attività globali della FIDIC con le regioni transnazionali. Si tratta di attività che consentono inoltre ai membri di impegnarsi a tutti i livelli di influenza e di coinvolgimento delle parti interessate aumentando il prestigio e il livello di visibilità dell’associazione e dei suoi membri».
L’organo esecutivo della Federazione definisce le politiche a livello internazionale nel rapporto con i Governi nazionali e con le Organizzazioni multilaterali, pianifica le strategie di settore raccogliendo gli indirizzi dell’Assemblea Generale, sviluppa contatti e relazioni con i diversi stakeholder internazionali. Quanto conta l’Italia nel sistema dell’Ingegneria mondiale?
«L’Italia si è affermata, sulla base della classifica redatta dalla autorevole pubblicazione di settore ENR – Engineering News Record, come il terzo Paese al mondo per numero di società di ingegneria internazionalizzate, superata solo dagli Stati Uniti e dalla Cina, e prima della Corea. Le società italiane generano principalmente il loro fatturato all’estero in Europa, seguita da Medio Oriente e Africa. In particolare, l’Africa sta emergendo come un mercato sempre più rilevante per le società italiane, con una crescita costante. Nel corso del 2023 sono state realizzate diverse iniziative che hanno contribuito a rafforzare la posizione delle società italiane sul mercato internazionale. L’estero rappresenta sempre più un terreno fertile per il know-how sviluppato dalle società di ingegneria e consulenza italiane, contribuendo al quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Aumentata anche la capacità delle società italiane di sfruttare le opportunità finanziarie internazionali, con un’attenzione particolare alle Banche Multilaterali. La mia elezione a vicepresidente della FIDIC conferma senz’altro la solida reputazione e l’elevato capitale di fiducia guadagnato dal nostro Paese. Ne sono infatti emblema i successi di posizionamento istituzionale e operativo dell’ingegneria, dell’architettura e della consulenza italiane nel mondo».
Il settore delle costruzioni è spesso considerato come uno dei più arretrati dell’intero mondo industriale, e questo riguarda tanto l’organizzazione dei cantieri e delle modalità costruttive, quanto l’innovazione dei materiali e delle caratteristiche prestazionali dei manufatti. La crescente innovazione sta modificando il quadro generale, si pensi, ad esempio al BIM. Quali sono i vantaggi di questo metodo e quali mercati richiedono, come competenza specifica, il suo utilizzo?
«Una delle principali finalità del BIM (Building Information Modeling) è la sistematizzazione del processo di progettazione e realizzazione edilizia. In particolare, l’approccio BIM è volto alla creazione di un sistema informativo digitale di 5 dimensioni, valutando, oltre che caratteristiche geometrico-spaziali, le fasi di realizzazione dell’opera nel tempo e la realizzabilità in termini qualitativi ed economici. Per renderci conto del ruolo chiave, ma direi ormai inequivocabile, del BIM nell’ingegneria italiana, partiamo proprio dai numeri, tanto cari a noi ingegneri: sulla base dei dati offerti dalla rilevazione OICE, solo nel 2022 i bandi in cui si è fatto riferimento al BIM sono stati 1.003, erano stati 534 nel 2021. L’accelerazione è sicuramente dovuta all’andamento complessivo della domanda sulla spinta degli interventi del PNRR. Riassumendo in percentuali, i bandi BIM sul totale degli affidamenti per servizi di architettura e ingegneria emessi nel 2022 sono in numero il 18,8% del totale (+87,8% rispetto al 2021) in valore il 47,6% del totale (+484,3% sul 2021). La maggior parte delle gare BIM ha riguardato l’affidamento di progettazione (66,8%), verifiche del progetto (18,5%), direzione lavori (3,7%), verifiche strutturali (4,0%), le attività per rilievi, topografia, servizi di supporto al R.U.P. per redazioni elaborati grafici, collaudi, sono ricomprese nella definizione di ‘altri servizi tecnici’ (7,0%)».
Quali innovazioni più recenti riguardano, invece, i materiali?
«Questo è un tema complesso da affrontare perché, se da un lato ci sono state tante evoluzioni nell’industria delle costruzioni, è innegabile che il nostro settore sia uno di quelli che nell’ultimo secolo ha visto le minori innovazioni, rispetto ad altri settori industriali. Qualche anno fa McKinsey condusse uno studio sull’impatto della tecnologia nei vari settori industriali: ebbene, i risultati per il nostro settore furono sconfortanti; mentre nel settore dell’agricoltura la produttività era aumentata in 50 anni di 1.200 volte, nell’industria e nel commercio di 700 volte, nelle costruzioni la produttività è aumentata solo di 5-6 volte. L’innovazione ha impattato soprattutto il processo, la progettazione e la gestione degli immobili, e oggi il cantiere è, assolutamente, un luogo infinitamente più sicuro di quanto non fosse cento anni fa, ma in termini di materiali le evoluzioni sono state importanti ma non tali da rivoluzionare il settore, che continua a costruire con modalità che tutto sommato non sono molto diverse da quelle degli antichi romani».
L’edilizia ecosostenibile è in rapida crescita: materiali naturali, energie rinnovabili, isolamento termoacustico, additivi per ridurre l’emissione di CO2. Cosa manca al sistema Italia per puntare con decisione su smart building e sul green? Esiste un divario da colmare con gli altri mercati?
«Per rivoluzionare i processi di produzione in Italia, risulta imprescindibile investire sugli ingegneri e la loro formazione: i programmi di formazione degli ultimi anni sono stati infatti orientati alla sedimentazione di una metodologia volta alla sostenibilità ambientale e alla creazione di una cultura che rimetta in discussione processi consolidati al fine di migliorarli. Il processo BIM, associato al rispetto dei protocolli ambientali, risulta ad oggi il metodo di progettazione migliore per garantire la qualità e la durabilità degli interventi, ponendo al centro della progettazione in Italia il tema della responsabilità verso la comunità. L’attenzione a queste tematiche associate a una gestione del progetto efficace sono gli strumenti attraverso i quali riuscire a portare avanti con successo progetti di rilievo, nazionali e internazionali. La sostenibilità è un valore a lungo termine: crediamo che i nostri progetti debbano mirare alla salute e al benessere delle nostre comunità. E questo ci riporta al mondo internazionale, e alle politiche di FIDIC, che sono tutte focalizzate a garantire la riduzione degli impatti delle infrastrutture sull’ambiente».
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