Laureata in Ingegneria Civile con un Dottorato di Ricerca in Meccanica delle Strutture, ha perfezionato i propri studi presso il dipartimento di Scienza delle Costruzioni dell’Università di Bologna e l’Imperial College di Londra, dove ha svolto attività di ricerca nel campo della dinamica delle strutture e della meccanica della frattura. Da diversi anni collabora regolarmente con le principali riviste tecniche di ingegneria e architettura, efficienza energetica e comfort abitativo, come autrice di articoli e approfondimenti tecnici. Instancabile viaggiatrice, attualmente risiede a Verona.
Orti didattici “sospesi”: a Merate un esempio di sinergia tra pubblico, privato e impresa
Orti sospesi, sollevati da terra ad altezza d’uomo, tra i quali ragazzi disabili in carrozzina possono muoversi agevolmente per la semina e la coltivazione di erbe aromatiche e ortaggi. È il nuovo progetto realizzato nei giardini del Centro Diurno Disabili (CDD) di Merate (LC), comune della Brianza Meratese, con l’obiettivo di creare un modello di integrazione sociale facilmente replicabile ed esportabile in altre realtà, da realizzare in modo semplice, attraverso il ricorso a tecnologie costruttive semplici e materiali naturali.
Il progetto degli orti “sospesi” nasce da un’idea dell’architetto Roberto Sacchetto, dello studio MSA+Partners, che consentisse l’accesso agli orti alle persone con ridotta o impossibilità motoria, ospiti del CCD, in risposta a una richiesta di Rose Marie Roberti, presidente dell’associazione Amici del CSE, circa un possibile uso dell’area verde di pertinenza dell’edificio per attività didattico-ricreative. Oltre all’architetto Sacchetto, che ha trasformato l’idea in progetto, alla realizzazione del sogno di ragazzi, genitori ed educatori del Centro Socio Educativo (CSE) che frequentano il servizio pubblico, hanno contribuito in molti: l’Amministrazione Comunale, il Sindaco, Massimo Panzeri, e la Responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Merate, Arch. Ramona Lazzaroni, che hanno partecipato sia in termini economici che di disponibilità dell’area su cui costruire la pavimentazione, la cementeria Italcementi di Calusco d’Adda (BG), che ha donato il calcestruzzo drenante con cui è stata realizzata la piattaforma di supporto agli orti, Aurelie Bruno, Direttrice del Bricocenter di Merate, che ha fornito materiali e mano d’opera per la realizzazione del piano di lavoro, oltre al terriccio e il verde, Massimo Gilardi, della Gilardi Edilizia di Merate, per il trasporto dei materiali e Maurizio Locatelli, dell’Impresa Limonta srl di Carvico, che ha realizzato la piattaforma, grazie al quale il progetto è diventato realtà.
Pensati nel 2019 con l’obiettivo di creare un laboratorio didattico di giardinaggio che fungesse da momento di socialità e responsabilizzazione dell’utenza fragile del CDD, questi spazi hanno potuto avere un seguito grazie all’interazione tra diversi fattori e a una vera e propria rete di solidarietà e collaborazione che ha visto partecipi, a vario titolo, diverse figure e imprese del territorio, oltre a numerosi volontari. Una rete di solidarietà che rappresenta un bene proprio della comunità di Merate, e che, grazie alla funzionalità dell’obiettivo dell’iniziativa, è stata in grado di fornire risposte concrete a bisogni di ragazzi più fragili e un significato più profondo allo stare insieme.
Gli orti, ubicati nel giardino interno del Centro Diurno Disabili, sono stati inaugurati nel novembre 2021, alla presenza delle autorità locali, dell’assessore regionale a Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, Alessandra Locatelli, dei rappresentanti di ATS e ASST della Brianza, dei volontari, degli operatori, degli utenti del Centro e di tutti coloro che sono stati impegnati a vario titolo nell’opera. «Questo progetto è il simbolo di una rinascita dopo quasi due anni di buio in cui i nostri ragazzi sono stati costretti ad accettare, incontrando non poche difficoltà, l’isolamento dovuto alla pandemia: piantare un fiore, un albero, un’erba aromatica è un’esperienza gratificante che induce nei ragazzi motivo d’orgoglio nel vedere nascere e crescere qualcosa che è stato curato da loro – ha commentato la presidente dell’Associazione -. La finalità del progetto è quella di creare una rete con tutti i cittadini che vorranno collaborare e contribuire con i nostri ragazzi a portare avanti il progetto degli orti sospesi e a terra».
Oltre all’accessibilità per chi è sulla carrozzina, uno degli scopi dell’iniziativa solidale è realizzare un progetto di aggregazione sociale e cooperazione tra disabili ed educatori, da una parte, e cittadinanza attiva, dall’altra. «Iniziative come questa sono particolarmente preziose per realizzare una vera inclusione e permettere ai ragazzi coinvolti di sviluppare le proprie abilità. L’ortoterapia è, infatti, un’opportunità di miglioramento del benessere per le persone a mobilità ridotta» – ha commentato l’assessore durante il taglio del nastro tricolore.
Dall’idea al progetto
L’iniziativa ha preso il via con la concessione del Comune di parte dell’area verde che circonda la struttura che ospita il Centro, in comodato d’uso gratuito, dietro richiesta della presidente dell’Associazione, Rose Marie Roberti. Il Comune di Merate ha un’attenzione particolare al tema della disabilità, da sempre al centro delle proprie politiche sociali. Nel 2016 ha realizzato, a proprie spese, il centro diurno, che oggi ospita circa una trentina di ragazzi, utilizzando una ex scuola elementare, completamente ristrutturata, nel centro cittadino, proprio per favorire l’integrazione degli ospiti con il tessuto sociale di Merate. «La disabilità non deve essere vista come un problema che riguarda solo le persone che ne sono colpite e le loro famiglie, ma come un impegno di tutta la comunità, delle istituzioni in primo luogo, perché richiede uno sforzo e una collaborazione multisettoriale integrata – ha dichiarato ilsindaco Panzeri -. Non a caso, il progetto destina una parte dell’area agli orti sospesi per l’attività didattico-ricreativa dei ragazzi disabili e un’altra a orti a terra curati dai volontari, per dare spazio ad attività capaci di coinvolgere più generazioni, in modo da attivare una socialità diversificata e inclusiva, con una forte valenza sociale». Negli anni il centro è diventato un punto di riferimento per il territorio del Meratese, tanto che l’iniziativa ha fin da subito creato una sinergia tra pubblico, privato e imprese.
Ottenuta la disponibilità dell’area, l’architetto Sacchetto ha ideato e progettato gli orti sospesi.
«La peculiarità del progetto consiste nella possibilità di realizzare degli orti sospesi da terra e quindi accessibili anche all’utenza che ha capacità motorie ridotte, utilizzando materiali riciclati, dei semplici pallet appunto, assemblati in modo tale da formare una serie di cubi in legno, alti poco più di un metro, contenenti delle vasche profonde circa 35 centimetri, appositamente forate per la percolazione dell’acqua. La forma a U dello spazio da coltivare consente al disabile che si trova in carrozzina di inserirsi facilmente e raggiungere comodamente con le braccia il piano lavoro dove si trova la terra con i vasi e le piantine, senza necessità di altri supporti. Da qui la definizione di “orti sospesi”, cioè alla portata di tutti», ha affermato l’architetto Sacchetto. «Potendo lavorare in prima persona la terra, grazie a strutture realizzate ad hoc, ad altezza di carrozzina, i ragazzi del CDD potranno toccare con mano la terra e vivere un’esperienza di connessione diretta con la natura e l’ambiente circostante; potranno inoltre essere responsabili e partecipi in prima persona della filiera legata all’agricoltura, dalla semina al raccolto, sperimentando pratiche ambientali sostenibili e vedendo crescere il frutto del proprio lavoro, con tutti i benefici che questo comporta». Sono state realizzate 10 vasche, accoppiate l’una di fronte all’altra, disposte in modo da consentire la mobilità delle carrozzine tutt’attorno e la presenza di uno o più operatori ai lati, oltre ai camminamenti necessari. A lato della pavimentazione su cui insistono le vasche, sono stati posizionati gli orti a terra, affiancati da un’aiuola a sezione triangolare, che corre per tutta la loro lunghezza, realizzata recuperando la terra di scavo, destinata alla piantumazione di alberi e verde per delimitare l’area e al tempo stesso mitigare l’edificio esistente.
Il progetto ha attribuito all’area anche un carattere multifunzionale, con la frequentazione al suo interno di generazioni diverse che possono interagire e arricchire le attività dell’associazione che gestirà l’area. Gli orti didattici saranno infatti frequentati sia dai ragazzi del Centro che dai volontari, gli operatori, i genitori e i cittadini del quartiere e non solo. Il Comune di Merate ha sposato e sostenuto l’iniziativa, provvedendo alle opere necessarie per il movimento terra e al lavoro d’impresa per la posa della pavimentazione e delle tubazioni per l’approvvigionamento idrico. A terra è stata posizionata un’apposita pavimentazione carrabile, ecocompatibile e drenante, così da non aver problemi con l’acqua utilizzata per la coltivazione. «Italcementi ha offerto i.idro DRAIN, il conglomerato cementizio per pavimentazioni continue caratterizzato da un’altissima capacità drenante; un prodotto altamente sostenibile che rispetta il ciclo naturale dell’acqua e consente un corretto drenaggio delle acque piovane, aumentandolo, e riducendo il deflusso superficiale; aspetto molto importante proprio per presenza delle carrozzine» ha specificato l’architetto Sacchetto. «La Gilardi Edilizia ha fornito i materiali necessari per i camminamenti degli orti a terra e i mezzi per il trasporto dei materiali utilizzati nonché posato in opera gli elementi, mentre l’impresa Limonta ha provveduto agli scavi e ha curato la posa della pavimentazione fornendo tutta l’assistenza necessaria alla realizzazione dell’opera. Il Bricocenter, altro sponsor del progetto, ha consentito la realizzazione delle vasche, fornendo non solo il legno e la mano d’opera necessaria per il montaggio delle strutture, ma anche il terreno e le piante. Tutti hanno concorso alla realizzazione di questi “laboratori” didattici, mostrando una sensibilità non comune nei confronti di un progetto piccolo ma innovativo, il cui obiettivo è creare aggregazione sociale e fungere da modello di cooperazione tra disabili, educatori e volontari. L’aspetto più interessante del progetto sta nella sua replicabilità» ha concluso l’architetto Sacchetto, sottolineando che proprio nella semplicità di realizzazione sta il fattore vincente del progetto che è a disposizione di chiunque, Comune, Istituzione o Ente, voglia farla propria e abbracciarla, riproponendola sul proprio territorio.
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