Architetto e Ingegnere, Docente presso la facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Brescia. Laureato in Ingegneria all’Università degli Studi di Brescia e in Architettura al Politecnico di Milano. Con il proprio studio di architettura svolge attività di progettazione e di ricerca occupandosi prevalentemente di tematiche legate all’involucro dell’edificio, all’efficienza energetica e all’innovazione tecnologica nell’architettura, sia per nuovi edifici che nell’ambito della riqualificazione architettonica. È stato membro del comitato scientifico e autore di articoli per diverse riviste di architettura.
Il bianco. Apparentemente un’assenza, una tela neutra. Eppure, nel linguaggio vibrante dell’architettura, il bianco si rivela un protagonista potente, capace di esaltare le forme con una nitidezza scultorea, di danzare con la luce creando atmosfere eteree e di nobilitare la materia con una purezza intrinseca. Lungi dall’essere un semplice sfondo, il bianco in architettura è un elemento progettuale attivo, un filo conduttore che lega storia, estetica e funzionalità. Dalle vesti immacolate dei templi antichi, simboli di divinità e trascendenza, alle superfici candide esaltate dalla corrente architettonica d’avanguardia del Movimento Moderno, espressione di razionalità e progresso, il bianco ha attraversato epoche e culture, assumendo significati mutevoli e diversi pur mantenendo intatta la sua forza evocativa. In questo dialogo tra luce e ombra, tra pieno e vuoto, il bianco, in sinergia con materiali d’eccellenza come quelli proposti da Heidelberg Materials, contribuisce a plasmare spazi andando oltre la semplice funzionalità, trasformandoli in vere e proprie esperienze sensoriali.

Il Bianco come esaltatore della materia
Immaginiamo la texture ruvida di un muro in cemento bianco a vista accarezzato dalla luce del sole, o la superficie liscia e setosa di un intonaco chiaro che riflette l’azzurro del cielo. In architettura, il bianco non annulla la matericità, anzi, la amplifica ed esalta portandola in primo piano. Funge da sfondo ideale per rivelare le qualità intrinseche dei materiali costruttivi, le loro superfici, le loro imperfezioni che ne raccontano la storia e l’autenticità.
I prodotti di Heidelberg Materials, con la loro varietà di finiture e texture, trovano nel bianco un alleato prezioso. Un cemento bianco di elevata qualità, ad esempio, non è solo un elemento strutturale, ma una superficie che dialoga con la luce, creando sottili variazioni di tono e profondità. Un calcestruzzo a vista chiaro, con la sua onestà materica, acquista una nuova eleganza se declinato in tonalità chiare, esaltando la sua plasticità e la sua forza espressiva. Allo stesso modo, un intonaco bianco, applicato con maestria, può diventare una pelle vibrante per l’edificio, capace di catturare ogni sfumatura della luce e di interagire con l’ambiente circostante.
Il bianco, in questo contesto, non uniforma, ma valorizza la specificità di ogni materiale, creando un dialogo armonioso tra le diverse componenti dell’opera architettonica. Pensiamo al contrasto elegante tra una parete bianca immacolata e la calda tonalità naturale del legno, o alla sofisticata interazione con la fredda lucentezza dell’acciaio e la trasparenza eterea del vetro. In questi accostamenti, il bianco non scompare, ma anzi, definisce e amplifica le qualità uniche di ogni elemento.

Pietro e Mario Carrieri, Palazzo Italia
“Si fa presto a dire bianco, c’è quello raffinato e quello dozzinale, ogni sfumatura ha un suo carattere proprio”.
Haruki Murakami
Luce e ombra: la scultura del Bianco
La relazione tra il bianco e la luce è un elemento fondamentale nel definire l’esperienza spaziale. Le superfici bianche hanno la straordinaria capacità di catturare e riflettere la luce naturale, inondando gli interni di una luminosità diffusa che amplifica gli spazi e crea una sensazione di ariosità e benessere. Durante le diverse ore della giornata, o nei diversi periodi dell’anno, la luce solare, con le sue diverse angolazioni e intensità, scolpisce i volumi bianchi, rivelando dettagli che altrimenti rimarrebbero nascosti e creando un dinamismo continuo di luci e ombre. Una facciata bianca riverbererà e vibrerà di sfumature diverse a seconda dell’ora del giorno, trasformandosi da una superficie uniforme a un gioco complesso di chiaroscuri dinamici.
Anche la luce artificiale assume un ruolo cruciale nel definire l’atmosfera degli spazi bianchi. Una luce calda creerà un ambiente accogliente e intimo, mentre una luce fredda esalterà la purezza e la modernità. La scelta di corpi illuminanti e la loro disposizione strategica possono trasformare radicalmente la percezione di uno spazio bianco, creando accenti, definendo percorsi e generando suggestioni inaspettate. Pensiamo alle architetture mediterranee, dove le pareti bianche riflettono l’intenso sole estivo, mantenendo gli interni freschi e luminosi, o agli interni minimalisti, dove la luce zenitale inonda gli spazi, creando un’atmosfera di calma e contemplazione. In questi esempi, il bianco non è solo un colore, ma un vero e proprio strumento per plasmare la luce e, di conseguenza, l’esperienza dello spazio.

“Chi ha detto che in un quadro il bianco dev’essere il colore più chiaro?”
Ludwig Wittgenstein
Il Bianco: purezza, minimalismo e oltre
Il bianco è intrinsecamente legato a concetti come purezza, semplicità e ordine. Non a caso, è diventato un colore iconico del movimento moderno e dello stile minimalista, dove la riduzione all’essenziale e la ricerca della funzionalità o della smaterializzazione si traducono spesso in spazi luminosi e rarefatti, dominati da superfici candide. In questo contesto, il bianco non è solo una scelta estetica, ma una dichiarazione di intenti, un rifiuto del superfluo a favore di forme chiare e volumi definiti. Tuttavia, ridurre il bianco a una mera espressione del minimalismo sarebbe limitante.
La sua versatilità gli permette di trascendere le etichette stilistiche e di adattarsi a contesti progettuali diversi. Possiamo trovare il bianco in architetture organiche, dove le sue superfici sinuose e le sue texture ricche creano un dialogo armonioso con la natura circostante. Possiamo ammirarlo in contesti più espressivi o espressionisti, dove il suo candore fa da contrappunto a elementi colorati o a materiali più materici, creando contrasti visivi di grande impatto.
Anche nell’architettura contemporanea, il bianco continua a essere un protagonista, reinterpretato attraverso nuove tecnologie e materiali innovativi. Pensiamo all’utilizzo di membrane bianche traslucide che creano facciate dinamiche e luminose, o all’impiego di intonaci bianchi autopulenti che garantiscono una bellezza duratura nel tempo. Il bianco, quindi, non è un colore statico, ma un elemento vivo e in continua evoluzione, capace di esprimere una vasta gamma di significati e sensazioni.

Matteo Triola, Chiesa Papa Giovanni XXIII all'Ospedale di Bergamo
“Il bianco è un mondo così alto rispetto a noi che quasi non ne avvertiamo il suono, è un nulla prima dell’origine”.
Vassili Kandinsky
Esempi iconici e contemporanei
Per comprendere appieno la potenza del bianco in architettura, è utile volgere lo sguardo ad alcune opere che ne hanno fatto un elemento distintivo. Pensiamo alla Villa Savoye situata a Poissy nei pressi di Parigi dall’architetto svizzero Le Corbusier, un manifesto del Movimento Moderno dove il bianco esalta la purezza delle forme e la funzionalità degli spazi. Oppure al Getty Center di Los Angeles realizzato dall’architetto statunitense Richard Meier, un’oasi di candore che dialoga con il paesaggio californiano attraverso un sofisticato gioco di volumi bianchi e luce naturale. Anche Tadao Ando, architetto giapponese maestro del vuoto, pur utilizzando spesso il cemento a vista nella sua tonalità naturale, persegue una purezza formale e una maestria nell’uso della luce che si sposano idealmente con l’essenza del bianco. Nell’architettura mediterranea, le case bianche di Santorini o le masserie pugliesi rappresentano un connubio perfetto tra funzionalità, tradizione e bellezza, dove il bianco riflette la luce intensa e si integra armoniosamente con il paesaggio. In contesti contemporanei, architetti come gli spagnoli Fran Sivestre e Alberto Campo Baeza continuano a esplorare le potenzialità del bianco, creando spazi di una bellezza austera e luminosa.
E non dimentichiamo come i materiali di Heidelberg Materials, frutto di continue ricerche e innovazioni (anche nell’ottica di tematiche legate alla sostenibilità ambientale, con nuovi prodotti e nuovi processi), abbiano contribuito alla realizzazione di innumerevoli progetti in cui il bianco è protagonista, dalle eleganti facciate in cemento bianco agli interni luminosi realizzati con intonaci chiari. Questi esempi, solo per citarne alcuni, dimostrano come il bianco sia un linguaggio architettonico universale, capace di esprimere idee, emozioni e visioni progettuali uniche.

Albo, Fondazione Prada
Il bianco non solo come ‘colore’ ma come filosofia progettuale: l’infinito potenziale espressivo del bianco
Il bianco in architettura è, in definitiva, molto più di una semplice scelta cromatica. È una filosofia progettuale, un modo di intendere lo spazio, la luce e la materia. È un elemento che esalta la purezza delle forme, amplifica la luminosità degli ambienti e nobilita la texture dei materiali. Attraverso la sua apparente semplicità, il bianco racchiude una complessità di significati e potenzialità espressive che continuano a ispirare architetti e designer in tutto il mondo.
Che sia espressione di un minimalismo rigoroso, parte di un dialogo complesso con altri materiali e colori, o strumento per creare effetti volumetrici e luminosi, il bianco rimane un protagonista indiscusso del panorama architettonico. È un invito alla purezza, alla luce e a una rinnovata attenzione alla bellezza intrinseca della materia, ma anche opportunità per esplorare nuovi linguaggi architettonici o creare nuove contaminazioni o sperimentazioni, contribuendo a superare limiti dando vita a nuove sfide e a continui processi di innovazione.
Come disse il grande artista e teorico del Suprematismo, Kazimir Malevich:
“Ho rotto i cerchi dell’orizzonte e sono entrato nel bianco. Nuoto nel bianco, libero. Ho superato gli orizzonti colorati e deboli. Nuoto nel bianco abisso del libero bianco spirito”.
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