Attualmente è responsabile della linea di ricerca che riguarda la realizzazione e la caratterizzazione di eco-materiali, in ambito di economia circolare, per il Laboratorio di Chimica per le Tecnologie, dell’Università degli Studi di Brescia. Lavora in ambito di sostenibilità, proponendo nuovi approcci e metodologie di valutazione. È stata responsabile di diversi progetti di ricerca nazionali e internazionali. Ha ricevuto diversi premi (due internazionali) e pubblicato 250 articoli scientifici.
ELZA BONTEMPI 14 LUG La collaborazione tra aziende e università che applicano approcci trans-disciplinari: un’opportunità per affrontare le sfide globali
Nella nostra esperienza, una tale collaborazione, che ha reso la nostra università anche sempre più attrattiva nei confronti dei giovani, si è realizzata molto spesso attraverso il “partenariato didattico” ovvero il dottorato di ricerca, che rappresenta un investimento piccolo, ma strategico per le imprese, e una grande opportunità per i nostri giovani laureati, perché attiva la circolarità di saperi, incentiva la valorizzazione della proprietà intellettuale e promuove una maggiore imprenditorialità giovanile, a vantaggio di tutti gli attori in gioco.
In questo contesto, che ovviamente raccoglie molti temi di ricerca che non possono essere tutti affrontati in questo articolo, vorrei sottolineare che l’Università degli Studi di Brescia ha negli ultimi anni puntato molto sulla sostenibilità, come paradigma essenziale anche di sviluppo. In particolare, come sottolineato dal progetto della nostra università UNIBS SOSTENIBILE (https://sostenibile.unibs.it), a seguito dell’emergenza sanitaria e della crisi economica, i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 assumono oggi un significato ancora più profondo, offrendo un percorso virtuoso da percorrere tutti insieme per uscire dall’emergenza. Questa strada può infatti coniugare le istanze economiche del post-emergenza con il progetto del Green Deal Europeo riuscendo in questo modo a supportare e accelerare la transizione verso un modello sostenibile di sviluppo, che includa per esempio l’economia circolare, come opportunità di investimento in nuovi mercati green, a beneficio della conservazione delle risorse naturali.
Le conoscenze settoriali, però, da sole non bastano per decifrare e comprendere la complessità attuale e quindi non possono consentire di intraprendere il percorso migliore per risolvere le sfide che ci aspettano. Infatti, se da un lato nelle università crescono e si sviluppano velocemente nuove conoscenze, essendo esse sedi principali e insostituibili di ricerca e formazione, dall’altro lato si sta sempre più affermando una frammentazione delle conoscenze, con discipline sempre più specialistiche e sofisticate. In seguito alla crisi globale prodotta dal COVID-19, si sta ora facendo strada un approccio, proposto da molti ricercatori, anche se sviluppato già da diversi anni (ma applicato per ora solo in pochi ambiti, come per esempio in alcuni settori ingegneristici, come la meccatronica), denominato approccio trans-disciplinare, dove vengono superate le frontiere (spesso artificiali), che separano e distinguono le varie discipline. Questo approccio si basa sull’integrazione di diversi campi oltre il livello già noto di interdisciplinarietà, facendo emergere nuove opportunità, che possono anche essere lette come nuove discipline, per risolvere e affrontare nuove sfide complesse, con la possibilità di partire dall’intuizione che un singolo può avere, ma sfruttando le competenze e capacità di tanti insieme.
Fra le collaborazioni più significative che la nostra università ha instaurato con delle aziende in ambito di sostenibilità, applicando questo approccio, è doveroso ricordare Italcementi, che ha supportato la ricerca svolta nell’ambito di eco-materiali (derivati dal recupero) e, in particolare, la messa a punto di un nuovo materiale denominato SUNSPACE (realizzato seguendo i principi dell’economia circolare) ibrido poroso-mesoporoso sostenibile, che ha l’obiettivo di sequestrare il particolato atmosferico, un inquinante presente nelle nostre città.
Le materie prime e il processo di sintesi sono stati selezionati per ottenere un materiale ad alte prestazioni, caratterizzato da pori di varie dimensioni e con una morfologia a “collo di bottiglia”, ideale per catturare particelle ultrasottili, le più pericolose per la salute umana. Nell’ambito del Premio Marzotto, conseguito nel 2018, Italcementi ha iniziato una collaborazione con il Laboratorio di Chimica per le Tecnologie dell’Università degli Studi di Brescia per l’ottimizzazione del materiale. SUNSPACE ha ottenuto numerosi riconoscimenti, fra cui, recentemente, l’ENERGY GLOBE AWARD per l’Italia (https://www.energyglobe.info/national/winner/italy). Questo importante riconoscimento, che da 20 anni è attribuito ai migliori progetti in ambito di sostenibilità, a livello globale, è una dimostrazione di come la collaborazione tra attività di ricerca universitaria e aziende possa portare a risultati di grande impatto.
Questa attività è stata un esempio virtuoso di approccio trans-disciplinare, che è l’unico che può garantire un equilibrio tra i diversi pilastri su cui poggia la sostenibilità, cioè quello ambientale, quello economico e quello sociale, con il coinvolgimento anche di realtà aziendali pronte ad affrontare le nuove sfide globali. In una nuova visione trans-disciplinare è possibile immaginare la nascita di nuovi centri di ricerca all’interno delle nostre università (non dedicati solamente ad alcuni studi settoriali), anche in collaborazione con le aziende, cercando di superare quella rigida separazione disciplinare che troppo spesso penalizza curiosità e creatività.
“Da soli si va più veloce, insieme più lontano”