Paolo Aresi ha lavorato come inviato a L’Eco di Bergamo. Ha pubblicato diversi romanzi di narrativa realistica e fantascientifica, oltre a diversi libri sulla natura e sulle montagne bergamasche. Tra i suoi hobby il ciclismo e l’osservazione del cielo.
Era l’8 di febbraio del 1864 e probabilmente era una bella giornata. Nel giardino della sua villa, Giuseppe Piccinelli aveva fatto costruire un piccolo forno perché aveva considerato un’idea: tentare di produrre la calce idraulica, cioè il cemento. Infatti, il colle che degradava fino al suo giardino della villa di Scanzo, alle porte di Bergamo, presentava rocce formate da calcari marnosi, adatti alla fabbricazione di “materiali idraulici”. Piccinelli era laureato in Legge, ma non aveva mai esercitato la professione di avvocato. Era un uomo di particolare intelligenza e di forte intraprendenza. Aveva inoltre una sensibilità spiccata dal punto di vista sociale: la considerazione della miseria di tanti contadini lo inquietava e lo spingeva a muoversi, a prendere l’iniziativa. Credeva nel progresso, nelle idee, nella tecnologia nascente, nell’industria che però in Italia, ancora metà dell’Ottocento, segnava il passo.
Piccinelli, discendente della famiglia nobile che aveva dimora in un palazzo di Bergamo vicino all’accademia Carrara e che durante la bella stagione si trasferiva nella bella villa di Scanzo, era stato colpito da una delle realizzazioni industriali più interessanti di quel tempo. Intorno al 1856 venne avviata una fabbrica di calci idrauliche, non lontano da Bergamo, a Palazzolo sull’Oglio. L’azienda nacque a causa della costruzione della ferrovia Venezia-Brescia-Bergamo-Treviglio-Milano che fu inaugurata nel 1857. Uno dei problemi principali era la costruzione di un ponte sopra il fiume Oglio. Si pensò di costruirlo sfruttando questo materiale che in Inghilterra veniva utilizzato già a fine Settecento, ma che da noi, a metà Ottocento, era considerato ancora nuovo. Per costruire il ponte sul fiume Oglio si pensò di sfruttare i giacimenti calcarei-liassici della zona del lago di Iseo e la fabbrica di calci idrauliche venne realizzata proprio lì, a due passi dal futuro ponte: una fabbrica moderna dotata dei primi forni a fuoco continuo costruiti in Italia. I risultati furono incoraggianti al punto che ne vennero costruiti di nuovi, insieme agli altri reparti dell’officina. La ferrovia venne avviata nell’ottobre 1857, con un solo binario, il raddoppio venne eseguito negli anni successivi.